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    IL MIRACOLO MARCHIONNE: COME FAR AUMENTARE UN’AZIONE DEL 30% IN DUE SETTIMANE SENZA DIRE O FARE NULLA - PRIMA LE VOCI DEI CINESI, POI LO SCORPORO DI MAGNETI MARELLI E/O DI ALFA E MASERATI: INDISCREZIONI CHE NESSUN MANAGER DELL’OLANDESE FCA HA COMMENTATO - ED IL TITOLO, CASUALMENTE, S’E’ AVVICINATO AL TARGET PRICE DI 15 EURO


     
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    Giorgio Ursicino per Il Messaggero

     

    sergio marchionne sergio marchionne

    Volge al termine un agosto fra i più caldi della storia di Fiat Chrysler. In meno di due settimane l' azione del gruppo controllato da Exor ha guadagnato il 30% a Piazza Affari, dai 9,8 euro di venerdì 11 ai 12,9 euro di giovedì scorso. Poi il titolo ha leggermente ripiegato chiudendo la scorsa settimana a 12,4 euro. Durante la vertiginosa scalata nessun manager di Fca ha proferito parola, nemmeno il ceo Sergio Marchionne. Solo due stringate note per ribadire che «l' azienda ha numerosi contatti, ma non commenta mai le indiscrezioni».

     

    In realtà il titolo Fca è uno di quelli che in Borsa vale meno rispetto alle stime di analisti e banche d' affari che, peraltro, sono state quasi tutte riviste verso l' alto negli ultimi giorni. Eppure l' azione del gruppo italo-americano aveva già quasi raddoppiato il suo valore, risalendo dai 5,6 euro in cui era sprofondata meno di un anno fa. Sia come sia, è evidente che, con un target price medio sopra 15 euro (con punte che si avvicinano a 20 euro), l' azione è pronta a scattare quando si accendono i rumor; anche perché mancano solo sei trimestri alla scadenza del piano 2014-2018 e i risultati finanziari sono in linea con gli ambiziosi obiettivi fissati.

    MARY BARRA SERGIO MARCHIONNE MARY BARRA SERGIO MARCHIONNE

     

    D' altra parte, nel settore automotive il gruppo con sede in Olanda è quello maggiormente sotto i riflettori. Risorto da due aziende in crisi situate sulle diverse sponde dell' Atlantico, è guidato dal ceo che con più fermezza sostiene come nel comparto sia necessario «un consolidamento per esaltare le sinergie e le economie di scala, sostenere gli ingenti investimenti per la mobilità del futuro e remunerare adeguatamente il capitale investito per attrarre nuovi finanziatori».

     

    In uno scenario del genere «parlare con tutti» fa parte della strategia, sia per trovare partner interessati ad una fusione, sia per siglare collaborazioni tattiche, ma che possono anche avere un grande spessore. Marchionne è partito dalla prima strada, sostenendo addirittura che era un percorso obbligato; poi, incontrate difficoltà notevoli, si è concentrato sull' attuazione del suo piano ripiegando sulla seconda e ha portato a casa importanti partnership. Gli accordi prima con Google e poi con Bmw-Intel per la guida autonoma ha rilanciato la centralità di Fca rafforzano la sua posizione.

    MARCHIONNE FIAT CINA MARCHIONNE FIAT CINA

     

    Certo, il tema del merger non è stato mai abbandonato, ma i potenziali partner non sembrano al momento interessati. La chiusura di Mary Barra della General Motors è stata totale ed ora la top manager ha stretto un rapporto molto solido con la PSA di Carlos Tavares alla quale ha ceduto anche Opel. A Wolfsburg non hanno mai risposto agli inviti di Marchionne, replicando con garbo che in questa fase la più grande azienda tedesca ha altri dossier sul tavolo, primo fra tutti quello della vigorosa svolta verso l' elettrificazione e la guida autonoma, direzione in cui Volkswagen Group ha virato con decisione. Che fra i due gruppi (e le due famiglie che li controllano) i rapporti siano buoni lo confermano le voci provenienti dagli States di una trattativa per realizzare insieme alcuni veicoli commerciali.

     

    OPERAI VOLKSWAGEN OPERAI VOLKSWAGEN

    LA GALASSIA

    A sua volta Toyota, che pure ha aperto alla pratica del consolidamento, sembra più intenta a rafforzare il polo giapponese con Isuzu, Subaru e Mazda (Daihatsu fa già parte del gruppo). L' Alleanza Renault-Nissan guidata da Carlos Ghosn ha recentemente imbarcato la gloriosa ma affaticata Mitsubishi, puntando già quest' anno alla leadership mondiale delle vendite. I coreani di Hyundai-Kia continuano a crescere per conto loro; Ford e Honda, per motivi diversi, non hanno mai aperto spiragli per eventuali fusioni con altri.

     

    GIULIA ALFA ROMEO GIULIA ALFA ROMEO

    I cinesi sono una galassia a parte: potenziali compratori o soci di capitale, ma le aziende del settore, escluse quelle che non hanno già alleanze in Cina con i costruttori storici, non sono poi così grandi e quindi farebbero fatica a trovare le risorse necessarie per un acquisto. Per quanto riguarda Fca, inoltre, ci sarebbero difficoltà politiche notevoli, con un presidente come Trump, a cedere un gioiello qual è la Jeep.

