Giulia Cazzaniga per "la Verità"
lecciso al bano 8
Ha fatto da tramite per far incontrare Matteo Salvini con Vladimir Putin, e pure con i cinesi. Stima Silvio Berlusconi - «non lo hanno fatto lavorare fino in fondo» - eppure non avrebbe problemi a intonare Bella Ciao in piazza, e se c' è un politico che definirebbe «straordinario» è Nichi Vendola. Al Bano Carrisi ci risponde da casa, da Cellino San Marco, appena uscito dalla serra di pomodori e cicoria.
I giornali di gossip la adorano da sempre. I rumors più recenti la davano in rotta con sua moglie, Loredana Lecciso.
«Grazie a Dio l' ennesima balla, ma mi è toccato smentire».
Non si è abituato a questo tipo di attenzione su di lei?
al bano carrisi
«Anzi, la odio. C' è chi scrive bugie e le vende a caro prezzo. Ma non vorrà parlare di gossip?».
Le prime domande sono per Al Bano imprenditore.
«Piano con le parole (sorride), io i pezzi grossi dell' imprenditoria italiana li ho conosciuti. Da Ernesto Pellegrini a Colnago, delle biciclette. Persone con quel qualcosa in più che io non ho. Io sono un passionario, al quale qualche volta le cose vanno bene e altre meno».
al bano dona il suo vino a salvini coi cinesi
Delle aziende - agricola, vinicola, alberghiera - e della casa discografica si occupa qualcuno al posto suo? C' è chi è capace di dirle «no»?
«Alla fine decido sempre di testa mia, è difficile fermarmi. Il vino poi è la mia passione fin da ragazzino. Anche se con la campagna ho avuto discordie: ho presto capito che si tratta di una partita sempre in perdita, e che in attivo sarebbe restato sempre un lavoro da schiavi».
Non le avrà fatto paura faticare.
«Figurarsi. Ho appena passato due ore in serra con i pomodori, le cicorie e il resto, ammazzando tante formiche che parevano un esercito. E poi ho spollonato l' uva in giardino. Mi sento meglio di prima, più energico».
al bano brinda con putin
È vero che è difficile trovare manodopera perché i giovani invece la temono?
«Il problema non sono i giovani, ma i genitori, che non li educano. Da ragazzino mio padre, con le buone - che preferivo - o con le cattive, mi portava in campagna, e lo ringrazierò sempre, mi ha dato una lezione di vita straordinaria. Quando ti abitui al lavoro, non ne avrai mai ribrezzo. Ci crede che una volta ho visto un bimbo milanese chiedere al padre se il fruttivendolo avesse appeso le ciliegie all' albero?».
Lei fu poi Al Bano, il cantante.
«La vocalità è il mio dono, come pure scrivere canzoni, cantare brani d' altri, o tuffarmi nel classico come pure ho fatto con grandissimi successi. L' ho capito da ragazzino, non ho mai smesso di crederci».
Quanto ha sofferto l' attività da imprenditore in questi mesi?
giornata del vino a expo con nannini e al bano 6
«Come per tutti gli altri, ahimé. Era quasi una morte annunciata, e adesso ci vuole una mano divina che faccia tutti alzare e camminare. Però le dico che il vino è l' unico a non aver sofferto, anzi».
Si beve per dimenticare?
«O per ricordare. Abbiamo venduto un buon 50% in più. E ci hanno appena dato l' ok per costruire una terza cantina: oggi produco 1,5 milioni di bottiglie l' anno, voglio arrivare a 5 milioni. Ce la farò».
Come ha vissuto personalmente questo periodo?
«La tragedia è stata la nostalgia per non poter cantare. È stata dura, dura davvero. Menomale che ho fatto tanta televisione. Avevo tournée previste in Giappone, Australia, Brasile tutto svanito come neve al sole».
il vino regalato da al bano a salvini
Rimandate?
«Sì, ma a quando?».
All' estero intanto ci va il suo vino.
«In tutto il mondo. Mercati musulmani a parte».
Chi lo ama di più?
«Russia, Cina, Germania, Italia ovviamente. Ma ci sono pure la Spagna e Panama, o la Romania».
Vende tanto perché porta il suo nome?
«Quello apre le porte, ma si va avanti solo con la qualità. È la mia carta vincente».
Il segreto?
«Un bravissimo enologo, che sappia seguire il processo fin dalla nascita, capire quando è il momento giusto per l' imbottigliamento. Ci sono alcune accortezze che sono indispensabili».
al bano carrisi in piazza a napoli 3
È lei, quell' enologo?
«Io sono quello senza laurea, poi ho i miei esperti. Ma mio padre mi faceva assaggiare fin da bambino vino buonissimo e non mi sbaglio quasi mai».
Di recente si è vaccinato. Qualche mese fa in tv si era chiesto: «C' è da fidarsi?».
«Mi sono informato bene con un amico medico. Mi ha detto che il vaccino è la salvezza dell' umanità, e così l' ho fatto».
il vino regalato da al bano a salvini 1
Quale?
«Mi hanno fatto Moderna».
Le avessero proposto Astrazeneca avrebbe avuto paura?
«Sono successi un po' di guai, capisco chi ne ha. In fondo la vita è la nostra, non un gioco».
Di «no vax» ce ne sono nel mondo dello spettacolo?
«Tanti, e anche nomi importanti di cui non sarò certo io a fare il nome. Ma è indispensabile vaccinarsi. Ancora ricordo il dottore di Cellino che ci metteva in fila, scolaretti alle elementari, per l' anti vaiolo. Ci salvò la vita».
