SILVIO BERLUSCONI - IL PATRIOTA - MEME
1 - LO STOP DI BERLUSCONI AL PREMIER: SE VA AL COLLE, NOI FUORI DAL GOVERNO
Paola Di Caro per il "Corriere della Sera"
Se Mario Draghi non si scopre, Silvio Berlusconi, pur tacendo ufficialmente, continua a far sapere che non solo ha tutte le intenzioni di partecipare alla corsa al Quirinale, ma anche che conta di vincere.
Se il D-Day dell'annuncio sarà quello del vertice del centrodestra, che si terrà probabilmente venerdì, è difficile da dire: fra i suoi c'è chi gli consiglia di rompere gli indugi e chi ancora di attendere.
Ma la linea è tracciata. Infatti ieri il Cavaliere - atteso oggi a Roma per l'«operazione scoiattolo», ovvero la caccia uno per uno ai parlamentari che dovrebbero votarlo - ha fatto riferire in note ufficiose le sue parole che da giorni vengono riportate, ma che ormai diventano quasi ufficiali: Draghi ha poche chance di essere eletto al Quirinale perché - lo ripete - «se sale al Colle, si va alle elezioni anticipate» visto che sarà impossibile formare un nuovo governo «perché FI non ci starà».
mario draghi
Viceversa, se resta premier sarà difficile per Pd e M5S sganciarsi e comunque con se stesso al Quirinale, un'altra maggioranza potrebbe formarsi, quella che lo elegge. Sulla carta, il discorso è efficace. Ma i problemi restano.
Perché gli alleati - sui quali fa sapere che conta ciecamente - devono comunque ancora assicurargli il loro sostegno incondizionato, garantendo contestualmente di non perdere troppi pezzi nel voto (e in FI c'è già chi pensa di controllare le schede facendo scrivere nome cognome e titolo del prescelto in modo riconoscibile).
SILVIO BERLUSCONI
Ma soprattutto, oltre a FdI e Lega (con cui pure un accordo politico che preveda assetti immediati e della prossima legislatura andrà stretto), bisognerà trattare il futuro pure del centinaio e più di parlamentari di area centrodestra o meno che dovrebbero votarlo. Insomma, che sia la legge elettorale o pesi nel governo o rielezione o nuovi assetti, è chiaro che un'elezione così divisiva va costruita.
Lo si capisce anche dall'atteggiamento di una formazione che nel centrodestra sta, pur se lavora a un patto federativo di centro con Renzi, Coraggio Italia-Cambiamo. I 30 parlamentari si riuniranno domani e boatos suggerivano una possibile indicazione per Draghi, che però l'area totiana (meno quella che fa riferimento a Brugnaro) smentisce: «Devono essere i grandi partiti della coalizione ad esprimersi, noi abbiamo sempre detto che se ci sono le condizioni Berlusconi lo votiamo».
meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi
Come a dire, nessuno pensi che saremo noi a togliere a tutti le castagne dal fuoco o che il nostro voto, per chiunque, arrivi senza garanzie politiche. E in ogni caso, si fa notare, è quasi impossibile che Draghi venga eletto prima della quarta votazione, tranne improbabili passi indietro di Berlusconi. Situazione intricatissima, che potrebbe aprire le porte a candidati oggi più coperti - Amato, Casini - o a un emergenziale Mattarella bis. Ma prima Berlusconi vorrà giocarsi le sue carte. Che è sicuro siano ottime.
2 - L'IRRITAZIONE DI LETTA: «PAROLE GRAVI»
Emanuele Buzzi e Giuseppe Alberto Falci per il "Corriere della Sera"
Si sono visti lontani da occhi indiscreti per fare il punto sulla partita del Colle. A metà pomeriggio il segretario del Pd Enrico Letta incontra il leader del M5S Giuseppe Conte. La location è la sede dell'Arel, il centro studi nato da un'intuizione di Beniamino Andreatta, il confronto è di circa un'ora ed è utile a riannodare i fili di un'alleanza e a mettere a punto la strategia relativa all'elezione del Quirinale.
giuseppe conte enrico letta
E appena terminato l'incontro il segretario dem, intervistato da Metropolis, attacca Silvio Berlusconi che in alcune conversazioni riservate aveva espresso perplessità sulla possibilità che Draghi possa essere eletto al Quirinale, arrivando a dire che «la sua elezione significherebbe elezioni anticipate subito».
mario draghi roberto speranza franco locatelli
Ragionamento che fa sobbalzare Letta: «Non credo che quelle parole siano state pronunciate da Berlusconi, sarebbero molto gravi, la tempistica è sbagliata, sbagliatissima. Penso che arriverà una smentita». Tornando all'incontro nella sede dell'Arel, i due discutono della opportunità o meno di fare un tavolo con tutti i leader delle forze politiche. In particolare, si soffermano sugli abboccamenti degli ultimi giorni della Lega al Movimento. Non è allora forse un caso se Letta provi a sondare sulla compattezza di un Movimento che nelle ultime settimane non è apparso un moloch.
MEME SU BERLUSCONI AL QUIRINALE
Dall'altra parte Conte rassicura l'alleato: non ci sono titubanze nei confronti della Lega, né tantomeno il gruppo è spaccato sulla linea. Ne consegue che Pd e 5 Stelle lavoreranno insieme per il Quirinale. Semmai, è stato il ragionamento del leader del Movimento, i pentastellati sono abituati a discutere prima di tirare le somme ma alla fine saranno leali e compatti.
Ed è a quel punto che il numero uno del Nazareno ribadisce lo schema esternato in questi giorni: la via maestra è «la continuità di governo e la stabilità», è dunque necessaria «una larghissima maggioranza per eleggere un capo dello Stato non eletto sul filo dei voti e garante dell'unità del Paese».
giuseppe conte enrico letta
Oggi il Pd riunirà la segreteria, giovedì sarà il giorno della direzione e dei gruppi. In quella sede, dichiara Letta, «dirò che noi lavoriamo per trovare un'intesa su una o su un presidente di larga intesa». La ricerca della condivisione è l'obiettivo, partendo prima di tutto dall'asse con i 5 Stelle e con Leu.
mario draghi conferenza stampa
«Nessuno può pretendere di avere il presidente della Repubblica» attacca Letta. Il riferimento è al centrodestra che rivendica la golden share della partita, in virtù di un maggior numero di grandi elettori. No, sbotta Letta, «questo Parlamento è senza maggioranza, ma è la somma di tante debolezze, di tante minoranze». Il Cavaliere ambisce però al Colle. «È un capo partito, quindi è divisivo come me, Conte e Salvini». Già, Salvini. Il capo del Carroccio a tarda sera lavora a «360 gradi per garantire una scelta rapida, di alto profilo e di centrodestra». Insomma, la condivisione appare lontana.
BERLUSCONI AL QUIRINALE - VIGNETTA DI ALTAN roberto speranza MEME DI SILVIO BERLUSCONI AL QUIRINALE