MARIO SCHIFANO E ANITA PALLENBERG
Marco Giusti per Dagospia
Il mondo non sarà più lo stesso senza Anita Pallenberg. Fidanzata di Mario Schifano, Brian Jones, Keith Richards, con cui ha fatto tre figli, Mick Jagger. Ma soprattutto fidanzata dell’eroina, “il più grande amore della mia vita”, ammetteva con tranquillità. Un amore al quale aveva dovuto rinunciare da tempo. Divinità assoluta degli anni’60, come Marianne Faithfull, sua grande amica.
mick jagger e anita pallenberg
Divise tra rock, arte, cinema e eroina. «Io e Marianne Faithfull venivamo sempre lasciate sole, perché Keith e Mick registravano ed eravamo amiche. Giravamo insieme, ci drogavamo insieme, e andavamo da John Paul Getty, alla Rossetti House, perché aveva sempre un po’ di droga». Nata a Roma nel 1944 da un padre agente del turismo italiano, Arnoldo Pallenberg, arriva al cinema casualmente. Senza saper fare granché.
«Il primo film l’ho fatto quando ero con Brian, lui ha scritto la musica con Jimmy Page. Era un film di Volker Schlöndorff , Vivi ma non uccidere». Lascia Brian a Marrakech e si mette con Keith Richards. E la troviamo presto nei film giusti e più psichedelici del tempo. In Onyricon di Joe Massot, delirio acido con le musiche di George Harrison. Poi, a Roma, diventa la Dark Queen di Barbarella di Roger Vadim.
brian jones e anita pallenberg
«Facevamo una sola ripresa al giorno – raccontava - attorno alle 6,30 di sera. Era così noioso aspettare, probabilmente mi sono data alle droghe per quello. Vadim era divertente. Pensava di essere un ragazzino e si comportava come un ragazzino. Jane Fonda era molto professionale, ha avuto una vita molto tragica. Keith veniva a trovarmi e Jane si innamorò di lui». Ma Anita Pallenberg divide anche la scena con Mick Jagger nel fondamentale Performance/Sadismo di Nicolas Roeg.
anita pallenberg
Poi la troviamo con Michel Piccoli in Dillinger è morto. Volker Schloendorff la richama in La spietata legge del ribelle. Lei si porta dietro Keith Richards sul set. E’ più o meno se stessa in Umano non umano di Schifano, in Sympathy for the Devil di Jean-Luc Godard coi Rolling, in Candy di Christian Marquand. Bellissima e viziatissima. Non è una vera attrice, ma una icona di una scena pop-rock assolutamente favoloso.
Così la vedono, più recentemente, Philippe Garrel, John Maybury, Harmony Korine e soprattutto Abel Ferrara, che la vuole in Go Go Tales e in 4:44 l’ultimo giorno della terra, il suo ultimo film. Con Keith Richards si lasciarono venti anni fa e si rifece una vita. Seppe rinnovarsi, divenne stilista, scrisse, si divise per anni tra Londra, Roma, la Giamaica.
anita pallenberg nel 1967
Simpatica, disinibita, sempre pronta a dire la verità. «Sono pronta a morire. – dichiarò poco tempo fa - Ho fatto così tante cose qui. Mia mamma morì a 94 anni. Non voglio perdere la mia indipendenza. Ora ne ho 75 e onestamente non pensavo che sarei arrivata oltre i 40».
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