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    IL NECROLOGIO DEI GIUSTI – ERAVAMO TUTTI PAZZAMENTE INNAMORATI DI YVETTE MIMIEUX, SCOMPARSA NEL SONNO A 80 ANNI APPENA COMPIUTI A BEL AIR - BELLA, BIONDA, GENTILE, DAGLI OCCHI AZZURRI ADATTI AL TECHNICOLOR, ANCHE UN PO’ ENIGMATICA. INTELLIGENTE, COLTA, AVEVA LOTTATO PER NON DOVER INTERPRETARE I RUOLI SUPERFICIALI E SENZA ALCUNA PERSONALITÀ CHE LE OFFRIVA HOLLYWOOD: “I PERSONAGGI FEMMINILI CHE CI SCRIVONO. NON HANNO ALCUNA COMPLESSITÀ. SONO OGGETTI SESSUALI O DOLCI ALLA VANIGLIA, VANILLA PUDDING”. NON SI ERA MAI SENTITA UN VANILLA PUDDING… - VIDEO


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    yvette mimieux yvette mimieux

    Bella, bionda, gentile, dagli occhi azzurri adatti al Technicolor, anche un po’ enigmatica. Eravamo tutti pazzamente innamorati di Yvette Mimieux, scomparsa nel sonno a 80 anni appena compiuti a Bel Air, quando negli anni ’60 esordì giovanissima nel cinema.

     

    yvette mimieux yvette mimieux

    L’abbiamo vista in meravigliosi fantasy a colori diretti da George Pal come “L’uomo che visse nel futuro”/”The Time Machine” tratto dal celebre racconto di H.G.Wells, o “Avventure nella fantasia”, nella commedia “La spiaggia del desiderio”/“Where The Boys Are” di Henry Levin a fianco di Connie Francis, Dolores Hart,

    Paula Prentiss, o, più tardi, in folli action movie come il discutibile “Buio oltre il sole”/“Dark of the Sun” diretto da Jack Cardiff, con Rod Taylor e Jim Brown, o in fantascientifici più recenti come “The Black Hole”.

     

    Era nata a Los Angeles nel 1942, figlia di un immigrato francese con un passato di generico e di una mamma messicana.

     

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    Bella, ancora giovanissima, la sceglie Vincent Minnelli per un ruolo in “A casa dopo l’uragano” che verrà tagliato al montaggio. Ma tanto bastò per farle procurare un contratto di sette anni con la Metro Goldwym Mayer.

     

    Girerà così ben otto film prima di arrivare a 21 anni.

     

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    Tra questi “Un certo sorriso” di Jean Negulesco, ufficialmente il primo film, “I perduti dell’isola degli squali” di Charles Haas, “La spiaggia del desiderio”, “Platinum High School” con Micky Rooney” e “L’uomo che visse nel futuro”, film che la portarono sulla copertina di “Life”.

     

    Il primo matrimonio, che tenne segreto per due anni, fu con un psicologo dell’UCLA, Evan Engber.

     

    Cercò da subito di non farsi sommergere dai media e dal gossip. “Bardot, Monroe e Elizabeth Taylor, sono le tre più grandi star del cinema e sono tutte e tre infelici”, dichiarò in un’intervista del 1962. “Sarebbero state più felici se la loro vita privata non fosse stata travolta dai gossip e dalle chiacchiere”.

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    Interpretò presto anche film di maggiore spessore, come i drammatici “I quattro cavalieri dell’Apocalisse” del suo scopritore Vincente Minnelli, “Luce nella Piazza” diretto da Guy Green con George Hamilton e Olivia de Havilland, dove interpreta una ragazza con forti problemi di instabilità mentale, o “La porta dei sogni”/“Toys in the Attic” di George Roy Hill tratto dalla commedia di Lilian Hellman, dove interpreta la sposa bambina di Dean Martin, il forte “La taglia” di Serge Bourguignon con Max Von Sydow, Henry Silva e il nostro Nino Castelnuovo, girato in Messico, il mai arrivato in Italia “The Picasso Summer” di Robert Sallim e Serge Bourguignon, a fianco di Albert Finney, “Tre femmine in soffitta” di Richard Wilson, o “Joy in the Morning” di Alex Singer, tratto da “Un albero cresce a Brooklyn” di Betty Smith.

     

    olivia de havilland yvette mimieux luce nella piazza olivia de havilland yvette mimieux luce nella piazza

    In tv fece storia la sua apparizione come epilettica in due puntate della celebre serie del “Dottor Kildare”, a fianco di Richard Chamberlain. Non si era mai vista prima una storia di epilessia alla tv americana.

     

    Interpretò il ruolo di una criminologa assieme a George Maharis e Ralph Bellamy nella serie “The Most Deadly Game”. Scrisse anche un film per la tv il film “The Hit Lady” nel 1974, dove interpretava un’assassina.

     

    L’anno dopo ebbe un ruolo forte, di donna brutalizzata da un poliziotto sadico, interpretato da Tommy Lee Jones nel bellissimo “Jackson County Jail”, diretto da Michael Miller, prodotto da Roger Corman, che diventò un cult da subito. Mai si erano viste scene di violenze di poliziotti sadici contro una ragazza indifesa. Adorato da Tarantino. 

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    Arrivati agli anni ’80 Yvette Mimieux, incominciò seriamente a pensare di lasciare il mondo di Hollywood.

     

    Intelligente, colta, piena di interessi, scrittrice, esperta di archeologia, aveva da subito lottato per non dover interpretare i personaggi superficiali e senza alcuna personalità che le offriva Hollywood. “I personaggi femminili che ci scrivono”, disse, “non hanno alcuna complessità.

     

    E’ tutto apparenza. Non c’è nulla da interpretare. Sono oggetti sessuali o dolci alla vaniglia, vanilla pudding”. Non si era mai sentita un vanilla pudding.

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    Non a caso, dopo il primo matrimonio con lo psicologo, era stata sposata per tredici anni, dal 1972 al 1985, con un genio del cinema e profondo intellettuale come Stanley Donen, il regista di “Cantando sotto la pioggia”. E’ poco dopo la fine del suo secondo matrimonio, che prende la decisione di ritirarsi.

     

    La sua ultima apparizione è nella serie “Lady Boss” con Kim Delaney. Così, metterà in piedi prima un’attività di vendita di oggetti haitiani, poi farà l’immobiliarista. E sposerà Howard F. Ruby, potente chairman e fondatore dell’Oakwood Worldwide, società che vende appartamenti di ogni tipo.

     

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    Un matrimonio definitivo per lei, che durerà 36 anni. In una delle sue ultime interviste nel 1994 disse: “Ci sono tribù in Africa che pensano che una macchina da presa ti rubi parte dell’anima e in qualche modo penso che sia vero quando vivi la tua vita in pubblico”.

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