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Marco Giusti per Dagospia
Se ne va Alex Ponti, 68 anni, produttore, figlio di Carlo Ponti, fratello di Guendalina Ponti e fratellastro di Carlo e Eduardo Ponti. Rampollo del jet set internazionale, cercò di farsi largo nel cinema americano alla fine degli anni ’70 legandosi al padre e poi alla stessa Sophia nei suoi progetti cinematografici, non sempre fortunati tra America e Italia.
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Fece colpo il suo primo matrimonio, con grande festa a Santo Stefano nel 1980 dove per motivi legali né il padre né Sophia Loren poterono intervenire, con la fotografa Priscilla Rattazzi, la figlia di Susanna Agnelli e di Urbano Rattazzi. Un matrimonio che durò solo due anni. Si risposò poi con la attrice e regista Sandra Monteleoni, già moglie di Luca Corderio di Montezemolo.
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Forte dell’esperienza produttiva paterna, entra nel mondo del cinema nel 1979 partendo da Hollywood con un sub-Jaws pieno di ferocissimi piranhas brasiliani, “Killer Fish – Agguato sul fondo”, filmone di Antonio Margheriti con Lee Majors, Karen Black, Margaux Hemingway, Marisa Berenson, coprodotto con Farrah Fawcett e suo marito Lee Majors, forte di un budget, allora ricco, di 6 milioni di dollari. In un primo tempo il suo socio nel progetto era il figlio di Dino De Laurentiis, Federico, che morirà tragicamente nel 1980.
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Il film vanta, secondo quanto scrisse Vincent Canby sul “New York Times”, ''un uragano, un tornado, un crollo di una diga, un incidente aereo, una barca che si incaglia e una zattera di salvataggio che affonda''. Nel 1980 co-produce con Roger Gimbel per la EMI Television Programs il biopic televisivo su Sophia Loren, “Sophia Loren: Her Own Story”, diretto da Mel Stuart con Sophia nel doppio ruolo di se stessa e di sua madre, Armand Assante come il padre, John Gavin come Cary Grant, Edmund Purdom come Vittorio De Sica e Rip Torn come Carlo Ponti. Mai arrivato in Italia.
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Cerca di mettere in piedi, sempre per Sophia protagonista, una Sophia che non può ancora tornare in Italia, “The Maria Callas Story”, un biopic sulla Callas che non riuscirà a portare a termine. Produce subito dopo il film che doveva segnare nel 1984 il grande ritorno di Sophia al cinema in Italia, “Qualcosa di biondo” o “Aurora” diretto da Maurizio Ponzi, sceneggiato da Gianni Menon e Franco Ferrini su un soggetto di Sergio Citti, con suo figlio Edoardo di 11 anni nel ruolo proprio del figlio, Philippe Noiret, Marisa Merlini, Ricky Tognazzi, , seguito dalla miniserie televisiva “Mamma Lucia”, sempre con Sophia Loren, e nel 1990 dalla nuova versione tv di “La ciociara” per la regia di Dino Risi con Andrea Occhipinti e Robert Loggia, prodotto dal padre Carlo Ponti, dove ha solo la produzione esecutiva.
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E’ produttore poi di “Sabato, domenica, lunedì” di Lina Wertmuller con Sophia Loren, Luciano De Crescenzo, Luca De Filippo, Alessandra Mussolini. In un primo tempo cerca di chiuderlo in America, ambientandolo a Pittsburgh, per la regia di Peter Bogdanovich e Sophia in coppia con Marcello Mastroianni e un contratto con la Warner di 10 milioni di dollari. La sua produzione maggiore, però come esecutivo, è la commedia americana del 1991 “Oscar – Un fidanzato per due figlie”, diretto da John Landis con Sylvester Stallone, Ornella Muti, Kirk Douglas, Yvonne De Carlo, remake di un successo francese.
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Torna al cinema dopo un’assenza di dieci anni con i documentari “Madri” e “Vietato sognare” di Barbara Cupisti nel 2007, seguiti da quelli di Luca Archibugi, “Senza scrittori” e “Albuna Micheli”. Il suo ultimo lavoro per il cinema è il documentario di Francesco Saponaro “Eduardo: La vita che continua” con Luca De Filippo, Raffaele La Capria e Francesco Rosi.
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