Estratto dell'articolo di Anais Ginori per www.repubblica.it
michel barnier
Il partito neogollista torna al potere dopo più di un decennio. Con soli 47 deputati conquista 6 dicasteri, tra cui quello simbolico dell’Interno. Il “primo poliziotto di Francia” è infatti Bruno Retailleau, capogruppo al Senato e rappresentante della corrente più dura del partito. La sarkozysta Rachida Dati conserva il ministero della Cultura. [...]
Il macronismo si presentava sette anni fa come “di destra e di sinistra”. Ormai è tutto sbilanciato su un solo lato dell’emiciclo. L’apertura a sinistra – auspicata nelle prime dichiarazioni di Barnier - non c’è stata. I vari nomi della gauche che il neopremier ha provato a imbarcare hanno tutti rifiutato. Alla fine, l’unico transfuga è Didier Migaud, ex presidente della Corte dei Conti con un passato, ormai lontano, nel partito socialista.
Jean-Luc Melenchon
Poche le riconferme rispetto al precedente governo, com’era inevitabile anche se il blocco centrale con circa 170 seggi resta l’azionista principale di una coalizione lontanissima dalla maggioranza assoluta all’Assemblée Nationale (289 deputati). Macron – che non ha voluto dare l’incarico alla coalizione di sinistra - riesce a conservare persone di sua fiducia alla Difesa (confermato l’attuale ministro Sébastien Lecornu) e agli Esteri dove arriva Jean-Noel Barrot, già sottosegretario all’Europa e affiliato al centrista Bayrou.
Al ministero dell’Economia, Bruno Le Maire aveva già annunciato l’addio, dopo una permanenza record di sette anni. In questo dicastero cruciale, che deva affrontare la partita della Legge di Bilancio, arriva il giovane (33 anni) Antoine Armand, deputato del partito di Macron. Altri ministri uscenti sono stati fatti fuori: Eric Dupond-Moretti alla Giustizia e Gérald Darmanin agli Interni. Il caso vuole che Marine Le Pen li aveva pubblicamente messi sulla sua personale lista nera, perché colpevoli di aver “offeso” gli elettori del Rassemblement National con alcune dichiarazioni.
MICHEL BARNIER
Con una sinistra che ha organizzato nuove manifestazioni in piazza contro l’Eliseo e minaccia di presentare una mozione di sfiducia appena aprirà il Parlamento, la leader dell’estrema destra tiene in pugno il destino del governo Barnier. Se si unisse nei voti alla gauche, l’esecutivo del nuovo premier cadrebbe.
Le Pen ha promesso una “non sfiducia” nella fase iniziale ma senza impegnarsi su un orizzonte preciso. Ieri, dopo l’annuncio della lista dei ministri, ha parlato di «governo transitorio», frutto di un «rimpasto» che «non rispecchia la voglia di cambiamento e alternanza dei francesi». Il suo delfino, Jordan Bardella è stato ancora più netto: “È un governo che non ha futuro”. Non sorprende il commento di Jean-Luc Mélenchon che punta addirittura a una mozione di destituzione di Macron. “È il governo dei perdenti delle legislative” ha detto il leader della France Insoumise. “Bisogna sbarazzarsi di loro il prima possibile”.
Olaf Scholz Emmanuel Macron e Pedro Sanchez EMMANUEL MACRON E I BARCHINI SULLA SENNA - MEME BY EDOARDO BARALDI cerimonia inaugurale giochi parigi macron bach macron bach emmanuel macron nuota tra le nutrie nella senna - meme Jean-Luc Melenchon