     

    Non è però detto che, cambiata l' atmosfera, e resa Fca più mirata e leggera, il boccone non torni appetibile per il gigante europeo (VW) o quello americano (GM). Ecco quindi che al momento l' ipotesi più probabile per creare valore e preparare il futuro è quella degli spin off, una strada che Marchionne ha già fatto percorrere alla holding della famiglia Agnelli con notevole successo, prima con Chn (in cui ha raggruppato Iveco, Case e New Holland) poi con Ferrari.

    Magneti Marelli logo Magneti Marelli logo

     

    Non si tratterebbe di uno spezzatino, ma di una separazione logica per esaltare le specificità a far crescere visibilità a valore. È perciò molto probabile che prossimamente venga scorporata Magneti Marelli, poi anche Comau e Teksid, attività non strettamente nel perimetro di un costruttore automotive, e quindi collocate sul mercato; ma Exor, come con Ferrari, potrebbe conservarne il controllo. Poi ci sono i brand premium, e qui il discorso si fa più aperto e interessante. Jeep è qualcosa che va maneggiato con cura poiché è il marchio più globale, quello più in crescita ed anche quello che più alimenta le casse del gruppo.

     

    jeep grand cherokees jeep grand cherokees

    Non a caso sembra che GWM fosse interessata proprio a Jeep e che in seguito a queste attenzioni gli analisti hanno ipotizzato un valore di oltre 25 miliardi di euro, il 130% dell' attuale capitalizzazione dell' intera Fca. Più alla portata e anche più affascinante l' ipotesi di scorporo di Alfa Romeo-Maserati. Lo spin off Ferrari è del resto un invito a replicare: la casa del Cavallino in poco più di un anno è arrivata a capitalizzare più della ex controllante (Fca) che pure è tornata in Borsa sui valori di prima dello scorporo. Basti osservare che chi acquistò 10 azioni Fca il 30 dicembre 2015 (al prezzo unitario di 12,92 euro, totale 129,2 euro), venti mesi dopo il valore complessivo del pacchetto è quasi raddoppiato: 124 euro le 10 azioni Fca, 98 euro l' azione del Cavallino per un totale di 222 euro.

    MASERATI LEVANTE MASERATI LEVANTE

     

    La casa di Maranello, che fino all' inizio del 2016 apparteneva per il 90% a Fca, ora capitalizza da sola 18,4 miliardi. Alfa Romeo-Maserati non è proprio la stessa storia, ma il sound è lo stesso: potrebbe nascere una nuova azienda con grandi tradizioni sportive, fabbriche e centri tecnici tutti in Italia. A Marchionne non è certo sfuggito che realtà simili sono quelle che hanno avuto maggior successo negli ultimi anni: tecnologiche, premium, esclusive. Entrambi i brand tricolori dell' asse Milano-Modena hanno un heritage nel motorsport senza pari.

     

    Marchionne, che in tre anni di presidenza Ferrari è diventato un punto di riferimento anche in questo campo, starà certamente pensando di far entrare una delle due aziende (magari tutte e due) nel nuovo salotto delle competizioni, le monoposto elettriche di Formula E che sembrano unire in modo perfetto la tradizione con la mobilità del futuro, una categoria dove si sono già impegnati tutti i brand premium tedeschi e non solo (Audi, BMW, Mercedes, Porsche, Jaguar, DS).

     

    MARCHIONNE ELKANN MARCHIONNE ELKANN

    LA SUCCESSIONE

    La categoria inventata da Alejandro Agag e Jean Todt sembra la nuova gallina dalle uova d' oro, con investimenti contenuti e ritorni elevati. Attualmente, conti alla mano, vale più Maserati di Alfa, ma il Biscione ha più margini di crescita. Secondo diversi analisti l' accoppiata potrebbe valere 3,5 miliardi di euro, ma con uno spin off il valore potrebbe più che raddoppiare (fino a 8,4 miliardi). Nel nuovo scenario, quindi, Exor potrebbe ricavare risorse per potenziare gli investimenti passando sotto il suo parziale controllo asset ora in pancia ad Fca.

     

    Alejandro Agag Alejandro Agag

    Non ultimo c' è il problema della successione di Marchionne che fra poco più di un anno lascerà Fca: nonostante le rassicurazioni dei vertici dell' azienda, non è affatto facile trovare un erede per guidare la complessità dell' attuale Fiat Chrysler. Marchionne, che ha annunciato di restare alla guida della Ferrari fino al 2021, commentando l' ultima trimestrale di Fca, ha spiegato che dopo il 2019 rimarrà probabilmente nel board di Exor (con quale incarico?), una finanziaria di partecipazioni con una capitalizzazione complessiva decisamente superiore a quella attuale di Fca.

     

    In ogni caso è certo che all' Investor Day della primavera 2018 ne ascolteremo delle belle, ma cose importanti potrebbero avvenire anche prima. Tutti attendono per leggere fra le righe le parole in diretta di Marchionne il prossimo week end al Gran Premio d' Italia a Monza o al più tardi a metà settembre al salone dell' auto di Francoforte.

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