ALESSANDRO D ALATRI 6
È morto Alessandro D'Alatri, regista di molti film per il cinema come Senza pelle con Kim Rossi Stuart e tanti successi televisivi come I bastardi di Pizzofalcone, Il commissario Ricciardi e Un professore. È morto oggi dopo per malattia.
Una carriera iniziata giovanissimo prima come attore, poi come regista pubblicitario, settore in cui si fa le ossa per cui quando nel 1991 fa il suo debutto sul grande schermo con il film Americano rosso vince subito il David di Donatello e il Ciak d'Oro come miglior film esordio. Con il secondo titolo presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes Senza pelle con Kim Rossi Stuart e Anna Galiena conquista il pubblico internazionale e il David di Donatello per la miglior sceneggiatura. Negli anni ha realizzato nove film per il cinema, l'ultimo è stato The Startup, storia vera di un ventenne romano che ha inventato durante il liceo un social network basato sul merito per far trovare lavoro.
ALESSANDRO D ALATRI 6
Negli ultimi anni si è dedicato molto alla fiction tv Rai firmando progetti di grandissimo successo come I bastardi di Pizzofalcone, Il Commissario Ricciardi e Il Professore. Qualche stagione fa parlando di Ricciardi aveva raccontato il privilegio di portare in tv le pagine di Maurizio de Giovanni e la città di Napoli: "Il rapporto tra la vita e la morte è celebrato ogni giorno, ovunque vedi ‘le capuzzelle’: i teschi li vediamo all’ingresso delle chiese, il napoletano vede il rapporto con la morte non solo con il dolore, ma per l’esorcizzarla. Napoli nella storia di Ricciardi ha un peso specifico che gli è stato dato da anni di storia".
BIOGRAFIA DI ALESSANDRO D'ALATRI
Da www.cinquantamila.it - la storia raccontata da Giorgio Dell’Arti
Alessandro D'Alatri, nato a Roma il 24 febbraio 1955. Regista. Nel 1991 ha vinto il David di Donatello come miglior esordiente per Americano rosso. Nel 1995 David e Nastro d’argento per la sceneggiatura di Senza pelle. Poi, tra gli altri, Casomai (2002), La febbre (2005), Commediasexi (2006). «Sono uno che non ha mai fatto lo stesso film, non propongo piatti riscaldati, mi metto sempre in gioco».
ALESSANDRO D ALATRI 6
• Tra gli spettacoli teatrali Il sorriso di Dafne (2005): «Ho vinto agli Olimpici di Vicenza. È una commedia sull’eutanasia: il sacrosanto diritto che ha ciascuno di noi di decidere quando morire»; nel 2007 Diatriba d’amore contro un uomo seduto; nel 2011 Scene da un matrimonio, poi Disco risorgimento – una storia romantica e Tante belle cose.
• «Grazie al lavoro della madre entra a otto anni nel mondo dello spettacolo come attore. Al Piccolo Teatro di Milano recita con Giorgio Strehler, a Roma lo dirige Luchino Visconti, in televisione lavora con Sandro Bolchi, al cinema lo sceglie De Sica per Il giardino dei Finzi Contini» (Miro Silvera).
• «È un cane sciolto. Un po’ cattolico e un po’ no, un po’ rivoluzionario e molto pacifista, un po’ leggero nel modo di girare e molto pesante in quello di pensare» (Simonetta Robiony).
• «Sono stufo di una certa intellighenzia chiusa nei suoi salotti. La tv fa schifo? Fatela voi. I film di Natale non vi piacciono? Fatene altri. Gli attori di cassetta non vi convincono? Scegliete facce nuove. Avete un paio di idee per migliorare il paese? Raccontatele alla gente. In tv, sui giornali, nei film, perfino alla radio. E ascoltatene le risposte».
ALESSANDRO D ALATRI
• Apprezzatissimo regista di spot pubblicitari: quello per la Telecom con Massimo Lopez, quello per la Lavazza con Tullio Solenghi, e quello per “3” con Luciana Littizzetto (2008).
• «Occhi azzurri, di un azzurro innocente. Dentro c’è la luce dell’intelligenza. Se gli piaci, è fatta: hai una persona generosamente battagliera su cui poter contare, ed è capace di travolgerti con la sua carica di quotidiana umanità. In caso contrario, l’azzurro si fa ghiaccio duro, in grado di respingerti con cortese fermezza come se il pensiero fosse rivolto altrove, perso in terre irraggiungibili.
i bastardi di pizzofalcone
Ogni tanto lo si vede con la barba, ogni tanto con i baffi o il pizzo, oppure torna improvvisamente più giovane, col mento nudo, il volto difeso solo dagli occhiali con la montatura di metallo. Ecco, gli occhiali sono il suo scudo, l’argine agli assalti del mondo, il filtro di ogni immagine che giunge da fuori. Perché Alessandro D’Alatri con le immagini ci lavora e sono il suo pane quotidiano sin da quando era piccolo» (Miro Silvera)
• Di sinistra, ma critico col Pd.
• Appassionato di automobilismo sportivo
i bastardi di pizzofalcone
• Sposato dal 1995 con Cristiana, due figlie (Federica e Carolina).