mikail akar
Manila Alfano per “il Giornale”
Pablo Picasso lo ripeteva a se stesso come un mantra. «Tornare a dipingere come un bambino». È quello che fa Mikail Akar: 7 anni con un cachet che Picasso bambino non osava neppure sognare. Opere da otto, undicimila euro l' una. Una scommessa su cui i critici d' arte puntano già da un paio d' anni, nonostante l' età dell' artista.
Un fenomeno dell' arte, nato e cresciuto in Germania, a Colonia per l' esattezza anche se lui ai giornalisti che lo intervistano racconta che «da grande sogna di fare il calciatore», non si immagina un pittore, niente carriera artistica. E pensare che tutto è iniziato assolutamente per caso giurano i genitori, quando Mikail aveva solo quattro anni, e chi lo poteva sapere assicura il papà, il suo primo sostenitore, quando con la mamma gli avevano regalato delle comunissime pitture a dita per bambini. Il risultato fu sorprendente.
mikail akar e neuer
Quel suo primo disegno parlava da solo, ipnotico e bellissimo. Il padre era entusiasta, ma temeva che il suo fosse un giudizio confuso dall' orgoglio paterno. Fu allora che decise di condividerlo su Facebook, giusto per vedere l' effetto che avrebbe fatto. E non si sbagliava: il suo disegno aveva rapito anche gli estranei. Da lì all' entrata in scena nel mondo dell' arte è stato un attimo, storia da film, un biglietto fortunatissimo sulla giostra che ti porta in alto a massima velocità.
mikail akar
Quasi da vertigini a guardare giù adesso, tre anni dopo questa precoce quanto sfavillante carriera. La sua ultima mostra a Berlino, la sesta personale organizzata dai suoi mentori è stata un successo: una ventina di dipinti e tutti venduti. Era impossibile trascurare «l' equilibrio e l' armonia nella composizione dei dipinti, la loro immaginazione e variazione», ha detto il direttore della galleria d' arte contemporanea Achtzig, Diana Achtzig. Applausi e stupore per questo ragazzino dalle gambette magrissime che tutti hanno già ribattezzato «mini Picasso».
Poteva essere una vita come tante quella di Mikail, nato a Colonia da una coppia di genitori senza particolari talenti artistici, con un banco di frutta e verdura. E invece il genio si è annidato in questo bambino prodigio.
mikail akar
Mikail ha venduto la sua prima composizione a colori per 100 euro a quello che intanto è diventato il suo primo collezionista, l' uomo d' affari Peter Holl. «Vederlo all' opera è meraviglioso - ha raccontato - Quando andava dai genitori, si sedeva accanto a loro e osservava i clienti. Scrutava il loro volto, cercava il colore nascosto dei loro occhi, gli leggeva l' anima». Un acquirente anonimo ha recentemente speso 11.000 euro per una foto donata da Mikail a beneficio di un' associazione per bambini sponsorizzata dal portiere della nazionale di calcio tedesca, Manuel Neuer.
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Anche per i genitori la vita è cambiata.
Dalla vendita di frutta e verdura ora si occupano soltanto di arte e il padre è diventato il suo curatore. Hanno fondato un' agenzia, hanno un account Instagram con oltre 40.000 follower e hanno progettato cappellini da baseball con le iniziali MA.
Il «mini Picasso» tedesco è già marchiato e autenticato, proprio per mostrare ai più sospettosi che il genio del bambino è autentico, cioè non copia. I genitori registrano il processo creativo del bambino e lo caricano così su YouTube. Lì si può vedere Mikail dipingere, a volte con pugni, colpire la tela con un guantone da boxe, mentre guarda i cartoni animati.
pablo picasso pablo picasso a venezia
Nel frattempo la famiglia ha traslocato in una casa più grande, dove la zona più luminosa è stata destinata al piccolo artista dalle tele d' oro e mamma e papà ci tengono a spiegare che nessuno lo spinge a fare cose che non vuole. «Dipinge solo quando vuole, a volte una volta alla settimana, a volte una volta al mese», assicurano. E per il momento basta per fare felici tutti quanti.
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