Alessandro Barbera per "la Stampa"
videomessaggio di mario draghi alla conferenza sulla parita' di genere
Tre pagine, quattro obiettivi, sei strumenti, un titolo tanto noioso quanto importante: «Patto per l'innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale». All'ora di cena la bozza del testo era ancora oggetto di discussione, ma i termini dello scambio fra governo e sindacati sono decisi: più fondi, più assunzioni, migliori condizioni di lavoro in cambio di una macchina pubblica più efficiente. Questa mattina nella sala Verde di Palazzo Chigi si firma un accordo che somiglia a quello voluto da Carlo Azeglio Ciampi nell' ormai lontano 1993, e lo staff del premier ci tiene a sottolinearlo.
Ma la differenza con il predecessore è sostanziale. Il Paese sta molto peggio di allora, e Mario Draghi ha a disposizione ciò che Ciampi in quei mesi non ebbe: i soldi del Recovery Plan. L'Unione ci garantirà 191 miliardi fra prestiti e contributi a fondo perduto purché l'Italia cambi faccia alla sua burocrazia: lo invoca da anni, con alterni risultati.
RENATO BRUNETTA
Renato Brunetta, uno dei grandi sponsor del governo Draghi, deve riuscire nel mai facile lavoro di convincere le sigle sindacali ad accettare il cambiamento. Alcuni passaggi del suo intervento di ieri in Parlamento dicono tutto delle condizioni in cui versa la macchina pubblica.
Quest' anno, per la prima volta nella storia repubblicana, l'Italia avrà più dipendenti pensionati che attivi. L' età media è di quasi 51 anni, il 16,9 per cento ne ha più di sessanta, il 2,9 meno di trenta. I laureati sono appena il 40 per cento. Da settembre del 2019, complice la pandemia, sono stati messi a concorso meno di 22mila posti.
A questi ritmi, a causa anche dell' anticipo pensionistico di «quota cento» imposto da Matteo Salvini, per recuperare i posti persi ci vorrebbero più di dieci anni.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Il patto che firmano governo e sindacati promette quattro cose: «un massiccio investimento in capitale umano per attenuare le disparità storiche del Paese, curare le ferite causate dalla pandemia e offrire risposte adeguate ai cittadini»; «assicurare la partecipazione attiva di lavoratrici e lavoratori nell' innovazione dei settori pubblici, sostenuta dagli investimenti in digitalizzazione»; «avviare una nuova stagione di relazioni sindacali che completi i rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021»; infine «valorizzare il personale pubblico in servizio e stabilire il diritto-dovere soggettivo di ogni pubblico dipendente alla formazione». I patti sono fatti per essere disattesi, ma la lista degli strumenti messi a disposizione nella bozza promettono qualche risultato.
pubblica amministrazione
Primo: il rinnovo dei contratti. Mentre c' è un pezzo di Paese che soffre le conseguenze della pandemia, ce n' è un altro che non ha mai dovuto rinunciare nemmeno ad un euro dello stipendio. I dipendenti pubblici in Italia sono ben pagati solo ai massimi livelli, basti pensare agli insegnanti della scuola.
Il patto promette di distribuire al più presto i 107 euro che i dipendenti attendono dal 2019, oltre ad una nuova «disciplina del lavoro agile che garantisca condizioni di lavoro trasparenti». Il punto tre permette «una rivisitazione degli ordinamenti professionali del personale», un modo criptico per dire (lo fa più esplicitamente Brunetta in audizione) scatti di carriera per merito e non più mera anzianità.
pubblica amministrazione
Nelle schede presentate in audizione il ministro dice ad esempio che occorre «abbandonare i concorsi centralizzati e le graduatorie pluriennali e a scorrimento» introducendo più figure intermedie a contratto. E poi «politiche formative informatiche e digitali», «valorizzazione della contrattazione integrativa», «welfare contrattuale» e «sostegno alla genitoralità con estensione delle agevolazioni fiscali già riconosciute al settore privato per la previdenza complementare».
dirigente pubblica amministrazione
Quando Ciampi firmò il patto del 1993, il Paese non era nella recessione più grave della sua storia unita. Una volta firmato l' accordo con i tre milioni di dipendenti pubblici, Draghi dovrà dare un messaggio di speranza forte ad altrettante partite Iva e commercianti che attendono con l' acqua alla gola i soldi del nuovo decreto «sostegni». Il premier ne parlerà pubblicamente venerdì, a margine dell' incontro in un centro vaccinale della Capitale. La crisi innescata dal virus è più grave di quella dei partiti affossati dalle inchieste giudiziarie ormai trent' anni fa.