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    NON E’ CHIUSA LA TELENOVELA TARALLO-LOSITO - IL PM ACCUSA IL PRODUTTORE ALBERTO TARALLO DI AVER FALSIFICATO IL TESTAMENTO DI TEODOSIO LOSITO IMPOSSESSANDOSI DI UN PATRIMONIO MILIONARIO. LO AVREBBE FATTO SCRIVENDO, DI SUO PUGNO, L'INTERO DOCUMENTO DOPO LA MORTE DEL COMPAGNO AVVENUTA L'8 GENNAIO DEL 2019 – LA PROCURA LO ACCUSA PER FALSITÀ IN TESTAMENTO OLOGRAFO E IN SCRITTURA PRIVATA: UNA DOPPIA IMPUTAZIONE PER CUI È ARRIVATA LA CHIUSURA DELLE INDAGINI - TARALLO È GIA’ USCITO INDENNE DALL'INDAGINE MADRE, QUELLA PER ISTIGAZIONE AL SUICIDIO…


     
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    Giuseppe Scarpa per “la Repubblica – Roma”

     

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    Ha falsificato il testamento di Teodosio Losito, 53 anni, produttore televisivo, sceneggiatore e cantante. Si sarebbe impossessato di un patrimonio milionario. Lo avrebbe fatto scrivendo, di suo pugno, l'intero documento dopo la morte tragica del compagno avvenuta l'8 gennaio del 2019.

     

    Questa l'accusa della procura nei confronti di Alberto Tarallo, 69 anni produttore cinematografico. Il pubblico ministero lo mette nel mirino per falsità in testamento olografo e falsità in scrittura privata. Una doppia imputazione per cui è arrivata la chiusura delle indagini. È l'ennesimo colpo di scena di una telenovela giudiziaria.

     

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    "L'Ares gate", come è stato ribattezzato il caso, dal nome della casa di produzione che per anni ha dominato il palinsesto dalle reti Mediaset con serie televisive di successo.

    Il patron dell'Ares, Tarallo, è uscito indenne dall'indagine madre. Quella che l'avrebbe dovuto portare a processo per istigazione al suicidio. L'inchiesta si è conclusa con un nulla di fatto. La procura ha escluso l'ipotesi peggiore. Tarallo non avrebbe spinto Losito a togliersi la vita. Dopo una sfilza di interrogatori di vip, Adua Del Vesco, Massimiliano Morra, Manuela Arcuri, Barbara D'Urso, Rosalinda Cannavò, Giuliana De Sio, Nancy Brilli, Eva Grimaldi e Gabriel Garko, gli inquirenti si sono decisi a chiedere l'archiviazione del caso.

     

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    Ma questo è solo un capitolo. Un pezzo del complicato puzzle su cui hanno lavorato il sostituto procuratore Carlo Villani e la guardia di finanza. Perché, accanto all'ipotesi ( categoricamente esclusa) di aver spinto Losito a farla finita, è rimasta in piedi l'altra accusa. Quella di aver scritto un testamento olografo falso, datato 24 febbraio 2017, con tanto di firma apocrifa. Tarallo avrebbe copiato la calligrafia del suo compagno di vita per oltre vent' anni nonché socio della Ares Film, con cui hanno realizzato decine di fiction di successo. Cosa avrebbe fatto Tarallo secondo i pm? Si sarebbe intestato tutto ciò che apparteneva a Losito. Un patrimonio milionario.

     

    Lo avrebbe fatto depositando un documento contraffatto al notaio Claudio Cerini il 29 gennaio del 2019. Ovvero 21 giorni dopo il più tragico degli epiloghi. Il suicidio di Losito avvenuto nella villa a Zagarolo in cui viveva la coppia.

     

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    Adesso, salvo nuovi e clamorosi colpi di scena, si profila all'orizzonte un processo per Tarallo. Ma sarà un dibattimento complicato. In salita per l'accusa. Perché la Cassazione, lo scorso settembre, ha dato ragione ai legali del 69enne produttore cinematografico. I giudici hanno dissequestrato i beni di sua proprietà - per un totale di 5 milioni di euro - smantellando l'ipotesi di falsificazione del testamento dello sceneggiatore Losito. Adesso gli avvocati che difendono Tarallo, Daria Pesce e Franco Coppi (che raggiunto telefonicamente non ha voluto commentare), affilano le armi. Il caso " Ares gate" promette nuove puntate in tribunale.

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