DAGOELEZIONI
RENZI BOSCHI ELEZIONI
I sondaggi “riservati” sono, da sempre, il segreto peggio custodito di Roma. Quelli che arrivano ai piani alti dei partiti indicano:
- Pd al 22%,
- Forza Italia al 18%,
- Lega al 14%.
- FdI al 4,5%
- M5S al 29
- Leu al 7/10%
- Frattaje varie 3,5/5,5%
renzi alla festa per i dieci anni del pd
Roba da far tremare le vene al Ducetto. Tant’è che per rassicurare i suoi, Renzi dice: tranquilli, al voto manca ancora un mese. Ed i questi 30 giorni ne vedremo delle belle, a partire dalla spaccatura dei Cinque Stelle, tra i "normalizzati" Di Maio/Casaleggio e i puri e duri Grillo/Di Battista.
il virile andrea orlando 7
Ma anche al Nazareno, se questi dati fossero confermati, ci saranno i fuochi d’artificio. Con il Pd sotto il 23%, Andrea Orlando è pronto a chiedere un congresso straordinario. E spalleggiato da Michele Emiliano vorrebbe riuscire a mandare in minoranza il segretario Cazzaro.
REALACCI
Per queste ragioni, Renzi ha inzeppato le liste elettorali di fedelissimi. A conti fatti, controlla direttamente l’85% delle candidature. Ha fatto fuori gli alfieri di Gentiloni (Realacci), Minniti (Latorre) e Delrio (Rughetti) proprio nel tentativo di comandare senza contestazioni interne. In quest’ottica rientrano le 6 (sei) candidature della Boschi, che si conferma nel cuore del segretario (Chi attacca Maria Elena, attacca me). Negli affetti (pochi) di Matteo arrivano, distanziati, Luca Lotti e Francesco Bonifazi.
RENZI E BOSCHI
Lontanissima, manco a dirlo, Emma Bonino. Soprattutto dopo l'endorsement occulto ricevuto da Romano Prodi. Non è un mistero per nessuno che nella "sciarada" prodiano (voto il centrosinistra, ma non il Pd di Renzi) sia proprio Emma a ricevere le attenzioni del Professore. Siccome Prodi "labbrasottili" è cattivo come solo un ex democristiano sa essere, è evidente a tutti la sua intenzione di indebolire il segretario dem e favorire la ex radicale. Al punto che sul suo nome potrebbero convergere gli ulivisti delusi dalla formulazione delle liste. Ovviamente, in nome di "sant'Europa martire"...
bonino ministro con prodi
Franceschini, al momento, non parteciperebbe al Gran Consiglio del Pd; e non certo perchè ha trovato soddisfazione nelle liste. Anzi, sono tutti incazzati. Improvvisamente Dario è diventato afono: non parla, non confida, non bisbiglia. Insomma, è scomparso dai radar. Ovviamente, ha una strategia. Ed è quella di puntare a Palazzo Chigi al posto di Gentiloni quale premier di una larga coalizione ma con tratti di discontinuità (segnate questo termine: diventerà uno slogan a partire dal 5 marzo) rispetto all’attuale maggioranza.
PAOLO GENTILONI DARIO FRANCESCHINI