Beryl Cunningham rip
Marco Giusti per Dagospia
beryl cunningham
Aveva carattere, bellezza e talento, Beryl Cunningham, l’attrice, modella e cantante giamaicana, scomparsa a 75 anni, che ha illuminato gli schermi del cinema e della tv italiana tra gli anni ’60 e ’70, anni d’oro del cinema esotico-erotico e dei thriller e polizieschi.
Fu una delle pochissime ragazze nere a poter vantare ruoli da protagonista, da “Le salamandre” di Alberto Cavallone in coppia con Erna Schurer, tra i primissimi film lesbo italiani, a “Tarzana, sesso selvaggio” di Guido Malatesta in coppia con Femi Benussi, da “Il dio serpente” e “Il Decamerone nero”, diretti dall’allora marito Piero Vivarelli, dei quali fu anche costumista, a “Brutti, sporchi e cattivi” di Ettore Scola.
bulla coleman nikki allen beryl cunningham
Ma nel corso della sua carriera è stata anche presentatrice del “Cantagiro” nel 1970 in una celebre edizione dove si esibirono anche i Led Zeppellin, cantante, notevolissima la sua versione di “Tua”, un hit di Julia De Palma ma anche i suoi dischi musicati da Alberto Baldan Bembo e perfino soubrette sexy a teatro in coppia con Maria Grazia Buccella nello spettacolo osée del 1973 “Che sventola, ragazzi!” di Amendola e Corbucci, dove cantavano assieme “Erotic”.
beryl cunningham
L’avevo incontrata qualche anno fa per Stracult, quando da tempo si era ritirata dal mondo dello spettacolo e da anni aveva sviluppato la sua passione per le pratiche esoteriche. Grazie a questo, mi disse, parlava costantemente coi morti, dal suo amico Federico Fellini, anche lui grande esperto di esoterismo, all’ex-marito Piero Vivarelli, in una specie di comunione di anime che mi presentava però con una certa diffusa ironia. A molte mie domande, infatti, mi rispondeva che potevo chiederlo tranquillamente ai cari estinti. Loro sapevano tutti. Non ci avevo pensato.
piero vivarelli
Era nata a Montego Bay, in Giamaica, nel 1944 e giovanissimo era andata a Londra per studiare Legge all’università. Lì aveva iniziato subito a fare la fotomodella e l’attrice in piccoli ruoli di ballerina nera nel cinema e nella tv inglese.
La ricordiamo in “Mr Sebastian” di David Greene con Dirk Bogarde, in “Curse of the Vudoo” di Lindsay Shonteff. Nei primi anni ’60 si divide tra Londra e Roma. Mi disse che aveva fatto un’apparizione in un documentario esotico di Gualtiero Jacopetti, era vero, ma la troviamo anche nei peplum, come “Anthar l’invicibile”, nel ruolo di schiava.
femi benussi tarzana, sesso selvaggio
Alla fine degli anni ’60 arrivano parti migliori e il nome sui titoli di testa e nei cartelloni, come in “Temptation” di Lamberto Benvenuti con Mark Damon, Stefania Careddu e Nicoletta Machiavelli. Con “Le salamandre”, opera prima di Alberto Cavallone, film scandalo perché sia lesbo sia d’amore bianca/nera, diventa popolare.
Arrivano così “Tarzana, sesso selvaggio” di Guido Malatesta assieme a Femi Benussi dove è Kamala, il thriller di Umberto Lenzi “Così bella… così perversa” con Carroll Baker, “Una storia d’amore” di Michele Lupo con Anna Moffo e Gianni Macchia, il giallo “La morte risale a ieri sera”, “Concerto per pistola solista”.
beryl cunningham
E’ a quel tempo, nel 1970, che conosce e sposa Piero Vivarelli, che si innamora pazzamente di lei, e la porta in Venezuela per “Il dio serpente”, altro film scandalo per i nudi di Nadia Cassini e esotico-erotico di grande successo.
Nel film successivo, “Il Decamerone nero” ha un ruolo ancora maggiore, perché si occupa anche di ambientazioni e costumi oltre che interpretare il ruolo della Regina Bella. Cavallone la richiama per “Quickly”. Ma nei primi anni ’70 diventa anche cantante e presentatrice per la tv. Si lascia con Piero Vivarelli a metà degli anni ’70, si mette con un industriale playboy re del caffè, Carlo Fiocchetto, che ha celebri storie con altre belle attrici, come Zeudy Araya.
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Tenta una carriera di soubrette con spettacoli estivi sulla Costa Smeralda. Cerca così di staccarsi dal cinema, tornando marginalmente a recitare in ruoli curiosi per film come “Tutto in ordine” di Ghigo Alberani con Fabrizio Capucci, “La ragazza del prete”, “L’isola degli uomini pesce” di Sergio Martino, fino a “Il giustiziere della strada”, postatomico diretto da Giuliano Carnimeo nel 1983, che è poi il suo ultimo film.
beryl cunningham il decamerone nero
Scrive un libro di cucina giamaicana. Ma negli ultimi trent’anni scompare proprio di scena. Era riuscita a ritrovarla il nipote Nick Vivarelli, che l’ha intervistata anche per il documentario che ha girato un paio d’anni fa sullo zio, mentre ha dato notizie della sua morte, avvenuta l’11 dicembre del 2020 in un ospedale vicino a Borbona, il figlio adottivo, Oliver, che vive a Siena. Perdiamo una delle presenze più stravaganti e più interessanti della piccola comunità di attori e attrice neri attive nello spettacolo italiano del novecento.
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