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    IL PATTO ANTI-SALVINI TRA IL SOTTI-LETTA E GIORGIA MELONI: IL PD AIUTERÀ LA DUCETTA A STRAPPARE ALLA LEGA LA PRESIDENZA DEL COPASIR – “È UNA COMMISSIONE DI GARANZIA, QUINDI LA PRESIDENZA SPETTA ALL'OPPOSIZIONE, CIOÈ A FRATELLI D'ITALIA”, È STATO IL RAGIONAMENTO DI MELONI CHE HA GIA’ PRONTO IL NOME (ADOLFO URSO). MA DA QUELL’ORECCHIO IL CAPITONE NON CI SENTE - LETTA VUOLE INDOSSARE I PANNI DELL'ANTI-SALVINI MA IL LEADER LEGHISTA GLI SERVE PER CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE IN SENSO MAGGIORITARIO…


     
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    Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera"

     

    giorgia meloni enrico letta giorgia meloni enrico letta

    Enrico Letta rassicura Giorgia Meloni: il Pd aiuterà la leader di Fratelli d'Italia a strappare alla Lega la presidenza del Copasir. La «promessa» è stata fatta nel corso di un incontro durato poco meno di un'ora tra il segretario dem e la leader di Fdl. I due si sono incontrati a Montecitorio nella sede del gruppo di Meloni, che, come è noto, dalla formazione del governo Draghi reclama per il suo partito la guida di quell'organismo parlamentare, attualmente affidata al leghista Raffaele Volpi.

     

     

    Ma Salvini da quell'orecchio non ci sente. «È una commissione di garanzia, quindi la presidenza spetta all'opposizione, cioè a Fratelli d'Italia», è stato il ragionamento di Meloni. E Letta ha risposto così: «Hai ragione, sottoporrò la questione agli altri partner della maggioranza. È una questione di regole e democrazia: se non si rispettano, oggi tocca a te ma domani può toccare a me», ha assicurato. E Fdl ha già il suo candidato a quel posto: l'attuale vicepresidente Adolfo Urso.

     

    ENRICO LETTA E MATTEO SALVINI ENRICO LETTA E MATTEO SALVINI

    Il segretario del Partito democratico ha quindi deciso di non defilarsi dal contenzioso in atto tra Fdl e Lega per quella poltrona. La cosa non deve stupire: sin dall'inizio la strategia politica del leader dem è improntata sulla conflittualità con il Carroccio. Letta vuole indossare i panni dell'anti-Salvini. Ne ha fatto la sua cifra. È un modo per tenere uniti sia il partito che la coalizione che verrà.

     

    Questo non significa però che il segretario del Partito democratico, che in queste settimane ha avviato un giro di colloqui con tutte le forze politiche (alleate e non), rinuncerà all'incontro con il capo della Lega. Anche perché è proprio su di lui che può fare affidamento per portare avanti il suo tentativo di cambiare la legge elettorale. Salvini, infatti, può essere interessato (al contrario di certi partner di Letta come i 5 Stelle e Leu) a un sistema maggioritario.

    ENRICO LETTA E MATTEO SALVINI ENRICO LETTA E MATTEO SALVINI

     

    Nei palazzi della politica sta già anche circolando una possibile bozza di accordo: un sistema a doppio turno con un premio di maggioranza per la coalizione che raggiunge il 40%. L'interesse di Letta per il maggioritario è evidente: con questo sistema si può accelerare la nascita del grande Ulivo a trazione dem. E conviene anche a Salvini, per rafforzare la sua leadership sul centrodestra. Ma di legge elettorale nell'incontro di ieri non si è parlato. Il segretario del Pd vi ha accennato, però Meloni ha preferito lasciar cadere l'argomento: «Noi siamo per il maggioritario ma parlarne ora, con tutti i problemi che ci sono, sarebbe lunare».

     

    ADOLFO URSO GIORGIA MELONI ADOLFO URSO GIORGIA MELONI

    Sono state dunque altre le riforme su cui la leader di Fratelli d'Italia e il segretario dem si sono soffermati: quella per la «lotta al trasformismo», cioè un regolamento che impedisca i cambi di casacca modificando lo «status» del gruppo Misto, la sfiducia costruttiva per dare maggior stabilità ai governi e una revisione dei regolamenti parlamentari che rispetti le prerogative dell'opposizione. Sono poi stati affrontati i temi relativi alla pandemia Alla fine tutti e due i leader sembravano soddisfatti. «È andata bene, è stato un bell'incontro», ha sottolineato Letta.

    enrico letta enrico letta

     

    Meloni ha apprezzato il fatto che il segretario del Pd sia andato nel suo studio al gruppo della Camera di Fratelli d'Italia. Per lei è stato un riconoscimento del ruolo dell'opposizione: «Speriamo che Draghi e Letta siano più sensibili al dialogo con l'opposizione di Conte e Zingaretti». Del resto il rapporto tra i due è di lunga data, perciò il colloquio è stato assai cordiale. Come dimostra il «benvenuto» di Meloni a Letta: «Appena ho saputo pensavo che fossi completamente pazzo, ma come ti è saltato in mente di fare il segretario del Pd. Poi ci ho pensato... È ovvio, la politica o ce l'hai nel sangue o non ce l'hai...».

    RAFFAELE VOLPI RAFFAELE VOLPI ADOLFO URSO SI FA UN PISOLINO ADOLFO URSO SI FA UN PISOLINO

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