Andrea Pasqualetto per il Corriere della Sera
TINTORETTO CASTELVECCHIO
Sei mesi fa il ritrovamento nella boscaglia dell' isola di Turunciuk, sulle sponde del Dnestr, in Ucraina. Le diciassette tele, fra cui i capolavori di Tintoretto Mantegna e Rubens, erano state infilate in sacchi di plastica, pronte a prendere la via della vicina e poco penetrabile Trasnistria, terra di bande criminali ed ex agenti del Kgb nella repubblica di Moldova.
Era il 6 maggio scorso e la prima promessa la fece il presidente ucraino Petro Poroshenko, felice di dimostrare all' Europa l' efficienza della sua polizia di confine: «Avvieremo subito le formalità per la loro restituzione».
QUADRI RUBATI A CASTELVECCHIO
Il 13 giugno è stata la volta del sindaco di Verona Flavio Tosi che da Kiev, dove era volato per inaugurare al museo Khanenko la mostra temporanea delle opere d' arte trafugate la sera del 19 novembre 2015 a Castelvecchio, aveva voluto tranquillizzare la città: «Il rientro dovrebbe concludersi nell' arco di qualche settimana». Ma dopo tre mesi, ancora nulla. E visto che i quadri non tornavano a casa è sceso in campo direttamente Matteo Renzi: «Gestirò personalmente il problema: a novembre saranno in Italia».
Ora che è novembre ed è passato un anno dal «colpo del secolo» commissionato da un collezionista russo e messo a segno da una banda italo-moldava grazie alla complicità della guardia giurata del museo scaligero, i muri di Castelvecchio sono ancora spogli e lo stesso Tosi si vede costretto ad allargare le braccia: «I tempi si sono allungati».
Perché, dunque, questi dipinti del valore stimato di 17 milioni non rientrano? «Il fatto è che Poroshenko vuole portare le opere in Italia per restituirle nelle mani di Renzi. I due devono trovare una data d' incontro compatibile: speriamo sia subito dopo il referendum» aggiunge Tosi.
Il motivo per il quale il Presidente ucraino desideri essere presente alla consegna è presto detto. «Dietro c' è un fatto di politica internazionale, Poroshenko vuole creare l' evento che lo avvicini all' Europa, considerate le pressioni a cui è sottoposto. C' è di mezzo la Crimea occupata dalla Russia, i rapporti con Mosca, la guerra».
Sui quadri di Castelvecchio si sta dunque giocando una partita che va ben oltre la rapina. A rendere meno agevoli le cose è stata anche la missione di una delegazione della Lega Nord che in ottobre era partita con alcuni imprenditori del Nord Est alla volta proprio della Crimea. Scopo della spedizione: gettare un ponte diplomatico e d' affari con una terra colpita dal boicottaggio dell' Europa contro Mosca.
MUSEO CASTELVECCHIO RAPINA 9
Risultato? «La delegazione ha preferito schierarsi apertamente con i responsabili della morte di decine di migliaia di ucraini...», è andato giù durissimo l' ambasciatore ucraino in Italia, Yevghen Perelygin. Per Tosi, che in giugno aveva conferito a Poroshenko la cittadinanza onoraria, le due cose corrono su binari distinti: «La missione è stata una provocazione insensata che risponde alla posizione filo russa di Salvini. Penso tuttavia che non abbia un grande peso sulla vicenda».
tosi visita il museo dopo il furto di quadri al castelvecchio di verona
Getta acqua sul fuoco anche l' ambasciatore d' Italia in Ucraina, Davide La Cecilia: «Mi sentirei di escludere un collegamento. Quanto alla restituzione si sta lavorando a una data che consenta a Poroshenko di accompagnare le opere in Italia perché questa è la sua volontà». La Cecilia ha sotto controllo la situazione: «Le opere si trovano ancora al Khanenko anche se non sono più in mostra. Di tanto in tanto vado a vederle per verificare che godano di buona salute. Rassicuro tutti». L' ambasciatore cerca di stemperare la tensione ma a Verona c' è chi non ci fida: «E l' hanno fatto anche nostro concittadino...».
san girolamo penitente bellini opere d arte sottratte al museo di castelvecchio di verona museo di castelvecchio di verona TELE RUBATE A CASTELVECCHIO