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    “PROGETTAVA DI PRENDERE LA PATENTE E CERCAVA LAVORO. UNA PERSONA CHE HA SCELTO DI MORIRE SI COMPORTA COSÌ?” – UNA RAGAZZA DI 20 ANNI, GAIA RANDAZZO, È SPARITA NEL NULLA DA UN TRAGHETTO PER LA SICILIA: ERA PARTITA DA GENOVA PER ANDARE A TROVARE LA NONNA E IMPROVVISAMENTE SI SONO PERSE LE SUE TRACCE. SUL SUO CELLULARE C’È UN MESSAGGIO DI ADDIO AL FIDANZATO: “TI AMO, PERDONAMI”, E GLI INVESTIGATORI SONO CONVINTI SI SIA SUICIDATA, MA I GENITORI NON LA PENSANO ALLO STESSO MODO…


     
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    Lara Sirignano per il “Corriere della Sera”

     

    gaia randazzo la ragazza sparita dal traghetto per la sicilia 4 gaia randazzo la ragazza sparita dal traghetto per la sicilia 4

    Gaia aveva 20 anni, amava gli animali e la natura. Aveva amici, faceva progetti, adorava la sua famiglia. Il 10 novembre è partita da Genova in nave con il fratello minore per andare a trovare la nonna che vive a Cinisi, in Sicilia, ma non è mai arrivata. Scomparsa nel nulla dal traghetto che avrebbe dovuto portarla a Palermo.

     

    Di lei restano una felpa, abbandonata su una panchina della nave, e lo zainetto con il cellulare, lasciato sulla poltrona che occupava prima di sparire. Gli investigatori, dopo aver setacciato il traghetto palmo a palmo e controllato uno a uno i camion imbarcati, hanno pochi dubbi. Gaia si è suicidata, lanciandosi in acqua, per amore.

     

    Un messaggio trovato nel cellulare - che sarà analizzato solo mercoledì prossimo dai consulenti tecnici - e destinato, sebbene mai inviato, al suo fidanzato (o ex) proverebbe l'intenzione di farla finita. «Ti amo, addio, perdonami», avrebbe scritto. Parole che però, per i genitori della ragazza, non provano che si sia lasciata cadere in mare.

     

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    «Gaia ci aveva detto di aver lasciato il suo ragazzo, ci raccontava tutto. Si vedevano da 4 mesi, era poco più di una amicizia. Non ne soffriva, non era depressa, era stata lei a chiudere», spiega la madre, Angela Randazzo, siciliana d'origine come suo marito Rocco con il quale, 30 anni fa, ha deciso di trasferirsi a Codogno, in Lombardia. Da 15 giorni, Angela vive incollata al telefono in attesa di notizie della figlia. Non ha perso la speranza di trovarla.

     

    «Finora ci ha sentiti la polizia marittima di Palermo, ma alle domande che abbiamo fatto nessuno ha dato risposta», racconta. Un silenzio che ha spinto i Randazzo a nominare un legale, l'avvocato Aldo Ruffino, per cercare di avere informazioni sul caso. «Vorremmo visionare le telecamere della nave - spiega la signora -. Ma non c'è stato detto se ce ne fossero e se fossero funzionanti. Né, da quel che sappiamo, qualcuno ha interrogato i passeggeri e il personale».

     

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    L'impressione dei familiari, insomma, è che alla tesi del suicidio si sia arrivati troppo presto. Perché di una cosa Rocco e Angela sono certi: Gaia non si è uccisa. «Progettava di prendere la patente, aveva finito il corso da estetista e cercava lavoro, sognava di andare dalla nonna e di poter mangiare le arancine che adorava. Una persona che ha scelto di morire si comporta così?

     

    E poi se avesse avuto problemi gravi ne avrebbe parlato, si confidava con noi e con i fratelli, aveva mille amiche. Anche loro sono incredule, chi la conosceva sa quanta voglia di vivere avesse». E allora cosa è accaduto?

     

    «Vorremmo saperlo dagli investigatori - dicono i familiari -. Ci risultano casi di aggressioni sulle navi e strani episodi che hanno avuto come vittime giovani donne. Rivolgiamo un appello a chiunque era a bordo e potrebbe aver visto qualcosa. Ogni particolare è importante».

     

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    Ad avvertire Angela della scomparsa di Gaia è stato un funzionario della biglietteria della Gnv, la compagnia proprietaria del traghetto. Suo fratello, che si era addormentato e al risveglio non ha trovato sua sorella accanto a sé, dopo averla cercata ovunque ha mandato un messaggio alla madre: «Mi avevi chiesto di fare una cosa e non l'ho fatta». I genitori avevano raccomandato ai ragazzi di prendersi cura l'uno dell'altra. «Ama sua sorella e si sente in colpa - spiega la madre -. Non si perdona di averla persa di vista».

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