Marco Giusti per Dagospia
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Che tristezza. Se ne va un grande e amatissimo attore napoletano di teatro, cinema e tv, Gigio Morra, 78 anni, che il pubblico conosce più per le sue apparizioni in “Gomorra” e nelle serie, “Un posto al sole”, “Il commissario Montalbano”, “I bastardi di Pizzofalcone”, “Imma Tataranni”, ma che vanta una lunga esperienza sulle scene napoletane con Eduardo De Filippo, Giuseppe Patroni Griffi, Maurizio Scaparro, Carlo Cecchi, che gli cambiò il nome da Luigi a Gigio, Luca De Filippo, Toni Servillo, col quale lo troviamo nella lunga tournée di “La trilogia della villeggiatura”. Per non parlare di “Masaniello”.
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Capace di passare da ruoli comici a drammatici, era anche in grado di muoversi dalla cura di registi come Marco Bellocchio, che lo volle in “Marcia trionfale” (1976), il suo primo film, e in “La bella addormentata” (2012), o Nanni Moretti, sia in “Sogni d’oro” (1981), dove fa l’avversario napoletano di Nanni nello scontro televisivo, sia nel recente “Il sol dell’avvenire”, o Ciro Ippolito, suo amico fin da ragazzini, che lo volle come Pierpaolo in “Apparapaho”. Un ruolo che tutti i ragazzi cresciuti coi dischi degli Squallor non possono certo dimenticare. Nato a Napoli il 26 agosto del 1948, studia alla Scuola d’arte drammatica di Napoli assieme a Franco Iavarone e Nicola Di Pinto. Ma si lega presto a tutta la scena napoletana del tempo.
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Con Ciro Ippolito rifanno addirittura i De Rege accompagnando nelle piazze Peppino Gagliardi. Se dal 1970 al 1980 recita nella compagnia di Eduardo, nel 1971 lo troviamo in un episodio, “La sciantosa”, della serie di minifilm con Anna Magnani diretti da Alfredo Giannetti, e nel 1976 arriva il cinema con “Marcia trionfale” di Bellocchio, seguito da “Sogni d’oro” di Moretti, e da “Arrapaho” del suo amico Ciro Ippolito a “Io speriamo che me la cavo” prodotto da Ippolito ma girato da Lina Wertmuller. In realtà negli anni ’80 è troppo impegnato dal teatro e dalla nuova scena napoletana a Napoli, per fare film a Roma.
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Vince il premio IDI nel 1982, recita con Carlo Cecchi, e torna al cinema distrattamente in “Polvere di Napoli” di Antonio Capuano nel 1998 e più seriamente solo con “Gomorra” di Matteo Garrone nel 2008 e in “Fortapasc” di Marco Risi nel 2009. E’ allora che viene scoperto come buono e come cattivo nelle serie tv, soprattutto girate a Napoli, “Un posto al sole”, I bastardi di Pizzofalcone”.
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Sarà il suo impegno maggiore in questo ultimi anni. Piccolo, con un volto così forte, pieno di rughe, invecchiando, Gigio diventerà l’attore perfetto per tutta una vasta serie di personaggi napoletani anche in tanti film, “Pericle il nero” di Stefano Mordini, “Omicidio all’italiana” di Maccio Capatonda, “Pinocchio” di Garrone, “Qui rido io” di Mario Martone, “Astolfo” di Gianni de Gregorio, fino a “Il sol dell’avvenire” di Moretti e al recente “Gli attasati” di Lorenzo Tiberia. Nel 2022 era uno die protagonisti di “Adagio napoletano” al Trianon Viviani, musical ideato e diretto da Bruno Garofalo nella prima stagione diretta dalla sua amica Marisa Laurito.
Pochi mesi fa Ciro Ippolito sognava di fare con lui e Nino Frassica uno sketch. Nino doveva fare il tassista e lui un cliente cagacazzi. Subito pronto. I funerali di Gigio Morra saranno a Napoli martedì.
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