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    MORS TUA, POLTRONA MEA –  LA RINUNCIA DI RAFFAELE LA REGINA, IL GIOVANE CAPOLISTA IN BASILICATA FINITO NELLA BUFERA PER I TWEET ANTISEMITI, INNESCA UN EFFETTO DOMINO NELLE CANDIDATURE DEL PD – IL POSTO BLINDATO RIMASTO LIBERO VA A ENZO AMENDOLA, CHE A SUA VOLTA LASCIA LA CANDIDATURA NEL LISTINO 3 DELLA CAMPANIA A FILIPPO SENSI, FINO A IERI DESTINATO A UNA SCONFITTA ANNUNCIATA NEL LAZIO – SI LIBERA UNA CASELLA PER L'EX PRESIDENTE DI LEGAMBIENTE ROSSELLA MURONI – RESTA IL CASO DI STEFANO CECCANTI…


     
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    Carlo Bertini per “La Stampa”

     

    la regina tweet 5 la regina tweet 5

    Dopo giorni di tregenda, basta smuovere una casella per far andare a posto tutta una serie di posizioni nell'impossibile puzzle delle candidature Dem. I nomi sistemati meglio grazie ai prodigi dei social che riportano a galla parole seppellite o dimenticate, sono quello di Enzo Amendola, sottosegretario agli affari europei e di Filippo Sensi, ex portavoce di Renzi e Gentiloni.

     

    La casella che cadendo produce un effetto domino, è quella di Raffaele La Regina, il giovane capolista in Basilicata, reo di non aver avvisato lo stato maggiore del partito di certe sue intemperanze, giovanili e non solo: tweet e retweet molto poco commendevoli in cui metteva in dubbio la stessa legittimità di esistere dello stato di Israele, oltre ad altri giudizi censurabili sulla comunità ebraica.

    Apriti cielo.

    enzo amendola ministro per gli affari europei foto di bacco enzo amendola ministro per gli affari europei foto di bacco

     

    Scendono in campo per annullare la sua candidatura i big, come il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, convinto che «su queste cose ci deve esser assoluta chiarezza». Ma anche il vice segretario Peppe Provenzano. Per non dire del numero uno, Enrico Letta, che prende in mano la situazione per raddrizzarla.

     

    Se si considera che La Regina era uno dei quattro capolista iscritto alla categoria "giovani promesse", uno dei fiori all'occhiello dello slogan Rinnovamento fortemente voluto dal leader Dem, si capisce la stizza di Letta. Che ieri ha subìto gli attacchi della destra anche per un'altra giovane candidata, Rachele Scarpa, sempre per un post su Israele: «Mai negato il diritto di Israele a esistere», si è difesa lei via social.

     

    Tolto di corsa La Regina, il segretario dem riesce comunque a rimescolare le carte. E piazza al suo posto Amendola, il quale a sua volta accetta e rinuncia al posto numero 3 nel listino della Campania, affidato a quel punto a Sensi. Un posto considerato «medio buono, con elezione molto probabile», per il Nazareno. Mentre quello di capolista in Basilicata è segnato tra i sicuri, punto. Il paradosso è che il lucano Roberto Speranza, ministro e leader di Art.1, fa il capolista in Campania; e il campano e napoletanissimo Amendola, lo fa in Basilicata.

     

    enzo amendola enzo amendola

    Questo regala il magico mondo del Pd. Di sicuro un alleato principe, Luigi Di Maio, sarà collocato in un collegio buono come quello di Napoli Centro. Su questo, non si discute. Quando si dice però che non tutto il male vien per nuocere.

     

    Certo, se fosse stato per lui, Letta avrebbe fatto volentieri a meno di infliggersi queste due ferite piuttosto profonde, quella dei tweet antisemiti di La Regina e quel video sconcertante del capo di gabinetto di Gualtieri, Albino Ruberti, protagonista di una violenta interpretazione da Suburra in un video che ha fatto il pieno sui social.

     

    Ma la giostra che si era incastrata si rimette in moto. Sensi aveva un collegio difficile al Senato nel Lazio, ed era in lista al Senato nel proporzionale. Ma liberandosi la posizione di Amendola, considerata sicura al 65 per cento, la eredita e va terzo in Campania dopo Valeria Valente. A sua volta beniamina di Letta, in predicato di diventare la frontwoman nel sud, forte di un paracadute nel proporzionale in Puglia.

     

    filippo sensi filippo sensi

    Ma c'è di più. Sensi abbandona il collegio uninominale romano, che viene concesso alla coalizione, il cui tavolo ribolle da giorni per la corsa oggi a chiudere le liste. La "coalizione", così la chiamano i Dem, quindi abbandona a sua volta alla Camera un collegio destinato al centrosinistra, lasciandolo al Pd, che piazza in quel posto Rossella Muroni, ex presidente di Legambiente.

     

    Resta il caso di Stefano Ceccanti, «l'ultimo da chiarire», dicono al Nazareno. Al costituzionalista Dem viene avanzata una offerta alternativa al quarto posto di Pisa, forse in un collegio in altra regione, visto che Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana, rimarrà in quel di Pisa, sua terra di riferimento.

     

    filippo sensi filippo sensi

    Ma Ceccanti deve decidere che fare. E in tutto questo, Letta deve parare i colpi di Salvini sulle candidature di La Regina e sul caso Ruberti. «Un episodio gravissimo - ammettono al Nazareno - che ha richiesto atti conseguenti, come la rimozione di Ruberti, oggi chiarita meglio con la nomina del nuovo capo gabinetto. Cosa fece invece Salvini con il suo assessore che uccise un immigrato? Cercò attenuanti a quel gesto». Per i Dem quindi «è una polemica inaccettabile, farsi fare la bussola morale da Salvini, che cercò attenuanti, no».

    STEFANO CECCANTI STEFANO CECCANTI stefano ceccanti stefano ceccanti la regina tweet 1 la regina tweet 1 la regina tweet 2 la regina tweet 2 la regina tweet 3 la regina tweet 3 la regina tweet 4 la regina tweet 4

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