Massimo Falcioni per "www.tvblog.it"
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Il censurato che è sempre in televisione a criticare la tv che lo censura. Benvenuti nel paradosso dei paradossi che, in epoca di anti-vaccinisti e no-green pass, risulta sempre più frequente.
L’accusa al mainstream e le critiche all’informazione tradizionale sono ormai uno spartito conosciuto, ribadito ad ogni occasione utile, da chi tuttavia sfrutta la stessa tv generalista per portare avanti le sue battaglie, con un ritorno di visibilità indiscutibile.
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Nella categoria in questione finisce di diritto Gianluigi Paragone, uno che il piccolo schermo lo conosce come le sue tasche, provenendo da lì. Approdato in Senato con i Cinque Stelle nel 2018 ed ora leader di Italexit, Paragone si è anche regalato una candidatura a sindaco di Milano, con un 2,99% che per un soffio gli ha impedito di guadagnarsi un posto in consiglio comunale.
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Paragone cavalca il mezzo, lo domina, ci gioca e se ne fa beffe. Compare, scompare, si imbavaglia, interrompe i collegamenti proseguendo le dirette sui social – considerata una zona franca e di libertà – dove però il picco più alto di visualizzazioni equivale ad un centesimo di quello che potresti ottenere in tv. Ecco allora il ritorno, come se nulla fosse, negli stessi contesti poco prima criticati, demonizzati, affossati.
Paragone denuncia l’assenza del dissenso, eppure lui c’è sempre. Da solo vanta più apparizioni di Draghi e di tutti i ministri del governo messi assieme.
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Soffermandoci esclusivamente sugli ultimi diciannove giorni, ci si accorge che Paragone è stato in video praticamente un giorno su due. Dieci infatti le ospitate nei vari talk, a partire dal 17 ottobre quando l’ex volto de La Gabbia ha partecipato a Controcorrente, su Rete4.
Il 19 ottobre è stata la volta di Cartabianca, che già lo aveva invitato sette giorni prima, mentre il 20 il senatore è approdato a Zona Bianca, con annesso scontro con Giuseppe Brindisi. Ventiquattr’ore dopo era a Piazza Pulita su La7 e qui si è rivisto martedì 26 con la partecipazione a Tagadà. La sera stessa ennesimo cartellino timbrato da Bianca Berlinguer, seguito dalla performance a Non è l’Arena il 27 e a Dritto e rovescio il 28.
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Martedì fa rima con Cartabianca e il 2 novembre era di nuovo lì, con tanto di imbavagliamento live realizzato per contestare il clima ostile nei suoi confronti. Un cerchio chiuso (o forse no) giovedì sera da Corrado Formigli.
Della serie: ci epurano, ma abbiamo sempre i riflettori puntati addosso.
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morani paragone gianluigi paragone da corrado formigli a piazzapulita 9 gianluigi paragone pierpaolo sileri non e' l'arena 2 scontro tra sardoni e paragone gianluigi paragone 4