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    PD, PARTITO DISTRUTTO! INVECE DI ANDARE A NASCONDERSI DOPO ESSERE STATI PUBBLICAMENTE PRESI A CEFFONI DA MATTARELLA, I SINISTRATI DEM HANNO ANCHE IL CORAGGIO DI ALZARE LA CRESTA E DIRE CHE NON FIRMERANNO CAMBIALI IN BIANCO A DRAGHI - IL PARTITO E’ SPACCATO IN DUE: GLI EX RENZIANI IN SOLLUCCHERO PER SUPERMARIO. ZINGARETTI-BETTINI, SCHIACCIATI SU CONTE, SI SONO FATTI INCARTARE DA RENZI. E FRANCESCHINI? INASCOLTATO. AVEVA PROVATO A FAR CAPIRE A ZINGARETTI CHE DOVEVA APRIRE A BERLUSCONI


     
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    Carlo Bertini per "la Stampa"

     

    nicola zingaretti al quirinale nicola zingaretti al quirinale

    E ora per Zingaretti si apre la partita più difficile, «in cui si gioca la sua leadership per tenere il partito unito», per dirla con uno dei suoi dirigenti più vicini. Perché anche se il segretario si schiera con il presidente Mattarella, «da domani siamo pronti a garantire il bene del Paese», sa che i prossimi giorni e i prossimi mesi saranno un inferno.

    Per farla semplice, il Pd è diviso in due.

     

    Gli ex renziani di stanza in Parlamento sono contenti di questo epilogo: «Buon lavoro a Draghi», dice Andrea Marcucci, capogruppo al Senato. «Bisogna costituire una maggioranza solida sull' iniziativa presidenziale», avverte il costituzionalista vicino al Colle, Stefano Ceccanti.

     

    NICOLA ZINGARETTI ANDREA MARCUCCI NICOLA ZINGARETTI ANDREA MARCUCCI

    Ma gli altri della sinistra dem - specie quelli fuori dalle Camere - non sono affatto contenti. E il segretario sta in mezzo. «In una serata disperata, la notizia di una ripartenza è un fatto di speranza», dice sconsolato Andrea Orlando, che vede sfumare sotto gli occhi, in diretta dalla Berlinguer su Rai tre, l' ultima speranza di potersi giocare con Zingaretti l' arma del voto contro Renzi.

     

    Un' arma spuntata certo, ma che mezzo Pd - quello fuori dal Parlamento - voleva provare a giocarsi. Sapendo di remare contro con il volere dei gruppi parlamentari. E invece ora l' unica cosa che può fare la sinistra di Zingaretti, Orlando e Bettini è mettere le mani avanti. «Draghi? Una grande personalità è un punto di partenza importante - ammette Orlando - ma non risolutivo, se non c' è una maggioranza che può accompagnare un percorso politico». Come a dire, occhio che se non ci siamo riusciti con quattro partiti, figuriamoci mettersi d' accordo anche con la destra su questioni cruciali, come il Recovery plan, che richiede scelte tutte politiche su come e dove spendere le risorse.

    RENZI ZINGARETTI RENZI ZINGARETTI

     

    Insomma, un modo per non firmare subito una cambiale in bianco all' ex presidente Bce. E per tenere aperta l' opzione voto, «perché non sarà facile far partire questo governo», ragiona un dirigente di prima fascia. Quindi Conte può - almeno stasera - restare a bordo campo e scaldarsi per un' eventuale battaglia alle urne, visto che non tutti si rassegnano che ormai si voterà tra due anni. Perché anche dalle parti del segretario c' è chi due giorni fa ammetteva che «un governo Draghi avrebbe lo stesso profilo del governo Ciampi del '93, non sarebbe come quello di Monti». E in quel contesto, Renzi sarebbe ininfluente: questa una delle altre considerazioni contro il nemico che ha vinto questo round.

    zingaretti zingaretti

     

    Sì, perché la prima reazione alla rottura sul Conte ter dello stato maggiore Pd era stata un' ora prima una selva di cannonate contro il rottamatore. Accusato di aver voluto «far saltare un sistema di alleanze alternativo alle destre nel quale Italia Viva non è cresciuta» e di voler «colpire il Pd perché il suo progetto di Iv è fallito». Una scarica di colpi ad uso propagandistico, buoni per imbastire una campagna elettorale e per indicare al Paese il colpevole di questo disastro. Per i dem di questo si tratta, una capitolazione: alla notizia di Draghi, tutti restano basiti per la velocità di esecuzione del Colle, tranne uno forse, Dario Franceschini.

     

    conte zingaretti conte zingaretti

    Che da giorni faceva capire al segretario quanto potesse essere utile tentare forse anche la carta di un governo con una maggioranza allargata a Forza Italia. Per rendere i voti di Renzi ininfluenti e non rimanere sotto ricatto di Iv.

     

    Certo, sulla prospettiva di un governo tecnico con Draghi, sorretto anche dalle destre sovraniste, il partito ora si dividerà: anche se sarà quasi impossibile dire no, Orlando fa capire la linea: «Ci sono le scelte politiche da fare, mi auguro che i diritti degli strati più deboli della società siano protetti, il prezzo non lo devono pagare loro».

     

    Insomma, Zingaretti è costretto a fare buon viso a cattivo gioco: il Pd, partito che ha fatto della responsabilità il suo mantra, non può eludere l' appello del capo dello Stato per dar vita ad un governo istituzionale.

    andrea orlando andrea orlando

     

    Per giunta guidato da una personalità del calibro di Mario Draghi. E se già da giorni tra i Dem la discussione su un possibile esito di questo tipo si era aperta, fiutando il capolinea probabile del Conte ter, ora che si è materializzata la prospettiva di governare con Berlusconi e magari anche Salvini, le cose cambiano.

    NICOLA ZINGARETTI NICOLA ZINGARETTI RENZI FRANCESCHINI RENZI FRANCESCHINI giuseppe conte dario franceschini giuseppe conte dario franceschini sandro gozi goffredo bettini andrea orlando sandro gozi goffredo bettini andrea orlando STATI GENERALI FRANCESCHINI STATI GENERALI FRANCESCHINI NICOLA ZINGARETTI NICOLA ZINGARETTI

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