Massimiliano Gallo per ilnapolista.it
osimhen verona napoli
È il terzo gol la sintesi del nuovo Napoli. È la riedizione del gioco de La Settimana enigmistica “Unisci i puntini” ma solo in verticale. Mario Rui per Kvara che di prima disegna un’autostrada per Zielinski che anticipa Montipò in uscita e di sinistro la piazza nell’angolino basso. È il gol del 3-2. È il gol che certifica il cambio di era nel Napoli. Si gioca in verticale. Perché stoppare e guardarsi attorno se nessuno vieta di servire il pallone di prima? È il Napoli senza passato, squadra assurdamente contesta da una tifoseria nostalgica e ahinoi incompetente come poche.
A Verona il nuovo Napoli gioca una partita di personalità. Vince 5-2. Vince è riduttivo. Domina. Dilaga. Straripa. Annienta l’avversario. Lo prende a pallate. Segna gol formidabili (toh, si va in rete anche senza Insigne e Mertens, strano). Mette in mostra i nuovi acquisti: il georgiano dal nome impronunciabile che gioca in maniera sublime: segna un gol, firma l’assist dell’anno e fa ammattire la difesa avversaria. È un giocatore che si candida a essere acquisto dell’anno. Bene anche Kim che mostra autorevolezza e determinazione, anche se la coppia centrale con Rrahmani mostra ovviamente qualche crepa come nell’occasione del secondo gol.
verona napoli
Tanti aspetti di questo Napoli sono migliorabili. Ma siamo lontani anni luce dal disastro che era stato raccontato. Il primo tempo è stato un dominio assoluto e solo l’assurdità del dio del calcio fa sì che finisca appena 2-1 per la squadra di Spalletti costretta persino alla rimonta. Il Verona picchia soltanto. Il Napoli fa gioco. Si divora un gol con Osimhen, colpisce un palo con Anguissa. Lozano sulla destra sembra che vada col motorino. Viene picchiato tutta la gara.
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Eppure il Verona va in vantaggio su azione di calcio d’angolo: segna Lasagna. Ma questo Napoli lotta, non si deprime, combatte. Prima pareggia con Kvara che schiaccia di testa in rete il cross dell’inafferrabile Lozano. E poi – 47esimo – va in vantaggio con Osimhen: stavolta c’è lui sul secondo palo su calcio d’angolo.
Lacune ce ne sono, ovviamente. Il secondo gol subito a inizio ripresa le evidenziano. Nell’area piccola Henry salta nell’area piccola tra Kim e Rrahmani e batte Meret.
Il nuovo Napoli non ha nel Dna lo sconfittismo del decennio precedente. E reagisce pur trovandosi di fronte un Verona più aggressivo. Il gol del 3-2 lo abbiamo descritto in apertura: sarà proiettato al Moma di Nyc. A segnare il quarto ci pensa Lobotka (grande partita) che da tre quarti campo parte col motorino e la deposita nello stesso angolino scelto da Zielinski. E il quinto dev’essere proiettato nelle squadre calcio: pallone recuperato da Lobotka, per Di Lorenzo che scambia due volte con Politano, mette al centro per Osimhen che di tacco serve Politano che da quella posizione non sbaglia mai. Aziona brasiliana. Come quella che porta al 6-2 di Ounas annullato con una decisione dubbia.
kvara verona napoli
Non bisogna perdere di vista la realtà, il Napoli ha battuto solo il Verona. È vero. Ma in pochi ci avrebbero scommesso. E il Napoli ha vinto mostrando gioco, autorevolezza, nonché capacitò di reagire alle avversità. Non è poco per una squadra definita in alto mare, praticamente al naufragio.