Alessandra Rizzo per “la Stampa”
amaal e asra abdullah alsehli 1
La polizia che da due mesi indaga sul misterioso caso delle sorelle saudite trovate morte in un appartamento di Sydney sta esaminando nuovi dettagli: le due ragazze avrebbero partecipato ad una festa per donne gay in Australia ed espresso timori per come vengono trattate in Arabia Saudita: «Vivono nella paura», avrebbero detto ad una conoscente.
Secondo quanto riportato dal Guardian, gli inquirenti stanno cercando di accertare se una delle sorelle, o entrambe, possano aver temuto di essere perseguitate nel loro Paese natale per la loro sessualità.
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Amaal e Asra Abdullah Alsehli, 23 e 24 anni rispettivamente, erano fuggite dall'Arabia Saudita nel 2017, avevano interrotto i contatti con la famiglia e presentato domanda di asilo politico in Australia. I loro corpi senza vita sono stati rinvenuti il 7 giugno da poliziotti allertati dal padrone di casa che da tempo non riceveva l'affitto. Erano in camere separate nel loro appartamento in un sobborgo di Sydney, già in stato di decomposizione: per la polizia, le giovani erano morte da almeno un mese. Le circostanze restano inspiegate, non sono stati riscontrati segni di violenza sui loro corpi o di effrazione.
auto di amaal e asra abdullah alsehli 1
Secondo alcuni media, gli agenti avrebbero rinvenuto bottigliette di materiale chimico accanto ai corpi, avvalorando potenzialmente la tesi del suicidio. Per ora la polizia non conferma né smentisce: si limita a definire il caso «sospetto» e, con l'indagine in corso, non esclude nessuna pista.
Secondo quanto emerso, Amaal e Asra conducevano una vita appartata, uscivano raramente ed erano diffidenti: in un'occasione avrebbero riportato all'amministratore del palazzo in cui vivevano di aver visto una figura «sospetta» nell'edificio.
appartamento di amaal e asra abdullah alsehli 3
La donna che ha parlato, in forma anonima al Guardian, ha raccontato però di averle incontrate ad una festa per donne gay nel gennaio di quest' anno. Ha raccontato di come stessero in disparte e sembrassero timide, e di aver attaccato discorso nel corso della serata. «Mi hanno detto che venivano dall'Arabia Saudita e abbiamo parlato di come sia essere omosessuali lì, di quanto sia pericoloso per le donne saudite essere apertamente gay», ha raccontato. «Hanno spiegato che le donne gay vivono nella paura, temono per la loro sicurezza, e che erano grate di vivere in Australia, dove potevano esprimersi più liberamente».
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La donna si è presentata alla polizia dopo aver riconosciuto Amaal e Asra dalle foto in tv e sui giornali. Secondo la sua testimonianza, almeno una delle due sorelle stava «esplorando apertamente l'omosessualità» - una circostanza che sembrerebbe essere confermata dagli agenti. «Mi hanno confermato che sapevano che una delle sorelle era gay, mentre non sono sicuri dell'altra», ha detto. Quando il discorso è caduto sul loro Paese di origine e la loro vita in Arabia Saudita, le giovani «sembravano riluttanti ad entrare nei dettagli e hanno dato solo risposte brevi». La polizia attende ora i risultati degli esami tossicologici, sperando che possano chiarire il mistero della morte di Amaal e Asra.
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