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Jacopo Gerna per gazzetta.it
Chissà se Simone Zaza avrà visto Juventus-Napoli. Il primo pensiero, quando al 90’ Kalidou Koulibaly salta in testa alla difesa della Juve, va al gol-beffa segnato dall’attaccante in quello Juve-Napoli del 14 febbraio 2016 che sancì il sorpasso dei bianconeri sul Napoli. Stasera la squadra di Sarri resta dietro a quella di Allegri di un punto.
Ma, se non è ancora la favorita per lo scudetto, parte almeno alla pari. La Juventus dovrà andare a prendersi lo scudetto sabato prossimo a San Siro con l’Inter e all’Olimpico contro la Roma. Dici poco. Anche perché l’entusiasmo in casa Napoli - unito a un calendario oggettivamente abbordabile - fa pensare a 12 punti su 12 più che mai possibili per gli azzurri.
GIUSTO COSÌ — È vero che la pagella di Buffon fino al 90’ è sostanzialmente ai confini del senza voto, ma è il Napoli che fa la partita fin dai primi minuti. Può essere comprensibile che la Juve stia bassa e speculi sui 4 punti di vantaggio, ma per troppo tempo rinuncia a ripartire, lasciando solo un Higuain già di suo in pessima serata. Nelle uniche occasioni in cui i bianconeri saltano il primo pressing magistralmente insegnato da Sarri, nascono il palo sulla punizione (deviata in barriera) di Pjanic, un’occasione per Higuain e una progressione insidiosa di Douglas Costa. Troppo poco. La Juve si abbassa. Si schiaccia. Nel secondo tempo sembra quasi una provinciale. E non è un caso che Koulibaly bruci proprio quel Mehdi Benatia che era stato il pilastro su cui la Juve, orfana di Chiellini dopo 11’, stava portando a casa uno 0-0 preziosissimo. Che poi i bianconeri prendano gol di testa da una squadra che sulle palle inattive dovrebbero sovrastare, è un merito in più da attribuire al Napoli e al miglior difensore del campionato, proprio Koulibaly.
LA FORZA DEL GIOCO — Il Napoli la vince coi suoi principi, senza mai snaturarsi. La pressione alta tiene lontana la Juve, i difensori non si trovano mai uno contro uno coi vari Dybala e Douglas, anche loro in serata negativa. Anche in una partita in cui nessuno degli attaccanti incide, su tutti in Mertens in evidente flessione, Sarri la risolve con un difensore. E se la Juve, lo si dice da tempo, è inferiore sul piano del gioco collettivo, la dovrebbe vincere con le giocate dei suoi campioni. Che però si mettono tutti in coro per una stecca epica. E ora Allegri non può più sbagliare.
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