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    IL MISTERO DEL 23% DI MEDIASET: È STATO VENDUTO MA NON SI SA A CHI - A PARTIRE DAL 12 DICEMBRE È STATO SCAMBIATO IL 52% DELLE AZIONI: MENO DEL 30 È FINITO NELLE MANI DI BOLLORÈ, IL RESTO A INVESTITORI CHE CONTINUANO A RASTRELLARE - CHI SONO? FRANCESI O AMICI DI BERLUSCONI PRONTI A SOSTENERLO?


     
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    Gianluca Baldini per “la Verità”

     

    Persino in una giornata quasi festiva come di solito è il 28 dicembre a Piazza Affari, c' è qualcuno che continua a rastrellare fette di Mediaset in Borsa. Nella seduta di ieri il titolo è stato più volte bloccato per eccesso di rialzo e in chiusura di giornata si è fermato - dopo essere stato sull' ottovolante tutto il giorno - a 4,092 euro, cedendo lo 0,73%. A stupire sono stati i volumi scambiati. Ieri sono passati di mano oltre 17 milioni di titoli, un numero che segue gli oltre 27 milioni di azioni scambiati il 27 dicembre.

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    COSTI INCERTI (MA ALTI)

    Insomma, il mirino di Vincent Bolloré e Vivendi è puntato su Mediaset, con o senza il benestare della famiglia Berlusconi. Al momento non è chiaro se la battaglia sfocerà in un' opa e soprattutto a che prezzo, visto che ogni minuto che passa il costo dell' operazione rischia di essere sempre più salato. Fatto sta che oggi il gruppo di Bollorè oscilla di poco sotto il 30% del gruppo che fa capo alla famiglia Berlusconi e guidato dal vicepresidente e amministratore delegato Piersilvio Berlusconi.

     

    Resta il fatto che dal 12 dicembre, quando Bollorè annunciò a sorpresa il suo ingresso con il primo 3% nel gruppo del Biscione, è partita una guerra serrata a colpi di azioni. Da quel giorno è passato di mano il 52,77% del capitale di Media set, ma di questo solo il 29,3% ha una definizione chiara, dato che nelle due settimane prima di Natale Vivendi è salita al 28,8%, mentre Fininvest aveva arrotondato la sua quota (portandola al 38,266% e al 39,775% dei diritti di voto) rilevando un pacchetto del 3,527% immediatamente dopo la mossa dei francesi.

    mediaset vivendi mediaset vivendi

     

    Calcoli alla mano, ciò significa che esiste un 23,47% che ha cambiato casacca, senza, almeno fino a ora, alcuna dichiarazione alla Consob. Se, come sostengono diversi analisti, anche questa quota fosse nelle mani del gruppo parigino, allora si potrebbe ipotizzare un' azione di concerto che porterebbe a far scattare un' opa obbligatoria. Un' operazione che Vivendi potrebbe pagare ben oltre i quattro euro per azione, circa 4,4 euro, il massimo del valore raggiunto dal titolo in questi giorni. Senza considerare l' obbligo di opa a cascata, certamente su Media set Espana, ma probabilmente anche su Eitowers per un co sto destinato a lievitare molto.

    bollore e de puyfontaine assemblea vivendi bollore e de puyfontaine assemblea vivendi

     

    Fonti interpellate dalla Verità confermano che non ci siano trattative in corso tra i due gruppi. A questo punto, l' altra ipotesi formulata dagli analisti è che il gruppo di Bollorè miri a portare nel consiglio di amministrazione di Mediaset alcuni rappresentanti. Secondo fonti contattate dalla Verità, i membri targati Vivendi potrebbero essere due. Basterebbe avere l' appoggio della maggioranza, perlopiù fondi hedge, e il gioco sarebbe fatto. Del resto, non sarebbe la prima volta. Proprio Vivendi riuscì a far allargare il numero di consiglieri in Telecom, portando nel cda quattro membri voluti dai francesi.

    alberto nagel vincent bollore alberto nagel vincent bollore

     

    In tutto questo non ci si può dimenticare della causa miliardaria intentata da Mediaset e Fininvest verso Vivendi per il mancato rispetto del contratto firmato ad aprile su Premium.

    Ma se così fosse, l' eventuale ingresso dei francesi nel board del Biscione potrebbe configurare un' accusa di conflitto di interessi. In questo caso l' ipotesi è che l' attacco in Borsa messo in piedi da Vivendi sia nato per difendere il gruppo proprio da questa azione legale. Intanto, ma senza spiegare come, il il ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, continua a sottolineare la sua intenzione a risolvere tutto il più pacificamente possibile.

    A ogni modo l' interesse di Vi vendi per Mediaset è chiaro.

     

    Continuiamo a credere che un gruppo come Mediaset (leader nella tv commerciale in Italia e Spagna, con forti competenze nella produzione di contenuti e un business della pay tv ben stabilito) rappresenterebbe una pietra angolare per qualsiasi società che fosse interessata nel costruire una piattaforma media e di contenuti con un forte focus in Europa del Sud, spiegano gli analisti di Mediobanca Securities - che ritengono un' opa un' opzione improbabile - secondo cui l' aggiornamento strategico di Mediaset, previsto a metà gennaio, consentirà di avere maggior comprensione dei passi futuri per il gruppo.

     

    IL RUOLO DEI PICCOLI

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    Quello che è certo è che ora la partita si gioca sulla parte di capitale di Mediaset che è ancora flottante. Di questa parte, a fine ottobre, il retail aveva poco più del 15%. Forse, potrebbe essere proprio questo l' asso nella manica di Mediaset per far valere l' italianità del gruppo. Senza l' aiuto dei piccoli risparmiatori, insomma, anche Mediaset potrebbe finire oltreconfine, nello stesso Paese dove abbiamo già ceduto altre eccellenze italiane.

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