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RIMINI YACHT: ERGASTOLO PER GIULIO LOLLI IN LIBIA
(ANSA) - Giulio Lolli, 'il pirata delle truffe', ex patron della società Rimini Yacht, è stato condannato all'ergastolo in Libia per terrorismo e fiancheggiamento del gruppo estremista separatista. La sentenza, come riporta la stampa locale romagnola, è della Corte penale di Tripoli. L'imprenditore, originario di Bertinoro (Forlì) era finito nei guai per le doppie vendite di yacht di lusso a facoltosi clienti in tutta Italia, con una rete di showroom da Bologna a Rimini.
La società poi fallì, con un buco milionario e Lolli nel 2010 fuggì rimanendo a lungo latitante. Finito al centro di vari processi, a Rimini, dopo una lunga indagine coordinata dal pm Davide Ercolani, rispondeva di associazione per delinquere, truffa, falso e appropriazione indebita. Ma il giudizio era stato sospeso proprio perché Lolli era detenuto in Libia, dove venne arrestato a ottobre 2017, dopo essere stato preso dalla sua abitazione di Tripoli davanti agli occhi della moglie.
GIULIO LOLLI
Lolli era stato formalmente accusato dalle autorità libiche di terrorismo nel luglio del 2018: la notizia era arrivata in Italia, proprio quando il latitante doveva comparire davanti al Tribunale di Rimini. Soprannominato 'il pirata' anche per la sua rocambolesca fuga a bordo di uno yacht, attraverso il Mediterraneo verso le coste del Nord Africa, sarebbe ritratto in alcune foto a bordo di imbarcazioni, adibite al trasporto di mezzi militari e di armi, al fianco di esponenti di primo piano della Shura di Bengasi.
RIMINI YACHT: DIFESA LOLLI, SPERIAMO LIBIA LO CONSEGNI
(ANSA) - "Speriamo che la Libia si determini a consegnare Lolli all'Italia, dove ha ricevuto un'unica condanna, un patteggiamento a Bologna. Speriamo che sia possibile che possa rientrare quanto prima". Lo dice all'ANSA l'avvocato Antonio Petroncini, difensore italiano dell'imprenditore degli yacht condannato all'ergastolo nel Paese nordafricano. "Non è facile avere informazioni precise su quello che succede là", aggiunge l'avvocato, interpellato sulle accuse di cui ha risposto Lolli in Libia.
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