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    1. IL PM DEL PRO-CESSO RUBY-BIS CHIEDE 7 ANNI (SETTE) DI GALERA PER MORA, FEDE E MINETTI 2. “LELE MORA ED EMILIO FEDE ‘SAGGIAVANO’ LE RAGAZZE, GLI FACEVANO L’ESAMINO DI GRADEVOLEZZA E POI LE IMMETTEVANO NEL CIRCUITO DELLE SERATE NELLA VILLA DI ARCORE” 3. POI SPREMEVANO IL BANANA, VISTO CHE CONOSCEVANO I SEGRETI DELLE CENE ELGANTI 4. “NICOLE MINETTI FACEVA DA INTERMEDIAZIONE E COMPIEVA ATTI SESSUALI RETRIBUITI” 5. DOPO MIGLIAIA DI INTERCETTAZIONI E MILIONI SPESI PER CAPIRE SE RUBY HA TROMBATO O NO CON IL BANANA, IL PM SANGERMANO CI TIENE A PRECISARE: “NOI MAGISTRATI SIAMO STATI DIPINTI COME ACCANITI SPIONI, MA ABBIAMO FATTO IL NOSTRO DOVERE” 6. PERÒ MANCA LA PROVA DEL VERSAMENTO DI 4,5 MILIONI ALLA MAROCCHINA. AL PM BASTA “LA TRATTATIVA, PERCHÉ VUOL DIRE CHE LA RAGAZZA AVEVA QUALCOSA DA RACCONTARE”


     
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    RUBY: PM CHIEDE 7 ANNI PER FEDE, MORA E MINETTI
    (ANSA) - Sette anni di carcere sono stati chiesti oggi dalla Procura di Milano per Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, imputati nel processo per il caso Ruby.


    Da www.ansa.it

    RUBY IN TRIBUNALE A MILANORUBY IN TRIBUNALE A MILANO

    Lele Mora è in tribunale a Milano per assistere alla requisitoria nel processo che lo vede imputato per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile, assieme a Emilio Fede e Nicole Minetti, per il caso Ruby.

    Il pm Antonio Sangermano, all'inizio della sua requisitoria, ha parlato di "immaturità e vulnerabilità" di Ruby. Il pm nel descrivere la ragazza e il suo comportamento in aula durante la sua testimonianza, ha spiegato che "Ruby si è contraddetta", aggiungendo che "l'unico dato certo è che Ruby ha sempre negato di essersi prostituita e di avere avuto rapporti a pagamento con Silvio Berlusconi".

    "Emilio Fede e Lele Mora - dice Sangermano - come due sodali, saggiavano la gradevolezza delle ragazze, facevano l'esamino per vedere se avevano anche una capacità socio-relazionale e poi le immettevano nel circuito delle serate ad Arcore, un circuito a cui non è sfuggita nemmeno Ruby. Hanno concorso all'intrusione di Ruby nel circuito".

    "Nicole Minetti - per il pm - non ebbe solo un ruolo di "intermediazione", ma partecipò alle feste di Arcore "compiendo anche atti sessuali retribuiti".

    "Questo processo - ha sottolineato il pm - é stato dipinto come una farsa e una maxi intrusione nella vita di una persona e i magistrati sono stati dipinti come accaniti spioni", ma "noi abbiamo adempiuto con onore al nostro dovere istituzionale". Il pm ha più volte ribadito che gli inquirenti hanno indagato "per dovere istituzionale" e basandosi "sulle prove".

    IL PM ANTONIO SANGERMANOIL PM ANTONIO SANGERMANO

    "Abbiamo ricevuto - prosegue - una macroscopica notizia di reato, riguardante una ragazza minorenne che girava per le strade di Milano con pacchi di denaro, che frequentava alberghi di lusso, che viveva con una prostituta e andava a casa di un uomo ricco e potente da cui diceva di ricevere denaro dopo essere fuggita da una comunita. Era nostro dovere di indagare".

    "C'é qualcuno - ha detto ancora Sangermano - che, indossando come noi la toga, a fronte delle dichiarazioni di una minorenne, delle oggettive anomalie della notte del 27 maggio 2010, che sentendo Lele Mora dire nelle telefonate di inghindarsi con biancheria intima e la Minetti retribuire le ragazze, c'é qualcuno, ripeto, che avrebbe riattaccato la cornetta e si sarebbe tappato le orecchie senza indagare?. La legge impone di indagare ed esercitare l'azione penale. La legge Merlin è la madre di questo processo".

    Il pm ha spiegato che tale legge a "distanza di 55 anni resiste intatta e ha mediato tra la libertà individuale di disporre del proprio corpo e il divieto assoluto di vendere la propria sessualità. L'interposizione di un terzo che istighi e sfrutti l'altrui sessualità non è lecita".

    "Ad altre sedi democratiche spettano i giudizi su Silvio Berlusconi - prosegue Sangermano - la vicenda di quest' uomo la giudicheranno le urne e la storia, qua si tratteranno i profili comportamentali in relazione alla valenza probatoria in questo processo".


    RUBY: PM, SAPEVA DI POTER CHIEDERE SOLDI A BERLUSCONI
    (ANSA) - Ruby "sapeva che aveva fatto qualcosa per cui poteva chiedere denaro e aspettarsi una ricompensa" da Silvio Berlusconi. Lo ha detto il pm Antonio Sangermano nella requisitoria al processo nei confronti di Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti a proposito della presunta trattativa riguardo gli oltre 4,5 milioni che lei aveva scritto nel foglio ritrovato nella sua abitazione genovese dagli investigatori.

    RUBY IN TRIBUNALE A MILANORUBY IN TRIBUNALE A MILANO

    Il pm Sangermano ha spiegato che pur non essendoci "una traccia contabile del versamento" milionario da Berlusconi a Ruby, la Procura ritiene che ci sia stata "una trattativa", anche perché la ragazza aveva "una valenza persuasiva". Ossia, la giovane marocchina poteva chiedere soldi all'ex premier perché lei era a conoscenza di quello che aveva fatto e di ciò che era successo ad Arcore. "E' una impresa ardua - ha aggiunto il pm - ritenere sul piano logico probatorio che Ruby per la sua storia di disagio santificasse e sterilizzasse l'ambiente di Arcore". Il riferimento del magistrato è alla linea difensiva degli imputati, ma anche a quella di Silvio Berlusconi.

     

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