Andrea Greco per ''la Repubblica''
I conti del primo trimestre Unicredit chiudono in rosso per ben 2,7 miliardi di euro, da 1,17 miliardi di utili nel marzo 2018. Non è solo il primo impatto del coronavirus, con i già annunciati 900 milioni di accantonamenti per future perdite su crediti e con le svalutazioni che hanno limato i ricavi di mezzo miliardo, per totali 4,38 miliardi (-8,2%). Ci sono anche le due poste extra per deconsolidare la banca turca Yapi, al costo di 1,7 miliardi, e spesare (1,3 miliardi) l’accordo sindacale sull’uscita di 5.200 dipendenti.
Mustier
L’ultima riga della trimestrale non può essere compensata dalla plusvalenza di 500 milioni per cessioni immobiliari, né dalla tenuta del margine d’interesse e dal +5% delle commissioni, salite a 1,62 miliardi. La dirigenza, nel far sapere che aggiornerà tra fine 2020 e il 2021 (si presume al ribasso) il piano Team 23 lanciato da quattro mesi, non si è sbilanciata sull’utile finale: «Non daremo nessuna stima per l’esercizio perché dobbiamo vedere come reagirà l’economia - ha detto l’ad Jean Pierre Mustier agli investitori - quel che possiamo fare e abbiamo fatto è stato aggiornare il costo del rischio».
La stima a fine 2020, in un’Italia dove il Pil è visto scendere del 10% circa, raddoppia a 100-120 punti base dai precedenti 46 del piano: vuol dire che ogni 100 euro prestati Unicredit stima di perderne fino a 1,2. Mustier ha accennato solo all’utile 2021, che «dovrebbe essere pari al 75-80%» degli obiettivi di piano, quindi a 3-3,5 miliardi. Quel che manca al bottino trimestrale sono anche i proventi di negoziazione (trading), calati del 64% a 165 milioni, mentre la rivale Intesa Sanpaolo, che a marzo ha registrato profitti per 1,15 miliardi, deriva 994 milioni lordi da questa voce, quasi raddoppiata in un contesto in cui la volatilità dei prezzi sui mercati ha consentito nuovi utili sui titoli in tesoreria e sulle controparti clienti.
mustier
Unicredit in Borsa ha chiuso in calo dello 0,83%, meglio dell’indice Stoxx banche Europa (-1,6%). «L’andamento commerciale nei primi due mesi è stato molto forte - ha aggiunto l’ad -. Il trimestre ha confermato l’impatto positivo del piano Transform 2019 su tutti i business. Affrontiamo la sfida senza precedenti della pandemia con importanti punti di forza e un modello focalizzato e diversificato geograficamente». Tra l’altro il “rischio Italia” è sceso di 10 miliardi in 12 mesi (-900 milioni da gennaio), pari a 44 miliardi di titoli del Tesoro. Mustier ha ribadito il no alle fusioni, poiché la fase impone «un approccio conservativo»: e il patrimonio primario, attestato al 13,44% dell’attivo di rischio, lo riflette.
jean pierre mustier con elkette l alce peluche di mustier