Estratto dell'articolo di Francesca Balestrieri e Vittorio Buongiorno per “il Messaggero”
LICEO ETTORE MAJORANA LATINA 1
Nessun passo indietro, né da una parte, né dall'altra. Il preside del Liceo Majorana di Latina finito sulla ribalta nazionale per il parapiglia nato dopo il divieto agli alunni di tenere i cellulari in classe tira dritto, spalleggiato tra l'altro da decine di colleghi. Dopo la lite con il genitore e il fratello della studentessa che si era rifiutata di consegnare il telefonino, ha spiegato agli agenti di essere stato aggredito e si è fatto refertare al pronto soccorso. Infatti ieri mattina non era a scuola.
LICEO ETTORE MAJORANA LATINA
Il caso non è destinato a finire qui. La Questura di Latina, guidata da Michele Spina, ha inoltrato una informativa di reato e la Procura ha aperto un'inchiesta. Gli agenti hanno raccolto le testimonianze, i reati ipotizzati sono le percosse e le minacce.
Il problema è che anche il padre della studentessa non arretra, anzi, rincara la dose. Ieri ha cercato di spiegare a genitori e studenti quanto è accaduto e nel farlo è andato giù pesante. «Mia figlia non ha voluto consegnare il telefonino a seguito della circolare che tutti conoscete - ha spiegato su una chat che ha fatto il giro della scuola -.
STUDENTI SMARTPHONE
Tale diniego è stato causato dall'irresponsabilità da parte del corpo docenti e dell'istituto in caso di furto o smarrimento, nonostante il dispositivo fosse nelle loro disponibilità. Nonostante mia figlia si sia offerta di tenere il telefono spento e riposto nello zaino, anziché consegnarlo, dopo aver preso due annotazioni e essere mandata dalla vicepreside, è stata minacciata di venire sospesa nel caso in cui non si fosse piegata al sistema». Insomma, benzina sul fuoco. A sorpresa, su queste frasi è calato il gelo. Paura di ritorsioni da parte del liceo? [...]
TELEFONO A SCUOLA
L'unica concessione che qualche genitore è disponibile a fare riguarda la responsabilità della scuola rispetto ai telefonini: «Se viene rubato o perso ne deve rispondere» ammettono alcuni genitori fuori dal liceo. Su questo è stato proprio il preside Domenico Aversano a metterci la faccia in un curioso botta e risposta tra i commenti in calce all'articolo pubblicato sulla pagina Facebook del Messaggero: «Siamo ben consapevoli della responsabilità del custode e, in caso di furti o danneggiamenti, la scuola non si sarebbe tirata indietro. Le faccio presente che in una collettività organizzata le regole sono indispensabili per il buon vivere civile, altrimenti saremmo tutti vittime della sopraffazione altrui. Cordiali saluti». [...]
TELEFONO A SCUOLA
Da buoni italiani, se succede qualcosa, un furto, uno smarrimento o una rottura, la colpa non sarebbe stata di nessuno ed in tal caso lo studente avrebbe dovuto semplicemente ricomprarselo, a danno delle famiglie come noi che fanno quotidianamente sacrifici per mandare i propri figli a scuola e crescerli nel migliore dei modi». Ma era proprio questo il senso di quella circolare: «Aiutare i ragazzi a crescere», come ha scritto la vicepreside in una lettera aperta a famiglie e ragazzi. «Quello che è accaduto non ha senso - scrive Marina Santoro - Invece quando mi interrogo, come insegnante, su quale sia il ruolo della scuola, la risposta è univoca: dare lezioni di senso». [...]
TELEFONO A SCUOLA TELEFONO A SCUOLA