conte grillo ristorante marina di bibbona
MARIO AJELLO per il Messaggero
Stavolta è la spigola, o il vermentino. Altre volte è stato il pesce azzurro, con il «patto delle sardine» più whisky e Coca Cola tra D'Alema, Buttiglione e Bossi che portò al ribaltone anti-berlusconiano nel 95. O intervennero i molluschi per il «patto delle vongole» nel 94.
O l'arancino che unì, in un ristorante di Catania, Salvini, Meloni e Berlusconi. O la pasta (non quella della vigilia del 18 aprile del 48 che nell'evocarla portò sfortuna alle sinistre che alla vigilia ironizzavano in rima: «Signor De Gasperi / adesso basta, / noi vinceremo, / senza la pasta!») ma i rigatoni che fecero riconciliare il Senatur con RomaLadrona nella «pax della pajata».
ELLEKAPPA VIGNETTA GRILLO CONTE
O, per andare più indietro, «il connubio delle mazzancolle» che al ristorante da Giggetto il Pescatore all'Acqua Acetosa venne siglato da Fanfani, Saragat e La Malfa e decise il tramonto del governo Tambroni. Insomma la politica a tavola s' è fatta sempre, e anche troppo. L'enogastronomia è un classico nel Paese che gli anti-politici amano chiamare, sbagliando, del magna magna, o dei forchettoni. Pessime espressioni populistiche. Davvero inascoltabili.
GIUSEPPE CONTE E BEPPE GRILLO A MARINA DI BIBBONA
FORMA E SOSTANZA E però, in nome di un decoro che la politica non deve mai perdere e nel rispetto di una forma che è sempre sostanza, non sarebbe preferibile che una questione di interesse nazionale assai profondo qual è quello della giustizia - che riguarda la vita e talvolta anche la morte delle persone, e quanti italiani sono stati spinti al suicidio o alla depressione o a grandi sofferenze a causa della lungaggine dei processi - non venisse discusso in un pranzetto di pesce tra un avvocato (del popolo?) e un comico, e parliamo di Conte e Grillo, in attesa dell'ammazzacaffè a due passi dalla spiaggia?
polverini bossi
IL PALAZZO E IL GENTISMO Da tanto tempo l'Italia del reality della politica fa folklore, punta allo spettacolo, cerca la scorciatoia del pop e dell'informale che confina con lo sbraco, e presume di avvicinare i cittadini al Palazzo (e invece li allontana ulteriormente) togliendosi le cravatte per scegliere la camicia a fioroni di Grillo, svestendosi degli abiti dell'ufficialità, imitando in modalità follower l'informalità della gente comune.
Insomma tradendo il proprio ruolo e il proprio status, rinunciando alla propria dignità in favore del gentismo, mostrando platealmente coltello e forchetta nei ristorantini e nelle trattorie tra selfie e foto (intorno alla tavola di Marina di Bibbona c'era un importante collaboratore del ministro degli Esteri a immortalare e propagandare la scena e la pax) invece di trattare questioni politiche rilevantissime nei luoghi istituzionali a queste deputati e nella riservatezza e concentrazione non spettacolare che è richiesta ad argomenti di enorme portata come la prescrizione.
conte grillo ristorante marina di bibbona
buttiglione d alema bossi
La leggerezza anche scenica, e la convivialità simil-vacanziera quando c'è da decidere su un piatto forte (la riforma Cartabia sì e la legge Bonafede no o viceversa?) rappresentano una mancanza di consapevolezza culturale rispetto ai problemi del Paese e alle esigenze dei cittadini che chiedono alla politica gravitas e contegno e non bicchierate e camicie fantasy, sghignazzi e clima da scampagnata (l'immagine dei due Giuseppe trasudava di voglia di tuffetto post-prandiale a dispetto della digestione in corso) e magari sotto il tavolo e dietro alla foto erano pronte maschere, pinne e guanti da sub per poi siglare dopo l'immersione un eventuale patto del cannolicchio.
d alema buttiglione
LA PRIMA SPIGOLA Oltretutto, la politica piatti & patti di solito non funziona. Basti pensare al primo «patto della spigola» (Conte e Grillo non sono stati neppure originali) che doveva stabilire la pace nel 2009 tra Berlusconi e Fini (nel menù anche carciofi) e poi sarebbe andata a finire a piatti in faccia.
Intanto il «patto della crostata», del 97, doveva essere - D'Alema dixit - la Grande Occasione per riformare l'Italia e viceversa si rivelò un fiasco a dispetto della gustosità del dolce preparato dalla signora Maddalena, moglie di Gianni Letta. E comunque, quell'accordo ebbe una dignità di gran lunga superiore a quello di Bibbona, se non altro per i personaggi coinvolti, tutti alti rappresentanti delle istituzioni, e non solo D'Alema presidente della Bicamerale e Berlusconi capo dell'opposizione ma anche il compianto Franco Marini e Sergio Mattarella.
d alema berlusconi
A sua volta, due anni prima, il «patto delle sardine» sembrò funzionare - Berlusconi fu defenestrato - ma si trattò soltanto di un'illusione: dopo la «traversata nel deserto» il Cavaliere tornò al potere più forte di prima. Ora la politica alla Conte e Grillo (ma anche quella di tanti altri) che doveva scardinare il Parlamento «come una scatoletta di tonno» rischia di essere portata via da una spigola, nel mare magnum del discredito non si sa se più etico o estetico.
BERLUSCONI E FINI GIANNELLI VIGNETTA CONTE GRILLO meme su giuseppe conte e beppe grillo BERLUSCONI E FINI