Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per www.repubblica.it
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Il malessere covava da settimane. Ignorato da Palazzo Chigi, ma diffuso ai massimi livelli della diplomazia africana a Roma. Condensato nell’accusa espressa ieri pubblicamente dal presidente della commissione dell’Unione africana, Moussa Faki: «Sul Piano Mattei non siamo stati coinvolti».
Quello che non è emerso, però, è se possibile anche peggio. Perché ai partner africani non è piaciuto soprattutto un dettaglio […] della grande operazione mediatica e politica portata avanti da Giorgia Meloni in questi mesi: il nome del Piano. Chiamarlo “Mattei” come il fondatore dell’Eni — una scelta di cui sembra abbia il copyright il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari — non è stata una mossa apprezzata […].
giorgia meloni vertice italia africa
E non lo è stata soprattutto nella regione subsahariana, in cui la visione illuminata del dirigente pubblico italiano è poco conosciuta. Ed evoca semmai il precedente di una presenza straniera, che alimenta sospetti. E rischia di far passare l’operazione italiana come neocoloniale, per certi versi addirittura predatoria. Proprio lo scenario che la premier intende in tutti i modi evitare.
Alcuni segnali di questo malessere hanno lambito i vertici di governo, di recente. Ma l’esecutivo ha proseguito sulla linea imposta da Palazzo Chigi e portata avanti per mesi, evitando di scegliere l’unica strada che avrebbe garantito consenso: aprire al confronto, proporre una scrittura concordata del Piano.
abdul hamid mohammed dbeibeh con giorgia meloni
E dunque, il progetto parte male, suscitando reazioni quantomeno tiepide in chi dovrebbe invece beneficiarne. Ma soprattutto — è opinione diffusa in ambienti diplomatici — si mostra poco competitivo rispetto alla penetrazione russa e cinese in Africa.
Di Russia, in effetti, si discute poco durante la Conferenza. Ma basta osservare presenze e assenze […] per comprendere quanto Mosca riesca a complicare gli sforzi meloniani di conquistare sostegno sulla sponda Sud del Mediterraneo. Già un primo segnale era arrivato da Algeria ed Egitto.
VLADIMIR PUTIN COME UN GOLPISTA AFRICANO
I primi — che mantengono solide relazioni diplomatiche con i russi, i cinesi e pure con Hamas — hanno scelto di inviare a Roma soltanto la ministra degli Esteri […]. I secondi hanno scelto di limitare la delegazione alla ministra per la cooperazione internazionale. Ma il dato più significativo è un altro, riguarda la Libia e lo segnala a metà giornata il renziano Enrico Borghi.
Nelle ore in cui il premier del governo di unità nazionale libico Abdulhameed Mohamed Dabaiba si trova a Roma, il viceministro della Difesa russo Yunus-Bek Yevkurov viene accolto a Bengasi dal generale Haftar. Sul tavolo, un accordo per una base navale a Tobruk, che punta a rafforzare la presenza della flotta di Mosca nel Mediterraneo.
giorgia meloni ursula von der leyen vertice italia africa
«E a schierare i sommergibili nucleari russi», azzarda Borghi. È un segnale della fragilità della tela che Roma prova a tessere. La stessa che aveva spinto pochi giorni fa la premier a chiedere a Istanbul, durante la visita ad Erdogan, l’intercessione dei turchi per gestire la partita libica.
Gestire i flussi migratori che partono dalle coste della Libia e della Tunisia significa infatti investire in stabilità. È la ragione per la quale Meloni cerca di sfruttare la presenza a Roma del tunisino Saied e del direttore del Fmi Kristalina Georgieva per provare a favorire quel finanziamento di tre miliardi di dollari senza il quale Tunisi minaccia ritorsioni sul fronte dei migranti.
kais saied giorgia meloni
[…] La Conferenza viene disertata da altri Paesi determinanti nello scacchiere africano. Sono quelli del Sahel, preda di recenti colpi di Stato militari, territori in cui la Wagner presta la propria opera di “protezione” dei regimi in cambio dello sfruttamento di materie prime pregiate. Una regione che è ormai polveriera […]. Ecco, a Palazzo Madama mancano le delegazioni di Burkina Faso, Mali e, soprattutto, Niger. In quest’ultimo caso, la ritirata dei francesi ha aperto definitivamente il campo alle milizie.
CHI COMANDA DAVVERO IN AFRICA - LA MAPPA
Meloni deve fare i conti con queste defezioni, ma anche con un banco vuoto che la diplomazia non aveva previsto: quello della Nigeria. Non è un dettaglio, visto il peso del Paese, il più popoloso del continente con 210 milioni di abitanti. A disturbare Palazzo Chigi, però, è una circostanza poco nota e ancora più scomoda: il presidente nigeriano Bola Tinubu, assente, è […] in Europa. Dallo scorso 24 gennaio si trova a Parigi […]
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