Claudio Del Frate per corriere.it
evi rauter
La studentessa che scomparve a Firenze nel settembre 1990 e la giovane trovata impiccata in Spagna pochi giorni dopo sono la stessa persona. Dopo quasi 32 anni è stato risolto un «cold case» unendo due misteri rimasti a lungo senza risposta. Il corpo trovato appeso a un albero in una località balneare spagnola appartiene a Evi Rauter, studentessa altoatesina sparita dal pensionato in cui viveva a Firenze. I familiari della vittima hanno riconosciuto i resti grazie all’aiuto di una trasmissione tv austriaca. Ma il giallo può dirsi svelato solo in parte: fonti spagnole nutrono dubbi sul fatto che Evi si sia tolta la vita e alcuni indizi fanno sospettare un caso di omicidio.
evi rauter
Evi Rauter aveva 19 anni e aveva appena passato l’esame di maturità quando nell’estate del 1990 dal piccolo comune di Lana (Bolzano) va a trascorrere un periodo di vacanza a Firenze dalla sorella che studia all’università e vive in un piccolo appartamento di un pensionato. La mattina del 3 settembre quest’ultima trova un biglietto lasciato da Evi: «Vado in gita a Siena». Sembrava trattarsi dell’escursione di un giorno e invece da quel giorno della giovane si perdono completamente le tracce.
Pochi giorni dopo in una pineta di Portbou, località della Costa Brava spagnola viene trovato il corpo senza vita di una ragazza impiccato ad un albero. All’epoca in Spagna non è ancora stato introdotto il test del dna come metodo di indagine e nessuno riesce a dare un nome a quel cadavere. Non aiutano le testimonianze dei frequentatori di un vicino camping (tra cui anche alcuni austriaci): nessuno sa fornire informazioni su quella ragazza nè si è accorto di nulla. La ragazza del mistero viene sepolta in un cimitero in una tomba anonima, il caso viene archiviato come un suicidio. Nessuno poteva sospettare un collegamento con il dramma che in quegli stessi giorni viveva la famiglia di Evi Rauter.
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La soluzione arriva grazie all’insistenza di una trasmissione in onda sul canale privato austriaco ATV, una sorta di «Chi l’ha visto?». Il direttore dell’emittente Benedikt Morak ha dichiarato che i genitori di Evi hanno riconosciuto la loro figlia grazie ad alcune foto, ai vestiti e all’orologio trovati sul cadavere e conservati dalla polizia. La «dritta» decisiva sarebbe arrivata da un telespettatore che ha riconosciuto Evi in una ragazza da lui incontrata in Spagna proprio in quell’estate del 1990.
Per un mistero che si risolve , invece, un altro sembra destinato a rimanere tale. La polizia, come detto, ritiene che la morte vada attribuita a un suicidio. Le ragioni del quale restano del tutto insondabili. Un medico legale tuttavia, dopo aver visionato alcune immagini del cadavere e della scena del ritrovamento a Portbou sostiene una versione diversa: la posizione della testa, il fatto che l’albero sia molto basso fanno propendere lo specialista per un caso di omicidio. Ma per la legge spagnola il caso sarebbe ormai prescritto e riaprire le indagini risulterà molto difficile.
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