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    IL MAESTRO E’ ZVEREV: DJOKOVIC SI INCHINA AL NUOVO FENOMENO – IL TEDESCO RE DEL MASTERS A 21 ANNI: RIGENERATO DA LENDL, È NUMERO 4 DEL MONDO DIETRO DJOKOVIC, NADAL E FEDERER - IL FUTURO È DI 'ODINO', CHE HA TUTTO PER PIACERE AGLI DEI DEL TENNIS (E ALLE DONNE) – LA POLEMICA CON FEDERER E L’EPISODIO CONTROVERSO DELLA PALLINA CADUTA DALLE MANI DEL RACCATAPALLE - VIDEO


     
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    Gaia Piccardi per il Corriere della Sera

     

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    Il nuovo maestro è un Odino zazzeruto e algido, già stretto d' assedio dalle groupies del circuito, cresciuto nel mito di Roger Federer e Dwayne Wade e, da oggi, mitizzato lui stesso in quanto più giovane campione delle Atp Finals - a 21 anni - dal 2008, quando a Shanghai fu il rivale battuto, Novak Djokovic, a trionfare.

     

    Con molto oro al collo e pochi fronzoli, aggrappato a un servizio devastante (71% di prime palle, 10 ace) e a poche solide idee disegnate sul campo per lui dal neo-mentore Ivan Lendl (anche lui vincitore del primo dei suoi cinque Master a 21 anni: New York 1982), Alexander Zverev detto Sascha - figlio di Alexander Mikhailovic senior e Irina Zvereva, ex tennisti dell' Unione Sovietica - fa il passo che gli mancava tra i grandi, annettendosi il Masters e chiudendo l' anno al numero 4 della classifica mondiale, subito dietro gli Immortali. Nel gennaio 2019 dall' Australia, quindi, si ripartirà così: Djokovic, Nadal, Federer e poi lui, il piccolo di famiglia (198 centimetri) con un futuro da predestinato.

     

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    La rincorsa è partita da lontano. Amburgo, 20 aprile 1997. Sei anni dopo il trasloco dalla Russia alla Germania del clan Zverev, nasce Alexander junior. Con i genitori e un fratello maggiore, Mikhail detto Misha, tennisti, non c' è da stupirsi che a 5 anni Sasha sia già in campo, instradato da papà, e che ieri sia diventato il primo tedesco dai tempi di Boris Becker (Francoforte 1995) a laurearsi maestro.

     

    ZVEREV DJOKOVIC ZVEREV DJOKOVIC

    Due set facendo il Djoker contro un Djokovic irriconoscibile, fallosissimo di dritto e frastornato: il numero 1 del ranking sognava di eguagliare Federer nei titoli Master vinti (6) a coronamento di una stagione da urlo (due Slam, Wimbledon e Us Open, Cincinnati, il trono del tennis riconquistato), e invece si ritrova a fare i complimenti a rete a Odino, 6-4, 6-3 e tutti in vacanza.

     

    È stato davvero il torneo delle sliding doors, questo Masters che ha raccolto in riva al Tamigi gli otto migliori fradici di stanchezza (si lamentano che giocano troppo e poi si vanno a sfiancare in lucrosissime esibizioni attraversando il mondo...), Zverev si era arreso a Djokovic nel girone e ribalta il destino in finale, dopo aver rispedito da Mirka un Federer brutto e bolso.

    beckham e il figlio romeo finale zverev-djokovic beckham e il figlio romeo finale zverev-djokovic

     

    Si può eccepire sulla formula del Masters, che premia un tennista battuto a inizio settimana, ma non è certo la prima volta che succede e Sasha non viene sommerso dai coriandoli azzurri della premiazione per caso. A differenza di Grigor Dimitrov, maestro 2017, di Atp Finals Zverev ne vincerà altre, e sbancherà gli Slam, perché il rodaggio è finito, ha un tennis per tutte le superfici (Nadal permettendo sulla terra, però il tedesco quest' anno al Roland Garros è arrivato nei quarti) e l' età sarà un' arma letale contro la generazione dei magnifici ultra-trentenni.

     

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    «Se guardo le cose in prospettiva - ha detto Djokovic a fine match -, non posso negare che sia comunque stata una stagione eccezionale».

     

    Ha ragione: dopo gli Internazionali d' Italia, a maggio, era sceso al numero 22 della classifica e la sconfitta con Marco Cecchinato a Parigi pareva aver segnato il punto più basso della carriera. Ma il futuro è di Odino, che ha tutto per piacere agli dei del tennis: la faccia da schiaffi, gli occhi blu, l' altezza da cui far precipitare fulmini, tuoni, saette e ace, il look giusto e il tennis adeguato per ipotecare gli Slam quando Djokovic, Nadal e Federer gliene offriranno l' occasione, magari già sul veloce di Melbourne arroventato dal sole australiano.

     

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    «Sono incredibilmente felice» dice Sasha nel microfono mentre il padre piange e la mamma raggiunge il campo (non riesce a vedere le partite del figlio dal vivo): «Grazie per avermi allenato tutta la tua vita. Adesso però smettetela di piangere...». Seguiranno lacrime più calde per successi ancor più pesanti. L' era di Zverev è appena decollata.

     

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