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    PECHINO BATTE WASHINGTON: I CINESI HANNO NOMINATO IL NUOVO AMBASCIATORE IN ITALIA, GLI AMERICANI COSA ASPETTANO? – IL RAPPRESENTANTE DIPLOMATICO DEL REGIME DI PECHINO SARÀ JIA GUIDE, EX AMBASCIATORE IN PERÙ - SOTTO LA SUA GUIDA LIMA ADERÌ ALLA VIA DELLA SETA: UN MESSAGGIO ALL’ITALIA, CHE INVECE POTREBBE RETROCEDERE DAL MEMORANDUM FIRMATO DA CONTE NEL 2019 (MA PUÒ?)– E INTANTO BIDEN DEVE ANCORA SCEGLIERE IL SUCCESSORE DI LEWIS EISENBERG, CHE HA LASCIATO ROMA DUE ANNI FA…


     
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    Gabriele Carrer per www.formiche.net

     

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    La Farnesina ha reso noto che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha concesso il gradimento per la nomina di Jia Guide ad ambasciatore della Repubblica popolare cinese in Italia. Il suo ultimo incarico è stato a Pechino, come direttore del dipartimento che si occupa delle questioni legali riguardanti gli affari esteri e il diritto internazionale.

     

    Cinquantasei anni, sposato, un figlio. Il diplomatico ha studiato all’Università di Pechino e ha un master in diritto dell’ambiente alla George Washington University. Entrato in diplomazia negli anni Novanta, ha alternato gli incarichi al ministero degli Esteri (sempre al dipartimento giuridico e dei trattati) con quelli all’estero: Kingston (Giamaica), Vienna (alle Nazioni Unite) per poi diventare ambasciatore in Perù dal 2015 fino al 2019.

     

    XI JINPING GIUSEPPE CONTE XI JINPING GIUSEPPE CONTE

    Sotto il suo mandato il governo di Lima aveva aderito alla Via della Seta. Era accaduto poche settimane dopo che il governo italiano guidato da Giuseppe Conte aveva firmato anch’esso il memorandum d’intesa sulla Via della Seta rendendo l’Italia il primo e unico Paese del G7 a compiere questo passo verso Pechino.

     

    Sarà questo uno dei temi al centro del suo mandato: il rinnovo dell’accordo. Entro fino anno, infatti, il governo italiano guidato da Giorgia Meloni, attesa a Pechino dal leader Xi Jinping nel primo semestre, dovrebbe informare la controparte cinese nel caso in cui volesse uscire (come dichiarato pubblicamente in più occasioni) dal memorandum d’intesa sulla Via della Seta, che altrimenti si rinnoverebbe automaticamente a marzo 2024.

     

    Come raccontato su Formiche.net, nel caso in cui l’intenzione fosse quella di comunicare il passo indietro, Roma dovrebbe prepararsi anche a una reazione di Pechino, ipotizzando perfino azioni coercitive come quelle messe in pratica dalla Cina con Australia e Lituania negli ultimi anni.

     

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    Altri dossier caldi per lui saranno Taiwan, tema recentemente entrato ufficialmente nell’agenda diplomatica italo-statunitense, e gli investimenti dei colossi statali cinesi come Cosco, società che grazie al lavoro proprio di Jia Guide a Lima ha deciso di investire circa 3 miliardi di dollari per costruire un terminal container in Perù, nel porto di Chancay, per farne un hub sudamericano.

     

    L’ambasciatore prenderà il posto di Li Junhua, che ha lasciato Roma a fine luglio per diventare sottosegretario generale per l’Economia e gli affari sociali delle Nazioni Unite. In questa fase di transizione a capo della rappresentanza c’è Zheng Xuan in qualità di incaricato d’affari ad interim.

     

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    Pechino, dunque, batte Washington a Roma, almeno nella corsa al nominare il nuovo ambasciatore. Infatti, l’amministrazione Biden non ha ancora indicato il nome del successore di Lewis Eisenberg, che ha lasciato la capitale ormai due anni fa alla fine del mandato di Donald Trump. Da alcuni mesi l’ambasciata è guidata da Shawn Crowley, che ha assunto il ruolo di incaricato d’affari ad interim precedentemente ricoperto da Thomas Smitham.

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