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    IL NEMICO E' ALLE PORTE, CHE SI FA? – L’AVANZATA DELLA RUSSIA CREA IL RISCHIO DI GUERRIGLIA URBANA NELLE CITTA’ - L'INTERO SCENARIO È CONDIZIONATO DA ALMENO DUE VARIABILI. I RESISTENTI COINVOLGERANNO I CIVILI? E POI: QUALE TATTICA BELLICA SCEGLIERA’ PUTIN? IN CECENIA E SIRIA HA DISTRUTTO TUTTO CIO’ CHE HA INCONTRATO. NELL'INVASIONE UCRAINA, INVECE, HA INIZIATO A FUOCO LENTO, PER POI INTENSIFICARE LA CADENZA DEI COLPI – TRAPPOLE, KILLING ZONE, BUNKER E BARRICATE: LE SEI REGOLE DELL’ASSEDIO…


     
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    vladimir putin vladimir putin

    Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”

     

    L'Armata vuole chiudere la morsa attorno a Kiev, manovra simile a quella condotta nel sud-est. Potrebbe così iniziare un assedio e la minaccia costante di taglio di luce/acqua come a Mariupol. L'alternativa è mandare le truppe a stanare gli avversari. Un'opzione che qualsiasi Stato maggiore lascia per ultima perché costosa. John Spencer, esperto di guerra «urbana», ha indicato alcuni punti chiave.

    soldati russi soldati russi

     

    Primo. La difesa è in vantaggio, può sfruttare le strutture e gli spazi ridotti che riducono la manovra degli assalitori. Crea depositi, organizza trappole, killing zone dove attendere gli «esploratori», conosce il terreno. Controindicazione. Può guadagnare tempo. È ciò che avviene in queste ore in molti centri, però poi deve arrivare un aiuto esterno. E, al momento, non si vede chi possa essere.

     

    Secondo. L'intelligence ha una «visuale» ridotta, la ricognizione aerea non è sufficiente, chi è trincerato ha la possibilità di usare trucchi ed espedienti per nascondersi. Difficile anche fornire indicazioni per colpire da lontano.

    soldati ucraini soldati ucraini

     

    Terzo. Possiamo paragonarla ad una giungla, al posto della vegetazione ci sono gli edifici. Chi attacca è costretto ad esporsi, persino l'attraversamento di un viale si trasforma in un'area di tiro. Pochi uomini sono in grado di fermare una colonna, i cecchini sono in agguato, team ridotti sbucano alle spalle, dai tunnel. I russi hanno vissuto tutto questo nelle battaglie a Grozny, Cecenia. Non hanno un buon ricordo, ancora meno lo hanno i ceceni che hanno subìto la risposta. Mosca ha avuto altre esperienze analoghe (Siria), dispone di materiale più moderno (piccoli droni), può affidare il compito alla carne da cannone. Resta l'ostacolo.

     

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    Quarto. Ogni palazzo si trasforma in un bunker. Nei centri abitati più grandi esistono complessi ampi, con muri spessi, che consentono di creare linee di difesa successive. È ancora la storia militare a raccontare di «nidi» imprendibili se non dopo aver versato molto sangue.

     

    Quinto. Se le «barricate» tengono, la soluzione può essere quella di spianare, usare esplosivo in modo indiscriminato, scavare trincee che si avvicinino al target. Servono creatività e adattamento.

     

    Sesto. In teoria l'Armata dovrebbe muoversi lungo linee obbligate, dall'esterno verso il centro. Gli oppositori hanno il modo di anticipare alcune delle mosse. Nulla che determini una sconfitta, il solo scopo è di rallentare l'operazione sperando in una lunga tregua.

     

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    L'intero scenario è condizionato da almeno due variabili. Il rischio per i civili che resteranno nella «sacca»: i resistenti li coinvolgeranno? L'atteggiamento del neo-zar: si è sempre detto che vuole ridurre le distruzioni perché poi intende governare l'Ucraina. In altri luoghi - come nella già citata Grozny e nel teatro siriano - ha semplicemente spianato. Nell'invasione ucraina, invece, ha iniziato a fuoco lento, per poi intensificare la cadenza dei colpi. Un cambio per dimostrare che può scatenare l'Inferno.

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