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    FAIDE (PREVIDENZIALI) NEL PDL - IL PASTICCIO DEI RICONGIUNGIMENTI DELLE PENSIONI STA PER SCATENARE UNA GUERRA NEL PARTITO DEL BANANA - LA NORMA CHE RISCHIA DI METTERE IN GINOCCHIO 650MILA PERSONE INFATTI E' DEL 2010 E PORTA LA FIRMA DELL’EX MINISTRO PDL SACCONI - IL CIELLINO VIGNALI AFFONDA IL COLPO: “E' UN FURTO DI STATO, UN'ESTORSIONE, PEGGIO DEL CASINO ESODATI”…


     
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    Francesco De Dominicis per "Libero"

    «Il problema va risolto subito. E possiamo farlo già con la legge di stabilità, magari la prossima settimana quando il Governo chiederà la fiducia e presenterà il maxiemendamento. Ecco, il maxiemendamento potrebbe essere uno dei veicoli da sfruttare per mettere fine al caos dei ricongiungimenti previdenziali». Raffaello Vignali è letteralmente scandalizzato. L'Inps sta chiedendo cifre a 4 e 5 zeri per unificare i contributi pensionistici versati in due enti distinti. Altrimenti, niente assegno. Il parlamentare del Popolo delle libertà non ha dubbi: «Questa faccenda è peggio del pasticcio degli esodati».

    SACCONI IN PIEDI MA IN BUONA COMPAGNIASACCONI IN PIEDI MA IN BUONA COMPAGNIA

    Perché peggio? In tutte e due le circostanze ci sono fregature e "truffe" non irrilevanti ...
    «Sì, certo. Non voglio aprire una guerra tra poveri. Voglio solo far capire la dimensione del problema, che dobbiamo risolvere a tutti i costi e in tempi brevi».

    GIULIANO CAZZOLAGIULIANO CAZZOLA

    In effetti oltre 650mila lavoratori sono costretti a fare i conti con richieste presentate dall'Inps impossibili da sostenere.
    «Quello che sta succedendo è incredibile. Faccio un esempio, senza nemmeno prendere in considerazione le pretese più onerose da parte dell'Inps. Una persona arriva a 67 anni e chiede la pensione. A quel punto scopre di dover versare 100mila euro. Faccia due conti: se spalma tutti quei soldi nel tempo, è come dire: vai in pensione a 75 anni. Assurdo».

    E non è detto che tutti abbiano da parte i quattrini corrispondenti alle cifre chieste per ricongiungere due posizioni previdenziali.
    «Sì. È il caso di artigiani o piccoli imprenditori. Che negli ultimi anni hanno usato i loro risparmi per tenere in piedi le loro attività e per non licenziare i dipendenti. Insomma, si è aperto un problema sociale drammatico».

    D'accordo, ma a questo punto cosa intende fare? Giuliano Cazzola (Pdl) ha detto che in commissione alla Camera sta studiando una proposta e che i costi di copertura sono piuttosto contenuti: un miliardo di euro da spalmare su 10 anni. È così?
    «Condivido la linea di Cazzola: una proposta di legge era già stata presentata e stoppata purtroppo dalla Ragioneria per mancanza di fondi. Vanno trovate le formule giuste e la copertura. Ma ora riapriamo rapidamente il dossier. In ogni caso va chiarito un punto».

    SILVIO BERLUSCONI - Copyright PizziSILVIO BERLUSCONI - Copyright Pizzi

    Quale?
    «Non è che per far quadrare i conti dell'Inps si possono fare i furti a chi sta per andare in pensione dopo aver lavorato per una vita. E comunque richieste da centinaia di migliaia di euro non trovano giustificazioni, soprattutto ora che abbiamo unificato tutto il sistema previdenziale».

    Pensa che troverà aiuto nel Governo o cercheranno di mettervi i bastoni fra le ruote?
    «A Montecitorio da tempo ci stiamo preoccupando di questo caso. Da parte dell'Esecutivo, finora, non ci sono state indicazioni precise. Ma possiamo fare la prima mossa in Parlamento».

    RAFFAELLO VIGNALI RAFFAELLO VIGNALI

    Onorevole Vignali, lei si prende l'impegno a risolvere questo pasticcio?
    «Senza dubbio. La faccenda è troppo grave per restare indifferenti. È un'estorsione, è un furto di Stato che massacra piccoli imprenditori, dipendenti pubblici, lavoratori privati, autonomi. Tutti. Si mangia il tfr e i risparmi della gente. Oppure si allunga, nei fatti, l'età pensionabile».

    In che tempi pensa sia possibile un intervento?
    «Sul piano parlamentare si tratta solo di scegliere il veicolo giusto. Un'ipotesi rapida è la legge di stabilità. La prossima settimana il Governo porrà la questione di fiducia e potremmo approfittare del maxiemendamento. In alternativa, c'è il decreto "crescita" ora all'esame del Senato. Si può fare e rapidamente. Magari è l'occasione per smontare il sistema che impone l'obbligo della gestione separata per i piccoli imprenditori. Già un paio d'anni fa avevo proposto un intervento di semplificazione in questo senso, per creare un'unica posizione previdenziale».

     

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