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    CHI SMONTA IL MITO DELLA "PUTTANA FELICE" - LA FEMMINISTA JULIE BINDELL LANCIA LA SUA CROCIATA CONTRO LA PROSTITUZIONE: “L'ESPRESSIONE "SEX WORKER" È LA PAROLA D' ORDINE DI UNA LOBBY COMPOSTA DA ACCADEMICI, ASSISTENTI SOCIALI, POLITICI, PROPRIETARI DI BORDELLI, DI AGENZIE DI ESCORT PER DECRIMINALIZZARE L'INDUSTRIA DEL SESSO E GARANTIRE IL "DIRITTO" DEGLI UOMINI DI ABUSARE IMPUNITI DEI CORPI DELLE DONNE”


     
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    Julie Bindell per il “Fatto quotidiano”

     

    La prima occasione in cui ho incontrato i miti persuasivi del mercato del sesso è stata il film Pretty Woman, del 1990, diretto da Garry Marshall. È una commedia romantica e la storia va così: Julia Roberts, che interpreta una donna prostituita sulla strada, incontra Richard Gere, che fa la parte di un ricco uomo d' affari e la porta nel suo albergo di gran lusso.

     

    JULIE BINDEL JULIE BINDEL

    Scopriamo che il compratore vuole una "prestazione fidanzatina" (girlfriend experience) da parte della donna, e assistiamo a diverse scene in cui si beve champagne e si mangiano fragole. Richard Gere ostenta Julia Roberts come un trofeo con i suoi contatti d' affari altrettanto upper-class e le rispettive mogli della buona società, cui risulta evidente che lei non è una di loro, tuttavia alla fine i due si innamorano e vivono felici e contenti.

     

    La relazione tra il compratore di sesso e la donna prostituita viene presentata come quella tra un cavaliere dalla splendente armatura che salva la fanciulla povera ma bella secondo i canoni tradizionali, la quale è finita sulla strada per circostanze difficili e senza colpa alcuna.

    JULIE BINDEL - IL MITO DI PRETTY WOMAN JULIE BINDEL - IL MITO DI PRETTY WOMAN

     

    Salvandola, Gere pulisce Roberts del suo status di "puttana". Allo stesso tempo, salva sé stesso dall' identificazione con i ruoli del puttaniere predatore o del patetico incapace di una vera relazione. Nel 1991 ero a Mosca per parlare a un gruppo di studentesse tra i 16 e i 18 anni. Domandai alle ragazze che lavoro avrebbero voluto fare e più del 50 per cento rispose che avrebbe voluto essere una prostituta. Scioccata, chiesi come mai. La risposta più comune, a parte il fatto che in questo modo sarebbero potute emigrare dalla Russia in Occidente, fu che così avrebbero potuto incontrare un uomo come Richard Gere e avere una bella vita. () Nasceva così il mito della "puttana felice".

     

    L' espressione "sex work" ("lavoro sessuale")/"sex worker" ("lavoratrice sessuale") diventerà la parola d' ordine di una lobby composta da accademici, assistenti sociali, politici, proprietari di bordelli e di agenzie di escort, nonché compratori di sesso, una lobby ben finanziata con lo scopo di decriminalizzare l'industria del sesso a livello globale, ossia trasformare gli sfruttatori in manager e garantire il "diritto" degli uomini di abusare impuniti dei corpi delle donne. Ma, come spiega Rachel Moran, la prostituzione non è "né sesso, né lavoro", il fatto che ci sia di mezzo del denaro non cambia la natura di quello che succede.

     

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    () In anni recenti il mercato del sesso è stato sottoposto a un rinnovamento d' immagine per dare l'impressione che non sia pericoloso, che addirittura non si tratti di prostituzione. Chi è a favore del commercio sessuale utilizza una terminologia che maschera la realtà di ciò che invece è: una persona, quasi sempre un uomo, che fa sesso con un' altra persona, quasi sempre una donna, senza desiderio reciproco.

     

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    () Ho sempre sentito le sopravvissute, o donne ancora in prostituzione ma che vorrebbero uscirne, parlare di cosa è davvero il sesso che si fa. A differenza della lobby pro-prostituzione, i cui membri parlano di "sesso sicuro", le donne che ho intervistato raccontano i dettagli. Parlano dell' odore tremendo dei compratori, del dolore di una vagina disidratata e ulcerata che viene penetrata da una molteplicità di uomini.

     

    L'orrore di avere lo sperma o altri fluidi corporali vicino alla faccia. La barba che sfrega sulla guancia fino a farla sanguinare, il collo dolorante a forza di girare la testa di colpo per allontanarla dalla lingua che cerca di baciarle. O di non riuscire a mangiare, a bere o a baciare i figli per via di quello che hanno dovuto fare con la bocca. Di come il braccio e il gomito fanno male per avere disperatamente cercato di farlo venire per non essere penetrata un' altra volta.

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    () La sopravvissuta alla prostituzione Fiona Broadfoot racconta che "i compratori ti fanno sentire una merda quando hanno una bella camera d' albergo e possono comprarti. Tu sei la puttana schifosa e loro quelli con i soldi e il potere. Almeno in strada veniamo guardati tutti e due come schifezze, in un modo o nell' altro, da parte dei residenti e della polizia".

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