Liana Milella per “la Repubblica”
RENZI BOSCHI fb
Quando la frittata è fatta - fumata nera anche al 28esimo tentativo di eleggere i 3 candidati alla Consulta, Augusto Barbera (536 voti), Francesco Paolo Sisto (511), Giovanni Pitruzzella (492) - arriva la staffilata di Piero Grasso e Laura Boldrini. «È nostra convinzione, per di più in un momento di grave tensione internazionale, che i gruppi parlamentari debbano impegnare tutte le forze per consentire la massima operatività delle istituzioni». Scrivono così, citando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i vertici delle due Camere. Che impongono pure una data a scadenza ravvicinata per il nuovo voto. Sarà martedì prossimo, sempre alle 13.
renzi grasso napolitano boldrini
Ma se i candidati, come pare, dovessero restare sempre gli stessi anche quella potrebbe essere un’altra giornata persa. Lo dice la cronaca di Montecitorio. Renzi è seccato, Mattarella deluso, Napolitano, che vota, avrebbe preferito «una fumata bianca», ma il Pd è chiaramente diviso tra renziani e sinistra sul costituzionalista Barbera. Bersani è critico sulla finta apertura ai 5stelle.
Forza Italia solo a parole è compatta su Sisto. Scelta civica è per il presidente Antitrust Pitruzzella, che però perde ben 56 voti a favore di Gaetano Piepoli, il deputato di “Per l’Italia- Centro democratico” e professore di diritto privato a Bari, sponsorizzato da Lorenzo Dellai. In aula votano 877 deputati e senatori. L’asse maggioranza-Forza Italia conta su 630 voti possibili, ma ne mancano un centinaio. Irraggiungibile il quorum di 571.
AUGUSTO BARBERA
L’unico candidato che non ha problemi, anzi prende voti in più rispetto a chi lo ha presentato è Franco Modugno, il costituzionalista indicato da M5S. Ben 140 voti anche se i grillini presenti sono 127. Entusiasmo alle stelle: «Inciucio fallito. La Corte è salva. Renzi la smetta di giocare con le poltrone e le istituzioni. Hanno tentato di infiltrare il Patto del Nazareno alla Consulta, ma la fame di poltrone li ha dilaniati al loro interno » scrive su Fb Alfonso Bonafede.
FRANCESCO PAOLO SISTO E LE SUE BUFFE SCIARPE
Danilo Toninelli parla del Pd che vota Sisto come di «uno schifo», perché Sisto, avvocato barese anche di Fitto, ha sostenuto le leggi ad personam, anche se ora dice che «non sono mai esistite ». Toninelli apre uno spiraglio: «Sottoponiamo il nome di Pitruzzella alla rete». I voti di M5S, che il 6 novembre 2014 consentirono l’elezione del giudice Silvana Sciarra, sono congelati. Se ne lamenta con i suoi Pierluigi Bersani: «È sempre la solita storia, il tentativo di tenere fuori i 5stelle. Io con loro ci provai nel 2013, anche se non ci sono riuscito».
sergio zeuli nancy dell olio francesco paolo sisto e simonetta matone
A fronte dei capigruppo Pd Luigi Zanda e Ettore Rosato che continuano a dire «gli abbiamo dato il nome di Barbera, M5S non lo ha nemmeno sottoposto alla rete, non possono essere loro a scegliere il nostro candidato», Bersani fa un altro ragionamento: «Andare da M5S con un solo nome è come farsi dire di no. La verità è che si cerca sempre lo schema del Partito della nazione con l’obiettivo di conquistare Forza Italia».
Giovanni Pitruzzella
Già, proprio quello che contesta M5S, «l’inciucio». Il suo odore tiene lontano la sinistra Dem che non vota «il grande costituzionalista Barbera », definizione di Zanda, perché è uno sponsor della riforma Renzi. Su Barbera però i renziani insistono compatti, dice il responsabile Giustizia David Ermini che «solo 6 dem su 414 mancavano all’appello».
PIERLUIGI BERSANI ALLA FESTA DELL UNITA A MILANO
Proprio come Fi va avanti su Sisto il quale, coi risultati in mano, di se stesso dice che «non è andata male». Manca il dirompente sciopero della fame fatto tante volte da Marco Pannella, ci prova il radicale Maurizio Turco in digiuno dal 13 novembre per ottenere «Camere riunite a oltranza ».
FRANCO MODUGNO