Marco Iaria per la Gazzetta dello Sport
cairo malago'
Colpo di teatro: nel suo primo incontro con i club di Serie A, Giovanni Malagò tira fuori un nome a sorpresa per la presidenza della Lega, quello di Gaetano Miccichè, presidente di Banca Imi.
«Un uomo di sport, di relazioni e di sistema che darebbe un valore aggiunto - ha detto il commissario, affiancato dai vice Nicoletti e Corradi, alla fine della riunione informale - Ora devo verificare la sua disponibilità, spero che accetti, poi ci sarà la formalizzazione dell' assemblea. Tra le società ho riscontrato un consenso pressoché unanime su di lui». È un fiume in piena, Malagò. Si è ripromesso di ricomporre le divisioni che attanagliano la Lega e di ricostituire la governance che manca ormai da un anno.
Senza fretta ma con determinazione. Tanto che il calendario è tambureggiante: il 5 marzo il prossimo incontro informale e, auspicabilmente, il 19 marzo l' assemblea per adeguare lo statuto e fare le nomine. E comunque non verrà convocata una riunione ufficiale finché non vi sarà la certezza di un' intesa politica, anche per evitare le modalità «poco serie» con cui è stata tenuta aperta l' assemblea elettiva per mesi senza arrivare alla fumata bianca.
gaetano micciche'
COSTRUTTIVO Ieri non c' era Claudio Lotito, impegnato in campagna elettorale, ma il patron della Lazio ha inviato in rappresentanza il responsabile marketing Canigiani, così come altri club. Comunque tutti presenti, cosa che Malagò ha apprezzato «tantissimo», dopo le polemiche delle scorse settimane: un gruppo di 8 club aveva chiesto la convocazione di un' assemblea elettiva prima del suo insediamento in via Rosellini. Il commissario ha definito l' incontro di ieri «molto, molto costruttivo e dai toni cordiali».
Tuttavia non sono mancate le tensioni, tra quelle 8 società (Milan, Lazio, Napoli, Torino, eccetera) che volevano accelerare le nomine e le 8 (Juve, Inter, Roma, Fiorentina eccetera) che hanno chiesto e ottenuto di temporeggiare: ieri il primo gruppo ha fatto notare al secondo e a Malagò come il rinvio abbia fatto cadere la candidatura ad amministratore delegato del «migliore nome sul mercato», cioé Javier Tebas, nel frattempo blindato dalla Liga, e ora ci si debba rivolgere a seconde o terze scelte. Proprio sull' a.d. di Lega, Malagò ha chiarito: «Rispetto ai tre curriculum individuati dalla commissione, è venuto a mancare Tebas mentre ho parlato con l' a.d. di Infront De Siervo e abbiamo convenuto come non sarebbe logico e giusto che quel ruolo vada a chi è controparte.
malagò lega
Rimane in gioco Sami Kahale (ex capo di Procter & Gamble, ndr) ma ho ricevuto un mandato dai club per trovare altre candidature, che indicherò nell' incontro del 5».
NOMINE Ricapitoliamo la partita delle nomine. Sul presidente c' è un' indicazione precisa da parte del commissario a favore di Miccichè, sull' amministratore delegato la sfida è aperta tra Kahale e una new entry. Malagò sprizza ottimismo ma in via Rosellini guai a dare le cose per scontate, visti i veleni recenti e considerato che diverse società devono ancora esprimersi e ieri hanno scelto uno strategico silenzio. Tanto per fare un esempio: a giudizio di alcuni un ticket Miccichè-Kahale non sarebbe opportuno perché nessuno dei due, pur vantando background notevolissimi, ha maturato esperienze specifiche nel calcio.
E poi ci sono le nomine dei consiglieri: due federali e 5 di Lega. Per la figura del consigliere indipendente di Lega il commissario ha tracciato tre profili: una donna; un rappresentante di calciatori-allenatori; un uomo di sport non legato ai club. E ha buttato sul tavolo due nomi: l' ex ministro Letizia Moratti e Maurizio Casasco, presidente Federmedici sportivi. «Sarebbe bello se fosse una donna. Sugli altri consiglieri dovranno essere i club a trovare l' accordo. E' indispensabile che si proceda dando garanzie alle minoranze, attraverso il voto di lista».
cena lega a
STATUTO Un tema questo collegato all' adeguamento dello statuto ai principi informatori del Coni, condizione preliminare per le elezioni. «Non esiste società al mondo che a un certo punto non voti a maggioranza semplice. Per la Lega dovrà valere sia per le delibere sia per il quorum costitutivo. Comunque, tutto questo è un percorso che si deve concludere senza vincitori né vinti», la chiosa di Malagò che ha fatto da gran cerimoniere alla cena con le società in un hotel milanese. L' impressione è che sia stato fatto qualche passo avanti ma che l' intesa tra le diverse anime di Lega sia ancora da costruire.
2. MICCICHE', IL BANCHIERE REGISTA DEI RILANCI AZIENDALI
gaetano micciche'
In questi mesi sono stati proposti generali e magistrati. Ora tocca a un banchiere, dal profilo elevatissimo. Malagò vorrebbe Gaetano Miccichè come presidente di Lega, cioè una personalità extracalcistica per un ruolo che, in base al nuovo statuto, dovrebbe essere a metà tra la funzione di garanzia e la rappresentanza politica, comunque complementare con il vero uomo forte della nuova Serie A, l' amministratore delegato, cioè l' organizzatore della macchina e il manager incaricato di sviluppare il prodotto.
Alcune società vorrebbero per la presidenza una figura che conosca bene la materia, visto che c' è da portare le istanze della Lega in Federazione. Ma ieri non c' è stato nessun no alla proposta di Malagò. Il nome di Miccichè è «pesante» e i dirigenti di società si guardano bene dall' esprimere - semmai ci fosse - scetticismo.
INFRONT LUIGI DE SIERVO
IDENTIKIT Palermitano, 67 anni, cavaliere del lavoro e con un fratello (Guglielmo) ex vice presidente del Palermo, Miccichè è un manager d' azienda di alto livello, in particolare nel settore bancario: dalle prime esperienze negli anni Settanta alla direzione generale di Intesa Sanpaolo, fino alla presidenza (dal 2016) di Banca Imi. Nel corso della sua carriera di banchiere ha recitato un ruolo chiave nelle operazioni di rilancio di grandi gruppi industriali risolvendo crisi finanziarie come quelle di Fiat, Edison, Impregilo, Alitalia. Ora si occuperà del rilancio della Lega Serie A?
malagò fabbricini malagò fabbricini luigi de siervo e claudio lotito CLAUDIO LOTITO IN CAMPAGNA ELETTORALE luigi de siervo e claudio lotito