REGENI
Il mistero della morte di Giulio Regeni non è un mistero. Tutti hanno capito perché è stato ucciso, tutti sanno come. Anche se sulla sua tomba hanno messo un semplice lastra di marmo per renderne più semplice la riapertura in caso di nuove svolte investigtive, le idee chiare le abbiamo tutti.
La polemica si è avvampata di nuovo, ora che il Governo ha fatto tornare al Cairo il nostro ambasciatore, richiamato sull’onda dell’indignazione nazionale per il modo barbaro con cui Reggeni fu torturato e ucciso. Lo fanno abitualmente da quelle parti. La differenza, nota il New York Times, la fa che a “essere ucciso come un egiziano” sia stato uno straniero, nel caso un italiano. La ferita si è riaperta con lapubblicazione di un articolo sul New York Times, a firma del capo dell’uffficio di corrispondenza dal Cairo, Declan Walsh, e la rivelazione che “la Casa Bianca diede al Governo italiano “prove esplosive” e, pur non rivelando tutto per non bruciare le proprie fonti, diede per certo che leadership egiziana sapeva tutto”.
REGENI E SINDACALISTA EGIZIANO
Cosa poteva o può fare il Governo italiano? Mandare uno stormo di bombardieri? Una squadra navale a rinverdire i fasti di De La Penne e Borghese e bloccare Alessandria? Non ci sono precedenti, nell’ultimo secolo. Anche i super rambo americani, in casi analoghi, hanno abbozzato e ci hanno fatto un film. Avevano troppo intreccio di interessi col Pakistan. La situazione italiana è simile. C’è bisogno dell’ Egitto per combattere il terrorismo islamico e bloccare l’assalto dei profughi. C’è bisogno dell’ Egitto per il petrolio.
egitto torture bunker regeni
Cosa vuole la famiglia? Al Sisi in manette davanti alla Corte d’Assise di Udine? La madre: “Giulio è stato ucciso e torturato perché era un ragazzo contemporaneo del futuro”.
Ma c’è chi ha detto: “Era una spia perché faceva troppe domande”
Se non si troverà un testimone che riveli che il dittatore Al SIsi ha dato proprio lui l’ordine di morte, sarà un gran risultato ottenere che gli egiziani individuino un capro espiatorio, come fece Gheddafi con l’ attentato di Lockerbie.
Regeni è rimasto impigliato in un gioco più grosso di lui, una versione attuale del grande gioco, il Great game dell’800. Ma lui non era Kim, era un bravo ragazzo cresciuto in provincia di Udine. Una ipotesi degli americani è che dal Governo egiziano abbiano voluto lanciare un segnale a tutti gli stranieri di non sfruculiare troppo in casa loro.
egitto torture bunker regeni 1
Regeni lavorò per un’agenzia dell’intelligence? La famiglia: “Non era dei servizi”
REGENI AL SISI
Regeni operava come inconsapevole pedina nelle mani della professoressa di origine egiziana Abdelrahman dell’Università di Cambrige? La professoressa, definita vicina alla Fratellanza Musulmana, avrebbe usato il ricercatore per raccogliere informazioni per conto dei servizi segreti inglesi. Il capo del sindacato degli ambulanti egiziani avrebbe attirato in una trappola Regeni vendendolo ai servizi egiziani una volta avuta conferma della sua attività di raccolta informazioni. Regeni lavorò per Oxford Analytica, compagnia di analisi e ricerca geopolitica fondata nel 1975 da David Young, collaboratore di Nixon e dell’ex Segretario di Stato e Nobel per la pace Henry Kissinger.
REGENI
Parla Federico Varese, docente a Oxford: “A Cambridge non hanno intuito i rischi di quella ricerca e così non hanno sottratto un loro dottorando al suo destino. Sgomento per i silenzi di Cambridge, vogliono nascondere le loro responsabilità”