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    MARCO BALDINI, LO SHOWMAN SPALLA DI FIORELLO, GIOCATORE D’AZZARDO INCALLITO PIENO DI BUFFI, HA PAGATO UNA BANDA DI TRUFFATORI PER FARSI CANCELLARE DALLA LISTA DEI PROTESTATI - INSIEME A LUI È INDAGATO IL FACCENDIERE DELLA P3 FLAVIO CARBONI E ALTRE 400 PERSONE, CON L’ACCUSA DI CONCORSO IN CORRUZIONE E FALSO - LA GANG FALSIFICAVA DI TUTTO GRAZIE ALL’AIUTO DI DUE CANCELLIERI, E PER SOLI 300 € DAVA UN BEL COLPO DI SPUGNA ALLA BLACK LIST...


     
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    Federica Angeli E Francesco Viviano per "la Repubblica"

    MARCO BALDINIMARCO BALDINI

    Si era rivolto a una gang di truffatori per farsi cancellare dalla black list dei protestati. Ieri Marco Baldini, insieme ad altre 400 persone in tutta Italia, è stato indagato dalla Procura di Roma per concorso in corruzione e falso. Il braccio destro di Fiorello, dopo i suoi guai finanziari, si era messo in contatto con il gruppo di faccendieri che aveva libero accesso ad alcune stanze del Tribunale Fallimentare di Roma e "aggiustava" pratiche con la complicità di cancellieri e anche di qualche magistrato.

    Per farsi riabilitare da banche e finanziarie lo showman ha sborsato alla holding di "meditatori" del Tribunale Fallimentare tra i duecento e i 300 euro. Tanto quanto ha sborsato il faccendiere Flavio Carboni, finito in carcere nel corso dell´inchiesta sulla P3 e anche lui indagato per corruzione.

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    L´indagine del nucleo tributario della guardia di finanza, coordinata dal pubblico ministero Luca Tescaroli, è cominciata due anni fa. Ma il giro d´affari di una vera e propria holding del falso che oggi ha portato all´iscrizione nel registro degli indagati di 400 persone, oltre alla richiesta di rinvio a giudizio per gli 11 "mediatori", è cominciato nel 2002. Due di loro, i capi della gang, hanno già avuto una condanna: Gaetano Gala, col rito abbreviato ha ottenuto 3 anni ed Enrica D´Enrico ha patteggiato per due anni e cinque mesi. Per gli altri «soci» il processo comincerà il prossimo 17 maggio.

    Tutto è iniziato nel modo più semplice. I "mediatori", fuori dai municipi della capitale, si prestavano a fare piccoli servizi per agevolare chi andava di corsa e non poteva fare la fila o chi magari non aveva tutte le carte in regola per ottenere, in tempi brevi, la pratica richiesta. Da piccoli faccendieri di quartiere si sono presto trasformati in una gang della contraffazione: non c´era un documento che loro non riuscissero a falsificare. E non c´era ostacolo che non potessero scavalcare.

    Flavio CarboniFlavio Carboni

    Così, grazie alla complicità di due cancellieri del Tribunale Fallimentare di Roma (uno di loro deceduto) hanno alzato ancora di più il livello del loro giro, diventando dei veri e propri esperti nelle pratiche per la cancellazione dalle liste dei protestati. Ed è stato a questo punto che Marco Baldini, grazie ad un tamtam veloce sulle capacità della holding capitolina, è entrato in scena e, pur di tornare «pulito» di fronte a banche e ad agenzie finanziarie, ha pagato la gang. Il suo nome, con l´avallo di un magistrato del Tribunale fallimentare di Roma, sempre lo stesso, che timbrava le pratiche di cancellazione dalla liste dei protestati, è così tornato immacolato.

    Il magheggio però è stato scoperto grazie al lavoro degli uomini delle fiamme gialle e alle dichiarazioni di un "pentito" che faceva parte della banda. Da controlli effettuati su erogazioni di prestiti e mutui gli inquirenti si sono insospettiti rispetto a nominativi che avevano beneficiato di mutui malgrado risultassero «cattivi pagatori». Così la seconda tranche dell´indagine, che si è conclusa ieri, ha portato a galla i nomi di diversi personaggi. E nei loro confronti è scattata l´accusa di concorso in corruzione e falso.

     

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