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    IL PARADOSSO AZZURRO: L’ITALIA VA CACCIA DI UN TROFEO CON GIOCATORI CHE NON HANNO VINTO QUASI NULLA - STASERA, CONTRO L'OLANDA, LA NAZIONALE PROVA A BLINDARE IL PRIMO POSTO NEL GIRONE DI "NATIONS LEAGUE". MA AI NOSTRI GIOCATORI MANCA UN PALMARES INTERNAZIONALE CON LE SQUADRE DI CLUB CHE DIA ESPERIENZA E TENUTA MENTALE - IL DISPERATO BISOGNO DI UN BOMBER... 


     
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    Claudio Savelli per “Libero quotidiano”

     

    mancini mancini

    Il paradosso dell' Italia è che va in cerca di trofei internazionali senza averne mai vinti. O quasi. Gli undici titolari scelti da Roberto Mancini per la sfida all' Olanda, decisiva per avvicinarsi al primo trofeo della sua gestione (la Nations League), possono infatti sfoggiare un solo trofeo europeo: l' Europa League vinta da Jorginho con il Chelsea di Sarri, una stagione e passa fa.

     

    Per il resto, la bacheca è addobbata "solo" dai titoli nazionali, tra cui i nove scudetti di Bonucci e Chiellini con la Juventus e la manciata di Coppa Italia di questi ultimi, di nuovo di Jorginho e di Immobile. Per il resto, polvere.

     

    Se, come sembra, non dovessero partite titolari Verratti e Sirigu, artefici delle innumerevoli vittorie su suolo francese del Psg di oggi e di ieri, la quota titoli in dote ai titolari azzurri si riduce all' osso. È il tasto dolente dell' Italia, una squadra che si sta facendo e deve farsi da sé, in autonomia, contando poco o nulla sull' abitudine a vincere degli azzurri con i club.

     

    Ecco perché Bonucci e Chiellini sono indispensabili non solo per le loro qualità, ma perché hanno già vissuto più volte il percorso che conduce ad un trofeo, di certo più di tutti gli altri.

     

    bonucci chiellini bonucci chiellini

    E con loro, allo stesso modo, è un perno fondamentale Jorginho: perché è l' unico regista autentico in rosa, ma anche perché è il solo (con il compagno Emerson che però lascerà posto a Spinazzola), ad aver vinto una finale europea, seppur di tono minore rispetto alla Champions.

     

    ASPETTANDO L' EUROPEO Ora la mancanza di trofei è un non-problema perché la possibilità di vincerne uno è lontana nel tempo: il primo appuntamento è infatti l' Europeo della prossima estate.

     

    Ma è vero anche che ci si arriverà in piena astinenza, visto che, al netto della Nations League, l' ultima competizione con trofeo in palio con gli azzurri risale al 2016, all' Europeo con Conte in panchina terminato ai quarti. E di quella rosa, solo Bonucci, Chiellini e Immobile figurano tra i titolari scelti dal Mancio.

     

    mancini mancini

    Dunque, l' assenza di abitudine alla competizione potrebbe diventare un problema la prossima estate. Meglio pensarci prima, quindi: meglio ancora abituare gli azzurri a vincere, anche se si tratta di titoli di secondo piano, come agli occhi dei più appare la Nations League. E invece questa strana competizione è un' occasione d' oro per l' Italia inesperta, vale quindi la pena conquistarsi le finali con uno sforzo serio e assai dispendioso in tempo di calendario compresso: ecco perché Mancini sceglie la formazione titolare, quasi per intero, solo con Immobile al posto dello squalificato Belotti, D' Ambrosio per Florenzi e Sensi, probabilmente, per Verratti.

     

    Serve una prova di forza contro l' Olanda, una di quelle prestazioni che definiscono la maturità di un gruppo: battere gli Orange significa infatti allungare a +4 e giocarsi poi il primo posto contro Polonia e Bosnia nelle ultime due partite in programma a novembre, contagi ed eventuali ripensamenti di calendario permettendo.

     

    belotti immobile belotti immobile

    Vincere aiuta a vincere ma anche a guadagnare, e di questi tempi male non fa. Il successo in Nations League vale 9 milioni: 1,5 milioni per il girone, altrettanti per il primo posto più 4,5 per il successo nelle Final Four. Le quali, poi, saranno disputate nella nazione che chiuderà in testa il gruppo degli azzurri, Bosnia esclusa: quindi in Italia (al Meazza e all' Allianz Stadium), in Olanda o in Polonia. Il che darebbe visibilità doppia, sia alla squadra costruita da Mancini che al calcio italiano in generale.

     

    secondo negativo Tutte queste parole rischiavano di essere vanificate dalla giornata grigia degli azzurri. Due dei tamponi effettuati lunedì sera al rientro dalla Polonia avevano dato esito incerto, così sono state posticipate in serata la conferenza e la rifinitura. In realtà il caso di positività era uno e uno soltanto, «quello di El Shaarawy, su cui è stata riscontrata una bassa carica virale», spiega Ferretti, medico della Nazionale, al punto da essere forse "un falso positivo".

     

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    E così è: il secondo tampone, il cui risultato è arrivato in tarda serata, è stato negativo, come lo era il test sierologico effettuato precedentemente, dunque via libera per la sfida all' Olanda. Mancini non sembra preoccupato, anzi minimizza e riporta l' attenzione alla partita: «Non abbiamo vissuto una giornata pazzesca, ma normale». Altro non può fare, anche perché l' eventuale cancellazione della prossima sosta della Nazionale "dipende da altri". Intanto si gioca, soprattutto per abituarsi a vincere.

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