Oggi i tempi della sperimentazione si sono accorciati.
«Mi fido di chi produce i vaccini, e non ho le carte in regola per parlare di eventuali errori».
Non si improvviserà virologo, insomma.
«Non ci penso nemmeno. Quanti ne abbiamo visti in questi mesi sbagliare? Con tutto il rispetto, perché alcuni li conosco bene».
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Qualche giorno fa è andato in piazza a Napoli con 500 sindaci a chiedere risorse per il Mezzogiorno.
«Ho aderito alla proposta del mio amico Pino Aprile, che si batte contro le ingiustizie, e contro quelle perpetrate contro il Sud sono sceso in campo come era giusto fare».
Qual è l'ingiustizia?
«Al Sud doveva arrivare il 70% del denaro dell' Unione Europea, ma siamo già al 40%, che a questo punto mi chiedo se arriverà davvero.
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Dall' Unità d' Italia in poi, il Nord ha strappato quel che ha potuto da qui per pagare i suoi debiti».
Meglio prima?
«Non sentirà mai da me un discorso contro l' Italia unita, mi piace l' idea che lo sia, ma che lo sia davvero. Qui si pagano le tasse come al Nord. E però i treni vanno alla stessa velocità che nel '61. Quelli rapidi arrivano al massimo a Napoli. Perché questa differenza? Subiamo uno schiaffo in faccia quotidiano».
Servono anche treni sul ponte sullo Stretto?
«Chiaro che sì».
Chi sferra gli schiaffi?
«Mi piacerebbe parlare di carezze, purtroppo non è così. Tutti i conti sono a favore del Nord, il Sud è maltrattato. Il Nord lo amo, lì ho materializzato i miei sogni.
Ma perché i ragazzi devono ancora scappare da qui per realizzare sé stessi?».
Mara Carfagna farà un buon lavoro?
AL BANO DOMENICA IN
«So che i suoi passi sono quelli giusti, mi auguro glieli lascino fare fino in fondo. Come ho fiducia in Mario Draghi. L' Italia potrebbe cambiare. Spero anche che Sergio Mattarella si sforzi per resistere altri quattro anni: so che è stanco, ma si faccia una vacanza e poi torni al Quirinale, perché ha dimostrato di essere un grande».
In piazza a Napoli le hanno chiesto di intonare Bella Ciao ma lei ha desistito.
«Non mi ricordo me lo abbiano chiesto, giuro. C' era anche chi mi chiedeva Felicità, o Nel sole».
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La intonerebbe accanto all' Inno di Mameli?
«Non avrei niente in contrario a cantare Bella Ciao, ma teniamoci l' inno per così com' è, è la nostra storia».
Eppure in Parlamento si sono un po' accapigliati anche su questo.
«Non sopporto la politica del litigio. I politici fanno baruffa per il proprio ego, ma così non usciamo da questa tragedia. All' estero ci stimano ancora per Leonardo Da Vinci, Raffaello, la Ferrari o Armani, non certo per una politica illuminata. La Germania, ad esempio, ha un' Angela Merkel che sta ancora nella casa dove viveva prima dell' impegno politico, dà un esempio di vita straordinario. Non credo possiamo dire lo stesso dei nostri politici. Ricordo ancora chi gridava "Roma ladrona" e poi una volta sedutosi sulla poltrona».
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Non ne salva neanche uno?
«Io non sto da nessuna parte, né a destra né a sinistra, e voto da sempre per chi mi dà più sicurezza».
Uno che le piace a destra?
«Berlusconi è un ottimo politico, ma poi non gli hanno permesso di lavorare fino in fondo».
A sinistra?
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«Nichi Vendola, straordinario. Ha portato il grande cinema in Puglia e l' ha promossa come ho sempre fatto anche io».
Ho scoperto una sua inedita passione per il judo.
«Recente, è vero. Sono diventato ambasciatore del judo. Cristiano Minellono ha scritto il testo dell' inno, io per la prima volta l' ho cantato a Budapest in italiano».
Cosa le piace di questo sport?
«Ci si studia tra avversari, poi c' è uno scatto improvviso e perde chi cade con le spalle a terra. Ma il bello è che nonostante la durezza dello scontro ci si abbraccia come fratelli appena ci si rialza».
MATTEO salvini E VLADIMIR putin
È vero che stava per combinare un incontro tra Salvini e Putin?
«Già due anni misi in contatto i cinesi e Salvini, che fu gentilissimo.
Mandò il ministro Centinaio e da allora arriva più vino italiano di prima nel Paese del Dragone, che prediligeva i vini francesi».
E stavolta con Putin come è andata?
«Avevo il numero di Salvini da allora, e la federazione di judo mi ha chiesto di invitarlo. Ma poi Putin ha rimandato l' appuntamento di Budapest, per via dell' incontro con Biden».
Putin lei lo ha già incontrato.
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«Prima volta nel 1985, poi altre quattro, al Cremlino anche».
Conosce le sue canzoni?
«Tutti i russi le conoscono».
Che giudizio ha di lui?
«Mi ispira tanta, ma tanta fiducia. E non mi sbaglio. Ha dimostrato di non essere il nemico di nessuno».
I suoi programmi per il futuro?
«Il più importante è la grande festa che voglio fare quando sarà morto il Covid, con una grande bara in una fossa».
salvini al bano
Nel frattempo andrà in vacanza?
«Quando sono a casa faccio il contadino e metto in vacanza l' artista, e viceversa. Il mio lavoro è una vacanza, dove altro dovrei andare?».
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