bronzi di riace il ritrovamento
I Bronzi di Riace ripescati nelle acque di Riace nell'agosto del 1972 in origine erano cinque e non due. Facevano parte di un gruppo statuario che rappresentava il momento subito precedente al duello fratricida fra Eteocle e Polinice, fratelli di Antigone, del mito dei Sette a Tebe collegato con quello di Edipo.
E' la la nuova ipotesi sull'identità dei Bronzi, noti come A e B e ritrovati 48 anni fa, elaborata da Daniele Castrizio, professore ordinario di Numismatica greca e romana all'Università di Messina e membro del comitato scientifico del MArRC, il Museo Archeologico di Reggio Calabria dove le due statue sono esposte al pubblico.
bronzi di riace il ritrovamento
(…) I sorprendenti risultati saranno resi noti a settembre con la pubblicazione degli atti del primo convegno internazionale su "I Bronzi di Riace e la bronzistica di V a.C.", organizzato dal Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell'Università di Messina nel 2018.
I tre misteri dei Bronzi
"I Bronzi di Riace erano biondi e dorati e furono realizzati ad Argos, nel Peloponneso greco, entrambi nella metà del V secolo, a poca distanza temporale l'uno dall'altro, nella stessa bottega ma da maestranze diverse. Si è capito che B corregge gli errori di A, che rimane comunque la statua perfetta nella tecnica di fusione del bronzo tra quelle arrivate sino a noi dall'antichità", spiega l'archeologo Castrizio all'Agi illustrando i dati ottenuti dalle analisi dei materiali.
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Grazie al salto recente compiuto dalla tecnologia, si scioglie finalmente uno dei tre misteri che da 48 anni accrescono il fascino intorno ai due 'guerrieri' e che sono un rompicapo per archeologi, scienziati e non solo. Almeno tre i grandi misteri il primo dei quali riguarda come si mostravano i Bronzi in antico, dove quando e da chi furono realizzati; il secondo relativo a chi rappresentassero e quanti fossero; il terzo: come e perché finirono nelle acque di Riace.
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Ad alcune di queste domande la scienza è ora finalmente in grado di rispondere, mentre nelle acque di Riace hanno preso a indagare i sonar in cerca del relitto e delle ipotetiche altre statue. Una certezza ormai conclamata è che i due guerrieri furono realizzati ad Argos: la prova è l'argilla con cui furono creati i modelli poi utilizzati per gli stampi in cera nei quali fu colato il bronzo.(…)
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Dorate e nere: così le statue in origine
(…) Novità assoluta dei nuovi studi intorno ai Bronzi è il loro colore. In età greca le statue apparivano bionde e dorate, in età romana erano nero lucide. Perché? "Il nero lucido è il colore che assumono dopo il restauro che subirono quando furono trasferite a Roma - spiega l'archeologo -. I Bronzi in origine erano esposti probabilmente ad Argo, ma dopo la conquista della Grecia e le spoliazioni del 146 a.C. di Lucio Mummio, furono portati nella capitale e qui esposti almeno fino al IV d.C.. (…)
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Le origini mitologiche
A questo punto restano due misteri: chi rappresentassero e perché finirono nel mare di Riace. Qui le ipotesi di Castrizio prendono forza grazie a fonti letterarie e confronti iconografici.
E ne fornisce la ricostruzione grafica e fotografica elaborata da un suo collaboratore, Saverio Autellitano. "Il fatto che fossero biondi avvalora la mia ipotesi sulla loro natura eroica e mitologica. La mia idea è che A e B siano Polinice ed Eteocle, fratelli di Antigone, che si sfidano a duello per il trono di Tebe” (…)
BRONZI DI RIACE IENE
I dubbi sul ritrovamento
Se le statue erano cinque, che fine hanno fatto le altre presunte tre? Nei quasi 50 anni dal ritrovamento, avvenuto a 10 metri di profondità e a 300 dalla riva, che segnò una pagina epocale per tutta l'Italia c'è una storia parallela, fatta di cause in tribunale, denunce e, per alcuni, anche di depistaggi.
Una storia sulla quale sono attive le indagini dei carabinieri e su cui in qualche modo anche la Soprintendenza vuole vederci chiaro, avendo autorizzato di recente indagini mai eseguite prima d'ora nel punto in cui, nell'anno del ritrovamento dei Bronzi, una nave americana segnalò la presenza di qualcosa in fondo al mare, a molti metri dal punto in cui poi furono recuperate le statue.
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Da un primo esito, risulterebbe che al largo della costa di Riace ci sarebbero 16 echi sonar indicanti masse di metallo, forse il relitto della nave che trasportava un carico di statue da Roma. Secondo Castrizio, i Bronzi assieme ad altre opere d'arte erano in viaggio verso Costantinopoli nel IV d.C., perché Costantino voleva adornare con esse la sua nuova capitale, Costantinopoli. Un evento avverso avrebbe costretto i marinai a disfarsi di buona parte del carico oppure fece affondare la nave.
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