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    SARÀ “UN ISPIRATO BRANDELLO DI STUPIDITÀ” MA “GANGNAM STYLE” HA STREGATO TUTTI – IL BRANO PRODOTTO DA UN PAFFUTO DJ COREANO È DIVENTATO IL PIÙ GRANDE SUCCESSO DELLA STORIA DEL WEB CON 600 MILIONI DI VISUALIZZAZIONI SU YOUTUBE, SPOPOLA IN 222 NAZIONI E LO BALLANO VIP E CAPI DI STATO - DALL’ARTISTA ANTIGOVERNATIVO CINESE AI WEIWEI AL SEGRETARIO GENERALE DELL’ONU BAN KI-MOON CHE L’HA DEFINITO: “UNA FORZA PER LA PACE NEL MONDO”...


     
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    VIDEO - http://www.youtube.com/watch?v=9bZkp7q19f0&feature=relmfu

    Paolo Giordano per "il Giornale"

    VETTEL E WEBBER BALLANO GANGNAM STYLE CON PSYVETTEL E WEBBER BALLANO GANGNAM STYLE CON PSY

    Tutto d'un fiato: Gangnam style è il terzo video pop più visto di sempre. Alle 18 di ieri aveva ben 580 milioni di visualizzazioni su YouTube (quindi stamane saranno già 600). Record del mondo di «mi piace» garantito dal Guinness dei primati. Ascoltatori in 222 nazioni. E primo posto in classifica in 33, almeno finora. Centinaia di remix in discoteca. E migliaia di parodie in rete. Al confronto,il nostro indigeno Pulcino Pio ritorna nell'uovo con la coda tra le zampe.

    psy gangnam style CON BAN KI MOONpsy gangnam style CON BAN KI MOON

    Qui siamo su di un altro pianeta e qu¬esta è la storia del primo tormentone virale della storia e quindi non importa quanto sia bello (anzi: è di scientifica ma non offensiva bruttezza). Importa che sia un fenomeno: si diffonde veloce come il virus dell'influenza, finora ha contagiato Estremo Oriente, Australia, Stati Uniti e ora attecchisce in Europa e pure in Italia (l'altra sera il compassato Renato Mannheimer lo ha ballato di fianco a Geppi Cucciari a G'Day su La7). Prodigio del pop senza se e senza ma.

    Psy Gangnam StylePsy Gangnam Style

    Lo ha lanciato a metà luglio, natu¬ralmente senza prevedere tutto questo can can, un deejay sudcorea¬no cicciottello e famoso dal nome PSY, diminutivo che sta per «psico-patico». Il ritmo è maranza, roba ti¬po unza unza, le allusioni sessuali spuntano quanto basta e nel testo c'è quel tocco di lamento sociale che non guasta mai. Concetto base: prendere in giro il jet set. Per capir¬ci, GanGnam è il distretto ricco di Seoul, lì le case costano tre volte tanto la media nazionale e gli abitanti hanno tutte le manie deluxe che ci possiamo immaginare anche noi poveri italiani.

    PSY GANGNAM STYLEPSY GANGNAM STYLE

    Volendo vincere facile, nel suo testo/video il deejay coreano mescola l'immagine della donna docile in pubblico e poi pantera a letto con tutti gli stilemi del «vorrei ma non posso» tipici dei parvenu. Natural¬mente, qualche solone ha subito srotolato prevedibili interpretazi¬o¬ni sociologiche a sfondo politico sul modello dell'urlo di classe contro la prevaricazione del ricco. Ma sono eccezioni.

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    Il commento più azzeccato è quello di Robert Myers sul The village voice: «Gangnam style è un ispirato brandello di stupidità». È la timida parodia esteticamente mediocre, e musicalmente volatile, che lo psicopatico pacioso, pardon PSY, arricchisce con alcune mosse fatte per ricordare l'andatu¬ra di un cavallo: il galoppo, il trotto, insomma un microballetto buono per tutti i gusti. Difatti, ancora più del brano, l'«horsetrot» ha contaminato tutti e a tutti i livelli.

    In queste settimane lo hanno ballato, o almeno accennato, l'artista antigovernativo cinese Ai Weiwei, il premier David Cameron, Britney Spears, il capo di Google Eric Schmidt e il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon che non ha usato giri di parole definendo Gangnam style addirittura «una forza per la pace nel mondo». Sono già aperte le scommesse sul politico italiano che cederà all'horse trot nella pros¬sima campagna elettorale. Persino una sedicente reincarnazione di Gesù, tale Inri Cristo, lo ha parodiato in Israele. E intanto i clic cresco¬no.

    PSY GANGNAM STYLEPSY GANGNAM STYLE hugh jackman fa gangnam style con psyhugh jackman fa gangnam style con psy

    A fare da cassa di risonanza sono i talk show, specialmente quelli americani che si sono scatenati a invitare lo psicopatico. E anche le altre popstar, assai invidiose di un successo planetario costato quattro soldi. Da Robbie Williams a NellyFurtado, che lo ha pure cantato dal vivo nelle Filippine, tutti twittano e bla¬terano sul tormentone virale, moltiplicando ¬la velocità di conta¬gio nel pubblico e i sensi di colpa in chi si è lasciato sfuggire il colpaccio: «Come diavolo ho fatto a perdermelo?» si è chiesto il megamanager Scooter Braun che ha appena creato macchine da soldi come Justin Bieber e Carly Rae Jepsen. Già, chissà come ha fatto. Forse, come spesso capita in questi casi, è inciampato nell'errore fatale: pensare che un deejay coreano coloratissimo e paffuto in fondo non se lo sarebbe mai filato nessuno.

     

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