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    IL PIANO B DI URSULA VON DER LEYEN: SE NON VIENE CONFERMATA ALLA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA E’ PRONTA A GUIDARE LA NATO - BIDEN DA TEMPO HA FATTO SAPERE DI CONSIDERARE GIUNTO IL MOMENTO PER LA PRIMA DONNA SEGRETARIO GENERALE DELL’ALLEANZA E LA TEDESCA AVREBBE IL CURRICULUM ADATTO (È STATA MINISTRO DELLA DIFESA IN GERMANIA) - URSULA VUOLE IL BIS MA IL SUO PARTITO, IL PPE GUIDATO DAL TEDESCO MANFRED WEBER, SUO GRANDE “NEMICO”, E’ CONTRARIO E VUOLE COSTRUIRE UN CONSENSO INTORNO AL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO, LA MALTESE ROBERTA METSOLA (PIANO CHE PORTEREBBE AL COINVOLGIMENTO DEI CONSERVATORI DI ECR, GUIDATI DALLA MELONI, IN MAGGIORANZA)


     
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    Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

     

    ursula von der leyen joe biden ursula von der leyen joe biden

    La mossa del Cavallo di Ursula von der Leyen. Prepara ogni azione per tentare il bis alla Commissione europea, ma nello stesso tempo studia un Piano B. Che sta prendendo sempre più corpo. E che ha un solo nome: Nato. Sta diventando lei, infatti, la vera carta a sorpresa di Washington per la successione a Jens Stoltenberg. […] Di certo all’attuale vertice dell’esecutivo Ue questa è una prospettiva che non dispiace. […] si sta rivelando una formidabile arma di pressione rispetto agli alleati e alle forze politiche nella definizione dello scacchiere istituzionale europeo della prossima legislatura. Un modo per dire: se non volete che faccia altri cinque anni qui, sappiate che posso traslocare in un altro palazzo. Sempre a Bruxelles.

     

    manfred weber antonio tajani manfred weber antonio tajani

    […] Biden da tempo ha fatto sapere di considerare giunto il momento per la prima donna segretario generale dell’Alleanza. Von der Leyen avrebbe curriculum e caratteristiche adatte al ruolo. In passato è stata in Germania ministro della Difesa. Il viaggio che inizia oggi in Canada e Usa deve essere letto allora con una luce diversa. Proprio quella dell’Organizzazione Atlantica.

     

    C’è però una condizione irrinunciabile: completare il quinquennio a Palazzo Berlaymont. Che scade nell’estate del 2024. E infatti il pressing della Casa Bianca per convincere Stoltenberg ad accettare un’ulteriore proroga è piuttosto intenso. L’idea è quindi di provare a ratificare nel vertice Nato che si terrà a luglio a Vilnius, in Lituania, il progetto di un altro anno di incarico. In questo modo si arriverebbe proprio all’estate del 2024. Quando, cioè, Von Der Leyen avrà effettivamente chiuso il suo mandato europeo.

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    Per gli americani sarebbe la soluzione ideale. Perché i potenziali candidati alternativi non convincono fino in fondo. […] l’attuale presidente della Commissione ha fatto trapelare esplicitamente che gradirebbe un bis. Senza ricevere consensi unanimi. Il suo partito, il Ppe guidato dal tedesco Manfred Weber – grande “nemico” di Ursula -, ha già manifestato una certa contrarietà provando a costruire un percorso che porti alla presentazione come “spitzenkandidat” […] dell’attuale presidente del Parlamento europeo, la maltese Roberta Metsola.

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    Una soluzione che aprirebbe la strada al coinvolgimento dei conservatori dell’Ecr (di cui fa parte anche Fratelli d’Italia) nella futura maggioranza. Vero fumo negli occhi per socialisti, liberali di Renew e Verdi. Non a caso il governo tedesco del socialdemocratico Scholz, pur di evitare una ipotesi del genere, è pronto ad appoggiare ancora la popolare Von der Leyen, che è stata il simbolo dell’alleanza tra Ppe e Pse.

     

    […] La sottrazione della “tessera Ursula” rimetterebbe quindi in discussione l’intero mosaico. Le tre “poltrone” su cui si gioca l’assetto istituzionale dell’Ue – Commissione, Parlamento e presidenza del Consiglio europeo – potrebbero subire un rimescolamento. I popolari insisterebbero su Metsola. I liberali di Renew potrebbero far scendere in campo l’attuale commissario agli Affari Interni, il francese Breton, come “spitzenkandidat”. I socialisti magari la tedesca Barley (lasciando sullo sfondo la “strada iberica” dello spagnolo Sánchez o del portoghese Costa). Una prospettiva, dunque, con tante incognite. E una domanda fondamentale: il Parlamento europeo avrà la forza di imporre il sistema degli “spitzenkandidaten”, ossia dei candidati alla commissione promosso dalla stessa Eurocamera? O ancora una volta saranno i governi a scegliere i posti chiave dell’Unione?

    manfred weber manfred weber

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