fabio fognini
Gabriele Gambini per "la Verità"
Medaglie e polemiche. Mentre la delegazione italiana a Tokyo rimpingua la bacheca con i risultati lusinghieri di ieri, la politica si insinua persino alle Olimpiadi, con una diatriba che sta acquisendo sempre di più la forma della parodia: quella sulle battaglie di costume. Ma procediamo con ordine.
Giornata di medaglie, si diceva. Mancava qualche oro nella bacheca degli azzurri, e il prezioso metallo è arrivato con le ragazze del canottaggio. Federica Cesarini e Valentina Rodini vincono la finale nel doppio pesi leggeri femminile, è il primo successo olimpico di sempre per il canottaggio in rosa.
FABIO FOGNINI SI SCUSA PER AVER DETTO FROCIO
Le due atlete italiane, la Cesarini da Cittiglio, provincia di Varese, anni 24, e la Rodini, anni 26, da Cremona, hanno condotto una sfida di sacrificio tattico, aspettando fino all'ultimo secondo prima di rifilare la zampata letale con una remata al fotofinish.
Partite in sordina, hanno mantenuto la quarta posizione fino a metà percorso, lasciando alla coppia olandese e quella francese il comando, poi le hanno recuperate negli ultimi metri.
Il replay ha dissipato i dubbi: italiane prime per 24 centesimi di secondo. Nella gara speculare maschile, Stefano Oppo e Pietro Ruta si aggiudicano il bronzo dietro agli imprendibili irlandesi e alla coppia tedesca. Per un bronzo e un oro conquistati, c'è un argento ancor più luccicante. Se lo aggiudica Gregorio Paltrinieri, secondo classificato negli 800 metri stile libero di nuoto.
fognini
Paltrinieri appartiene alla schiatta mitologica della fenice, quel genere di atleti capaci di risorgere dalle proprie ceneri. Il ventiseienne di Carpi, già campione olimpico nei 1.500 metri, fino all'ultimo ha rischiato di vedere il Giappone dal divano di casa. Colpito dalla mononucleosi dopo gli Europei di Budapest, ha sacrificato oltre un mese di allenamento - per il nuoto agonistico è un'era geologica - per ristabilirsi dalla malattia.
«Parlare di miracolo è poco, non ci avrei scommesso neanche io», commenta lui, l'argento al collo. «Un mio grande amico mi ha detto che queste finali non si affrontano con la testa, ma con il cuore, è l'unico modo per uscirne soddisfatto». Il cuore ha scandito i momenti decisivi. Percorso completato in 7' 42" 11, dietro all'americano Robert Finke.
MARTyna Trajdos SCHIAFFEGGIATA DALL ALLENATORE
La ciliegina sulla torta è arrivata poi dalle donne del fioretto: contro gli Stati Uniti della spadaccina inscalfibile Lee Kiefer, Arianna Errigo - unica reduce dell'oro di Londra 2012 - e le esordienti Alice Volpi, Martina Batini e Erica Cipressa si sono imposte per 45-23. Una medaglia di bronzo che fa masticare agrodolce le ragazze: lo scontro con le francesi in semifinale sarebbe potuto finire diversamente, se la buona sorte e un po' di nervi saldi in più avessero benedetto le loro lame.
A proposito di nervi saldi: non sono mai stati il fiore all'occhiello nel patrimonio genetico di Fabio Fognini. Il tennista ligure, la cui linguaccia, se schierata su una pedana di scherma, potrebbe ferire più della spada, si è abbandonato a qualche intemperanza mentre il russo Medvedev lo stava regolando 6-2 3-6 6-2. «Sei un frocio...», ha inveito Fognini verso sé stesso, e la scelta dell'epiteto non è passata inosservata al vaglio della censura social. Levata di scudi dal mondo Lgbt, con smash finale del parlamentare di Forza Italia Elio Vito: «Il ddl Zan serve subito, anche per lo sport», ha scritto su Twitter, benché a molti la pertinenza della richiesta politica non sia parsa figlia di una logica aristotelica. In serata sono arrivate le scuse del tennista e l'episodio è rientrato.
MARTyna Trajdos SCHIAFFEGGIATA DALL ALLENATORE
Ha rischiato molto di più Claudiu Pusa, allenatore della judoka tedesca Martyna Trajdos. Tra i due vige un rituale pre gara inconsueto e spassoso: lui sarebbe solito tirarle qualche ceffone rigenerante per motivarla in vista del match, urlandole frasi d'incoraggiamento. Il problema è che la judoka è una donna e il pulpito dei social si è affrettato a gridare al quasi femminicidio, invocando la gogna pubblica per l'allenatore-motivatore.
Ci ha pensato la Trajdos a toglierlo dagli impicci: «Sono io a chiederglielo - ha scritto - ne ho bisogno per svegliarmi prima degli incontri». E mentre, qualche giorno fa, la delegazione di ginnaste tedesche ha chiesto di esibirsi in tuta integrale per evitare «la sessualizzazione dello sport», il Cio si è dichiarato «preoccupato» per un paio di episodi a ben vedere molto più seri di quelli elencati: Tohar Butbul, ventisettenne judoka che gareggia nella classe -73 kg, è stato evitato da due judoka di fede islamica perché israeliano…
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