Bruno Ruffilli per “la Stampa”
brian eno
Heroes e once in a Lifetime , One ed Every Teardrop is a Waterfall sono state scritte, suonate e cantate da musicisti diversi, segnando quattro decenni di storia del rock. Ma Bowie, i Talking Heads, gli U2 i Coldplay (e anche Damon Albarn e tanti altri) hanno qualcosa in comune: Brian Eno.
Inglese, 68 anni, come produttore è un maestro nel costruire canzoni di successo, come musicista l'autore di meraviglie senza tempo (Another Green World , Before and After Science). Ma soprattutto è un intellettuale prestato alla musica. Il suo ultimo lavoro solista, Reflection, è uscito il primo gennaio per Warp. L'album è solo una parte del progetto, che comprende anche un'app per iPhone, iPad e Apple tv, ma è anche solo una parte della musica che Eno ha creato per Reflection: un brano unico da 54 minuti disponibile in streaming o per il download, su cd o doppio vinile.
BRIAN ENO
In questa versione è diviso in quattro parti, eppure è sempre lo stesso, perché è il prodotto di un processo, e l'opera non è tanto la musica, quanto l'insieme di regole da cui nasce.
La musica di Reflection è infinita e si trasforma all' infinito, ascoltarla, dice lo stesso Eno nelle note di copertina, è come sedere accanto a un fiume, che è sempre lo stesso ma cambia sempre.
All'ascolto, si confonde con l'ambiente circostante e non pretende un' attenzione esclusiva; Musique de Tapisserie, la chiamava Eric Satie, uno dei predecessori di quell'ambient che troverà la sua codifica concettuale in Discreet Music (1975) e poi in una serie di dischi pubblicati a cavallo degli Anni 80. Di Music for Airports, realizzato nel 1978 per l'aeroporto di Colonia, disse a La Stampa che era pensato per poter essere interrotto. Doveva essere possibile parlarci sopra.
brian eno light music
Reflection è articolato in pulsazioni sonore che cambiano poco a poco, rallentano il tempo, donano al respiro una profondità nuova e una regolarità dimenticata. Musica per pensare, lontana però dalle suggestioni mistiche ed estetizzanti della new age. La creazione di un brano come questo passa attraverso tre stadi - spiega Eno -.
Il primo è la selezione del materiale sonoro e dell' atmosfera musicale, una costellazione di relazioni fra i suoni. Questi sono poi organizzati in schemi ed esplorati attraverso un sistema di algoritmi che variano e modificano gli elementi iniziali che io gli fornisco, e ne risulta una corrente (o un fiume) di musica che cambia costantemente forma. Il terzo stadio è l' ascolto. Una volta che il sistema è pronto e funzionante, passo molto tempo - giorni o addirittura settimane - a vedere cosa fa e a rifinire i materiali e i set di regole che governano gli algoritmi. È molto simile al giardinaggio: pianti i semi e li curi finché non arrivi al giardino che ti piace.
brian eno boicotta israele
Eno è anche artista visuale: dipinge con la luce. Anche Reflection è a suo modo un' opera visuale, e lo si nota nell'app realizzata con Peter Chilvers, in vendita a 40 euro sullo store Apple. Qui suoni, colori e forme costruiscono trame che variano a seconda del momento: sono più compatte di giorno, per contrastare il sole e i gesti degli uomini, più trasparenti di notte, per lasciar passare il silenzio e il tempo lento del riposo.