Estratto dell’articolo di Francesco Rodella per “La Stampa”
salvador allende con pablo neruda
Mezzo secolo per piangere una delle più grandi voci della poesia latinoamericana, più di un decennio per cercare la verità. A quasi 50 anni dalla morte di Pablo Neruda, la lunga indagine aperta dalla giustizia cilena per chiarire le circostanze della sua scomparsa sembra giunta a un clamoroso punto di svolta: almeno ne è sicuro Rodolfo Reyes, nipote del poeta e avvocato.
«Neruda fu assassinato. Ci fu, nel 1973, un intervento di agenti dello Stato», ha dichiarato all'agenzia di stampa spagnola Efe. La sua conclusione si basa sulla recente analisi di una perizia realizzata nel 2017 sui resti del poeta — ufficialmente morto per malattia —, nei quali furono trovate tracce del batterio Clostridium botulinum.
la tomba di pablo neruda a isla negra 4
Questo germe, stando a Reyes, era già presente nel corpo di Neruda prima del suo decesso, avvenuto pochi giorni dopo il colpo di Stato militare del generale Augusto Pinochet: una prova «irrefutabile» del fatto che sarebbe stato iniettato a suo zio da qualcuno.
Quando morì, il 23 settembre 1973 nella Clinica Santa María di Santiago del Cile, Neruda era malato di cancro alla prostata. Ma, secondo la sua famiglia, le sue condizioni non erano così gravi da far presagire un decesso imminente. «Aveva difficoltà a camminare e dolori, ma non stava per morire», ha sostenuto alla Efe Elizabeth Flores, legale dei parenti del poeta, due anni prima vincitore del Premio Nobel per la Letteratura.
rodolfo reyes nipote di neruda
Le prove decisive per supportare la convinzione che non fosse quella la vera causa della scomparsa dovrebbero trovarsi nelle conclusioni a cui, ora, è arrivato un gruppo di esperti internazionali: incaricato dalla giustizia cilena di chiarire se il batterio trovato nei resti di Neruda fosse stato «iniettato da terzi», il team ha redatto un report a cui Reyes ha spiegato di aver avuto accesso in anticipo. […]
pablo neruda 4 augusto pinochet