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    IL MISTERO R-IMANE - IL MEDICO LEGALE HA PRELEVATO I TESSUTI DELLA DONNA, IN CORSO LA VERIFICA DI RADIOATTIVITÀ - ''SO CON CHI ERA A CENA PRIMA DI FINIRE IN OSPEDALE'', MA IL FRATELLO DELLA FADIL NON VUOLE FARE IL NOME. LA SORELLA, L'UNICA AD AVERLA VISTA RICOVERATA: ''L'HANNO UCCISA, UNA RAGAZZA NON PUÒ RIDURSI COSÌ'' - I PM CONVOCANO SOUAD SBAI, EX PARLAMENTARE PDL CHE AVEVA PARLATO DELLA ''PISTA MAROCCHINA, LEI SAPEVA TROPPO''


     
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    1. RUBY: FADIL; PM A ISTITUTO MEDICINA LEGALE PER RIUNIONE

     (ANSA) - "Siamo qui per una riunione preparatoria e per prendere decisioni con i nostri consulenti": è quanto si è limitato a dire il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano arrivata poco fa insieme al pm Luca Gallio, all'Istituto di Medicina Legale di Milano in vista dei prelievi di tessuti dagli organi di Imane Fadil, la testimone chiave del processo Ruby morta in circostanze misteriose lo scorso primo marzo all'Humanitas.

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    Da quanto si è appreso, oggi, dopo la riunione, si procederà con il cosiddetto carotaggio su alcuni organi interni. I tessuti prelevati verranno poi analizzati per verificare la presenza o meno di radioattività in un laboratorio specializzato. In caso di positività alle radiazioni si procederà nell'esame autoptico con tutte le cautele del caso e anche con l'apporto della squadra speciale dei vigili del fuoco che è già stata allertata.

     

    1. FADIL; PRIMI PRELIEVI PER VERIFICARE LA RADIOATTIVITÀ

     (ANSA) - I primi prelievi di tessuto degli organi di Imane Fadil, una delle testi chiave del caso Ruby morta in circostanze misteriose lo scorso primo marzo, serviranno a verificare l'eventuale presenza di radioattività e la risposta su questo punto potrebbe arrivare già nelle prossime ore, anche se gli esami saranno complessi e richiederanno più livelli di valutazione.

     

    Se verrà accertata la presenza di sostanze radioattive, sarà molto più complicato, poi, procedere con l'autopsia in quanto sarà necessario prendere precauzioni per salvaguardare i medici e serviranno strumentazioni complesse. In caso contrario, invece, i prelievi punteranno a verificare le altre due ipotesi al vaglio della Procura, ossia l'avvelenamento da metalli o la morte naturale per una rara malattia autoimmune (le venne diagnosticato dall'Humanitas il 'Lupus'). Stamani il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio hanno avuto una riunione con i loro consulenti per preparare le operazioni di prelievo.

     

     

    1. RUBY: PER FADIL PRIMI SINTOMI UNA SETTIMANA PRIMA RICOVERO

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     (ANSA) - Imane Fadil, l'importante testimone del caso Ruby morta lo scorso 1 marzo, avrebbe accusato i primi sintomi di una grave disfunzione al midollo già una settimana prima circa del suo ricovero all'Humanitas, dove entrò il 29 gennaio scorso. Nell'inchiesta sulla misteriosa morte gli inquirenti hanno già ascoltato a verbale i familiari della modella e, da quanto si è saputo, non sarebbero emersi elementi utili, al momento, alle indagini che, prima di tutto, devono stabilire le cause del decesso.

     

    Investigatori e inquirenti stanno anche analizzando le chat del telefono della 34enne per ricostruire i contatti che la giovane aveva nell'ultimo periodo. Dalle testimonianze dei familiari della ragazza, i quali hanno riportato i racconti che lei le faceva (confidò anche il timore di essere stata avvelenata, dopo che i medici le fecero delle analisi sulla presenza di arsenico), non sarebbero emersi, da quanto si è saputo, elementi significativi.

     

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    1. RUBY: FADIL; EX DEPUTATA SOUAD SBAI CONVOCATA DA PM

     (ANSA) - Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano che con i pm Antonia Pavan e Luca Gaglio coordina le indagini sulla morte di Imane Fadil, una delle testimoni chiave del processo Ruby, ha convocato Souad Sbai ex deputata del Pdl e presidente dell'Associazione donne marocchine in Italia. Gli inquirenti hanno deciso di convocare l'ex parlamentare anche in seguito alla sua intervista al quotidiano La Repubblica nella quale aveva adombrato una "pista marocchina" e spiegato che la modella deceduta in circostanze ancora da chiarire lo scorso 1 marzo "sapeva tanto. Probabilmente aveva deciso di fare un passo indietro. E l' hanno uccisa".

     

     

    1. MORTE DI IMANE FADIL, PARLANO I FAMILIARI: «SAPPIAMO CON CHI CENÒ LA SERA PRIMA DI SENTIRSI MALE»

    Da www.corriere.it

     

    «Le hanno mangiato la vita già una volta otto anni fa. Siamo sconvolti, distrutti dal dolore. Non crediamo a nessuno», ha raccontato Sam, il fratello di Imane, a Il Fatto Quotidiano. E sua sorella Fatima: «L’hanno uccisa veramente». I familiari, che le sono rimasti accanto in ospedale fino all’ultimo giorno, mostrano tutto il loro dolore: «Vogliamo la verità. Non le credevamo e invece...».

     

    Anche Cosimo, il marito della sorella, ricorda il periodo prima della morte di Imane: «Fu lei a chiamarci a fine gennaio. Ci disse che era stata ricoverata perché aveva dei dolori molto forti allo stomaco». Quando andarono a trovarla all’Humanitas di Rozzano trovarono una donna «davvero malandata»: «Era un cadavere, soffriva terribilmente — rivela Cosimo —. Come è possibile che una donna giovane e attiva come lo era lei si fosse ridotta così in un mese?».

    OSPEDALE HUMANITAS ROZZANO OSPEDALE HUMANITAS ROZZANO

     

    Il cognato continua l’intervista raccontando dell’ultima cena della ragazza prima dell’ospedale: «Conosco nome e cognome della persona con cui Imane uscì», ma quando gli viene chiesto di rivelare l’identità, afferma: «Preferisco non rispondere».

     

     

    La sorella Fatima è stata l’unica persona a cui hanno concesso di vedere il corpo e le prime parole che riferito al marito sono state: «Alla fine l’hanno uccisa veramente». Perché i familiari all’inizio non credevano alla possibilità dell’avvelenamento. «Quando Imane ci diceva “mi hanno avvelenata”, mi stranivo — confessa Cosimo —. In effetti, in un primo momento era stato proprio lo staff medico a propendere per questa ipotesi, poi hanno fatto marcia indietro». Gli ultimi mesi prima del ricovero in ospedale vengono vissuti da Imane «con tanta paura, si era rinchiusa in casa, non usciva più».

     

     

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