Vittorio Sabadin per “il Messaggero”
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Accade spesso nelle guerre che, se le cose non vanno come previsto, chi le ha decise scarichi la colpa sui generali dell'esercito, i quali sono facili da rimuovere e sostituire. Il presidente russo Vladimir Putin ne ha già silurati più di qualunque altro autocrate guerriero della storia, ma l'ultima purga, decisa pochi giorni fa, sta causando molte preoccupazioni nelle intelligence occidentali.
Secondo il ministero della Difesa britannico, al comando delle operazioni in Ucraina ci sarà ora il colonnello-generale Sergei Surovikin, i cui modi sbrigativi sono già stati sperimentati in Siria con ampia soddisfazione del Cremlino. Secondo il rapporto dei servizi britannici, dall'inizio di giugno Putin ha rimosso dai ruoli di comando operativo in Ucraina alcuni altri ufficiali, tra i quali il generale Alexander Dvornikov, comandante dell'esercito meridionale, e il colonnello-generale Andrei Serdyukov, comandante delle forze aviotrasportate.
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Quando un capo di stato non si fida più dei suoi generali, deve mettere al comando qualcuno di più simile a lui, con il quale possa capirsi al volo. Sergei Surovikin, la cui carriera è costellata di brutalità e di accuse di corruzione, è stato dunque scelto secondo quanto riferisce il ministero della Difesa britannico per sostituire Dvornikov e guidare le attuali operazioni sulle coste del Mar Nero.
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FEDELISSIMO
Se Putin vuole chiudere in fretta il conflitto, Surovikin sembra l'ufficiale più adatto. Nel 2017 in Siria aiutò le truppe di Assad a riprendere in pochi mesi il controllo del 50% del territorio del Paese e le sue campagne militari impressero una svolta alla guerra. Di certo, se si vuole fare in fretta, non bisogna andare tanto per il sottile. Nell'agosto del 1991, nel pieno del golpe contro Michail Gorbaciov, comandò un battaglione che doveva fermare i manifestanti in un tunnel di Mosca: i soldati spararono e ne uccisero tre. Arrestato dopo il fallimento del golpe, fu poi graziato dal nuovo presidente Boris Eltsin perché «stava solo eseguendo gli ordini».
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Nel 1995 Surovikin fu condannato dal tribunale militare a un anno di libertà vigilata per vendita illegale di armi, condanna poi annullata perché si poté accertare che si trattava solo di una pistola prestata ad un amico. In molti altri casi è riuscito a evitare processi e condanne: nel 2004 un colonnello, Vktor Chibizov, lo accusò di averlo picchiato dopo una discussione politica, e nello stesso anno il colonnello Andrei Shtkal si sparò in sua presenza esasperato dalle continue critiche che riceveva.
In entrambi i casi, il procuratore militare non trovò addebiti da muovere a Surovikin.
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Brillante anche nelle azioni militari in Cecenia, il nuovo comandante delle operazioni sul Mar Nero ha nel suo curriculum anche la creazione della polizia militare russa ed è stato nominato nel 2017 comandante delle forze aerospaziali, la nuova importante branca dell'esercito con la quale si combatteranno le guerre del futuro.
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PLURIMEDAGLIATO
Alle parate sulla Piazza Rossa, la divisa di Surovikin è quella con più medaglie: è Eroe della Federazione Russa, ha ricevuto tre volte l'Ordine della Stella Rossa, l'Ordine del Merito Militare e l'Ordine del Coraggio. La nomina in Ucraina rafforza le voci secondo le quali sarà presto lui a prendere il posto del Capo di Stato Maggiore delle forze armate Valery Gerasimov, messo in naftalina da Putin insieme a tanti altri generali: Serhiy Kisel, sospeso per non aver preso Kharkiv, il viceammiraglio Igor Osipov, rimosso dopo la perdita dell'incrociatore Moskva, il comandante della Sesta armata, Vladislav Ershov, quello della Ventiduesima, Arkadij Marzoev, e il vice-ammiraglio Sergej Pinchuk, che figura ancora sotto inchiesta.
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È sparito dalla circolazione anche Sergei Beseda, il capo dei servizi segreti colpevole di avere fatto credere che Kiev sarebbe caduta in poche ore. La mancanza di scrupoli di Surovikin potrebbe avere successo dove altri hanno fallito, ma anche lui sa che l'Ucraina non è la Siria, e dovrà stare in equilibrio su un filo dal quale è molto facile cadere.