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    UNA CHIESA REMISSIVA - IL PAPA FINALMENTE COMMENTA LA NOTIZIA DI SANTA SOFIA CHE DA MUSEO TORNERÀ MOSCHEA: ''SONO MOLTO ADDOLORATO''. LA FRASE DURANTE L'ANGELUS, DOPO IL SILENZIO DAVANTI ALLA SANTA SEDE - PER QUASI UN MILLENNIO LA CHIESA PIÙ GRANDE DELLA CRISTIANITÀ, A LUNGO SEDE DEL PATRIARCATO DI COSTANTINOPOLI, FU TRASFORMATA IN MOSCHEA DAL SULTANO MAOMETTO II NEL 1453 DOPO LA CONQUISTA OTTOMANA, MA POI ATATURK LA RESE UN LUOGO ''PER TUTTI''


     
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    TURCHIA: PAPA, PENSO SANTA SOFIA,SONO MOLTO ADDOLORATO

     (ANSA) - Il Papa rivolge un pensiero a quanto sta accadendo ad Istanbul. "Penso a Santa Sofia e sono molto addolorato", ha detto all'Angelus.

     

     

    IERI:

     

    TURCHIA: NOTIZIA S.SOFIA SU OSSERVATORE MA NESSUN COMMENTO

     (ANSA) - "Santa Sofia da museo a moschea": l'Osservatore Romano riferisce in prima pagina la notizia della decisione del premier turco Erdogan in merito all'ex basilica cristiana che era stata trasformata in moschea, poi in museo e che ora tornerà ad essere moschea. Il giornale vaticano riferisce i fatti e alcuni commenti così come fa il portale Vatican News con la notizia in apertura. Sono le uniche 'voci' sulla questione da parte della Santa Sede che non è ufficialmente intervenuta sulla vicenda.

     

    papa francesco a lesbo con i leader ortodossi papa francesco a lesbo con i leader ortodossi

    SANTA SOFIA TORNA MOSCHEA, ERDOGAN CANTA VITTORIA

    Cristoforo Spinella per l'ANSA

     

    Santa Sofia tornerà a essere una moschea. Dopo 85 anni, Recep Tayyip Erdogan realizza il sogno dell'islam politico in Turchia. Il Consiglio di Stato ha votato all'unanimità l'annullamento del decreto di Mustafa Kemal Ataturk che aveva trasformato in museo il monumento simbolo di Istanbul per "offrirlo all'umanità", dopo quasi 1.500 anni trascorsi come luogo di culto cristiano e poi musulmano. Una decisione storica che il presidente ha subito tradotto in legge, firmando il decreto che trasferisce l'amministrazione dell'edificio dal ministero del Turismo alla Diyanet, l'autorità statale per gli affari religiosi, che amministra le 80 mila moschee turche.

    santa sofia torna moschea la cerimonia in diretta con erdogan santa sofia torna moschea la cerimonia in diretta con erdogan

     

    E da oggi una in più. Dalla preghiera del venerdì del 24 luglio, ha annunciato il leader di Ankara in un discorso serale alla nazione, tornerà un luogo di culto islamico. Per Erdogan, spesso accusato di minare la laicità delle istituzioni di Ankara, è il passo simbolicamente più importante dopo oltre 17 anni al potere, che gli permette di ricompattare la sua base politica in un momento di difficoltà, tra crisi economica ed emergenza coronavirus. Una mossa che lo riafferma anche come leader nel mondo islamico, ma che rischia di costargli caro nei rapporti con il resto della comunità internazionale.

     

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    La decisione ha subito scatenato proteste e indignazione. Per la Grecia, si tratta di una "aperta provocazione al mondo civilizzato". Secondo la ministra della Cultura, Lina Mendoni, "il nazionalismo mostrato da Erdogan riporta il suo Paese indietro di sei secoli". Immediata è giunta anche la reazione della Chiesa ortodossa russa, che parla di una decisione che ignora "milioni di cristiani". Già alla vigilia, il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, primus inter partes tra le guide spirituali dei 300 milioni di fedeli ortodossi, aveva lanciato l'allarme sui rischi di una reazione "dei cristiani nel mondo contro l'Islam".

     

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    Da Washington a Mosca, da Bruxelles ad Atene, in tanti avevano tentato di fermare lo strappo. Invano. Il leader di Ankara ha invocato la "sovranità nazionale" sulla decisione, assicurando però che "le porte continueranno a essere aperte a tutti, turchi e stranieri, musulmani e non musulmani". Inascoltati sono rimasti anche gli appelli al dialogo dell'Unesco, che ora si dice "profondamente dispiaciuto" e ha espresso la sua "preoccupazione" all'ambasciatore turco presso l'organismo, chiedendo un confronto per evitare il rischio di rimozione del monumento dalla lista del Patrimonio mondiale dell'umanità.

     

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    Per quasi un millennio la chiesa più grande della cristianità, a lungo sede del patriarcato di Costantinopoli, trasformata in moschea dal sultano Maometto II nel 1453 dopo la conquista ottomana, Santa Sofia torna ora luogo di preghiera per i musulmani. I giudici della 10/ma sezione del Consiglio di stato hanno accolto il ricorso presentato nel 2016 da un piccolo gruppo islamista locale, l'Associazione per la protezione dei monumenti storici e dell'ambiente. Secondo le motivazioni del massimo tribunale amministrativo, l'edificio appartiene a una fondazione che l'avrebbe eredito da Maometto II e sarebbe quindi illegittimo destinarlo ad un uso diverso da quello previsto dal sultano.

     

    Immediati sono stati i festeggiamenti di gruppi islamisti e nazionalisti, oltre che di ministri e deputati. Poco prima della decisione, il monumento era stato appositamente transennato per evitare assembramenti a ridosso dell'edificio. Sventolando bandiere turche, i manifestanti si sono comunque riuniti nella piazza antistante di Sultanahmet. "Rompiamo le catene di Santa Sofia", era stato per anni il loro slogan. Da oggi, quelle "catene" non ci sono più.

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